mercoledì 19 giugno 2013

IL FASCINO DEL CASTELLUCCIO SULLE DONNE



Sarà un caso ma, per quel che se ne sappia,  ben quattro donne hanno finora scritto o tradotto quello che altre donne hanno pubblicato sul Castelluccio. In realtà, a scrivere il resoconto di una gita al Castelluccio ai primi del Novecento è stata soltanto una, Louise Hamilton Caico, le altre tre hanno tradotto quello che lei ha scritto.


Il capitolo "Racalmuto e Monte Castelluccio" si trova in un libro scritto in inglese e pubblicato nel 1910 a Londra per un pubblico soprattutto femminile. L'intero libro è stato tradotto soltanto  settant'anni dopo da Renata Pucci Zanca.

Recentemente il solo capitolo sulla gita al Castelluccio è stato nuovamente tradotto da altre due signore le quali hanno notato qualche incongruenza o imprecisione nella precedente traduzione: Anne Chadwick è legata  a Racalmuto per avere sposato un Agrò,  ha vissuto tanti anni in Inghilterra ed è di madre lingua inglese, ora vive a Caltanissetta; è stata coadiuvata nella traduzione da  Gabriella Testa.  

Del loro lavoro ce ne parleranno domenica prossima e la signora Anne Chadwick Agrò  col suo accento anglicizzante ci leggerà il racconto della Hamilton Caico nella nuova trduzione.


Ho il piacere di anticipare l'incipit della nuova traduzione preceduta da un breve testo introduttivo.
Il resto lo ascoltermo domenica prossima al Castelluccio.         P.C.






Introduzione e Traduzione 
di 
Anne Chadwick e Gabriella Testa


Louise Hamilton, colta donna inglese,  sposa a Bordighera nel 1880 il siciliano Eugenio Caico . Nella cittadina della Riviera Ligure la coppia vive fino al 1894, lì nascono i loro cinque figli che , quasi tutti, verranno educati in Inghilterra. Dopo aver trascorso tre anni a Palermo i Caico si trasferiscono a Montedoro.

Del suo soggiorno a Montedoro Louise Hamilton Caico lascia vivace and interessante testimonianza nel libro Sicilian Ways and Days (pubblicato a Londra nel 1910) nel quale descrive le sue esperienze personali e le usanze di una piccola realtà rurale dell’entroterra siciliano all’inizio del XX secolo.

Il brano che segue narra di una gita a Racalmuto ed al “Castelluccio” attraverso paesaggi pieni di suggestione e di un incontro con un singolare personaggio.

Vi proponiano una versione in italiano fedele nella traduzione del testo e rispettosa della “originale“  punteggiatura della scrittrice.








Racalmuto e Monte Castelluccio



“Dove andiamo oggi?”

La domanda venne fatta da Alessandro, mentre, con un secondo uomo, uscivamo a cavallo da Montedoro nella frescura estiva della prima mattina.

Era davvero molto presto, qualche stella era ancora debolmente visibile, una fresca bianca nebbiolina si alzava dalla valle sottostante come da un mare calmo e lontano. La campagna era silenziosa e bellissima e mentre cavalcavamo di buon passo, circondati da molti cani che ci saltellavano attorno, mi sentivo di stare fuori tutto il giorno. Fortunatamente avevamo portato con noi un po’ di cibo.

Non risposi subito, perché stavamo proprio passando davanti al simulacro della Madonna delle Grazie incastonato nella roccia ed io sapevo che entrambi gli uomini, persino Alessandro, si sarebbero voltati e avrebbero mandato un bacio compunto alla florida Madonna del simulacro che teneva il bambino in braccio, così aspettai finché questo breve rituale fosse finito, e finalmente dissi 

“Andiamo a Racalmuto. La strada è agevole, e non sono mai andata a vedere il castello. Siete d’accordo?” 


Entrambi furono d’accordo, e si misero a discutere su Racalmuto – che ha milleseicento abitanti – sarebbe meglio chiamarlo grande villaggio o piccolo paese.


A pochi chilometri da Montedoro...



Post correlati:

http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/01/non-scappo-dalla-sicilia.html

http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/01/una-donna-strana-ovvero-intelligente.html




Locadina realizzata da Nicolò Rizzo.
Foto dell'amministratore del blog.


Nessun commento:

Posta un commento