Circa un anno fa Aurelio Caliri mi parlò del suo progetto: adunare racconti che avessero come soggetto un animale. Ne chiese uno anche a me. Glielo mandai: ruotava intorno a una gazza ladra. Per qualche tempo non ne seppi più nulla; pensai che la realizzazione del progetto sfumasse.
Invece Aurelio cominciò a farsi sentire per comunicarmi a telefono che i racconti gli giungevano lentamente e gli amici scrittori coinvolti avevano aderito ben volentieri alla proposta; con gioia mi elencava gli animali protagonisti: cani, gatti, pellicani, vacche, grilli.
Festose telefonate mi aggiornavano sui nuovi arrivati: galline, ricci, volpi, lumache, pettirossi, aquile, coccinelle. Ancor più festose e compiaciute quelle per farmi sapere che “Roberto ha accettato”, “Melo mi manda un racconto”, “Che testimonianza, quella di Maiorca!”, “Ci saranno Sgarbi, Alessandro Quasimodo…”.
E così, di
sorpresa in sorpresa, finalmente, poco prima dello scorso Natale mi arriva il
libro. Il progetto si era realizzato. Un’ottantina di racconti; una sessantina
gli autori coinvolti; l’olio su tela di Sonia Alvarez in copertina; 332 pagine:
un bel tomo; edizioni Arte e Musica di Siracusa, praticamente fatto in casa. Tra
le pagine, un pieghevole con un racconto: è l’anticipazione del prossimo
progetto, ma soprattutto un racconto sui racconti già pubblicati. Lo ripropongo
per festeggiare un progetto arrivato in porto e beneaugurare all’altro di
prendere il largo per fare buona pesca. E fra un anno magari...
P.
C.
RACCONTINO
DI NATALE
di Aurelio
Caliri
C'era una
volta una bambina che si chiamava Robertina. Era una bambina bellissima, dolce,
un po' timida, ma dall'aria furba e sbarazzina.
Robertina
aveva un'amica molto speciale, una gattina di nome Silvestrina la quale,
piccolissima ancora, era stata abbandonata, una sera piovosa di qualche anno
prima, giù in strada, vicino al portone d'ingresso. L'aveva trovata, tremante
per il freddo e la paura, una Signora vicina di casa e 1'aveva raccolta e rifocillata.
Era la sera di S. Silvestro, quindi le fu imposto, come la cosa più naturale
del mondo, il nome di Silvestrina.
Man
mano che la gattina cresceva, diveniva sempre più bella, socievole, ed era
coccolata da tutti i condomini dei quali divenne la mascotte.
Fu
così che nacque 1'amicizia tra Robertina e Silvestrina, un'amicizia fatta di
attese, di sguardi affettuosi, di carezze ricambiate con prolungate fusa di
soddisfazione: un rapporto d'amore vero tra una bambina e una gattina.
Ogni
mattina, prima di andare all'asilo, Robertina aspettava Silvestrina per darle
il buongiorno; o, viceversa, era la gattina che aspettava la bambina. È vero,
aspettava anche la pappa, un piatto speciale che la sua amichetta teneva in
serbo per lei, ma Robertina sapeva che tra di loro 1'affetto era più importante
di ogni altra cosa.
Si
diede il caso che un anno, poco prima delle vacanze di Natale, il marito della
Signora che aveva raccolto Silvestrina pubblicasse un libro dove c'erano tante
storie di animali, tra cui quella di Silvestrina. Questo signore, un tipo
strampalato che sognava di cani e gatti e di tutte le altre specie di animali
della terra (ognuno ha le proprie fissazioni), assecondato in ciò da tantissimi
altri scrittori, anch'essi fissati come lui, aveva deciso di presentare il suo
libro sia in Sicilia sia nel continente perché, stranamente, gli argomenti
trattati, cioè le vicende d'affetto tra 1'uomo e 1'animale, e viceversa,
interessavano molte persone. Nell'attesa di scegliere le città in cui dovevano
avvenire le presentazioni, si verificò una cosa che, a memoria d'uomo, non era
mai successa. Ecco, in breve, il fatto straordinario.
Come era
scontato, Robertina aveva avuto in dono il libro che narrava anche la storia
della sua piccola arnica, con tanto di foto in posa sopra una credenzina
dell’Ottocento. Tutta la sera lo sfogliò incantata, cercando di decifrarne la
scrittura, di afferrare il senso del racconto, che riteneva dovesse essere
affascinante se appunto riguardava la gattina a lei tanto cara. Per fortuna, la
mamma, non appena si liberò delle faccende di casa, intuendo il suo urgente
desiderio, glielo lesse e lei ne fu tanto contenta ed elettrizzata che decise,
senza che nessuno 1'avesse consigliata, di far partecipi dell'avvenimento i
compagni.
Fu cosi che, 1'indomani, una bimbetta di cinque anni non ancora
compiuti, in anteprima, salita in cattedra col libro che a stento le sue
piccole mani reggevano, presentò la storia di Silvestrina nel suo asilo, col
linguaggio essenziale dei bambini, spesso più efficace di quello degli adulti,
cercando di ricostruirne la trama che aveva appreso attraverso la lettura della
sua mamma, aggiungendo addirittura sfumature che non esistevano nel racconto e
che soltanto lei poteva conoscere grazie alla frequentazione assidua con la sua
eroina.
Tutti i
bimbi, raccolti attorno a lei, 1'ascoltavano rapiti, con gli occhi sgranati,
colmi di gioia e di curiosità, e tutta la timidezza di Robertina d'un colpo era
scomparsa, felice di poter rendere partecipi i compagnetti della sua emozione.
In quei momenti cominciò a capire tutta la bellezza della vita, ad assaporne la
fragranza e il mistero: capiva, appunto, che il dono più grande, che ci è dato,
è riuscire, attraverso i sentimenti e 1'amore, a entrare nel mondo degli altri.
Era come varcare, inaspettatamente, una porta che prima sembrava serrata per
sempre per lei, al di là della quale invece scopriva ora tutto il calore e la
complicità di cui, da sempre, sentiva il bisogno.
II libro fu
poi fatto conoscere dall'autore in molte citta d'Italia e anche all'estero, ma
la presentazione che aveva improvvisato Robertina fu, in assoluto, la più
straordinaria, la più poetica e fantasiosa.
Era
il Natale dell'anno 2012.
Raccontino
dedicato a Robertina dal marito della Signora che una sera di Natale aveva
raccolto per strada la gattina Silvestrina, abbandonata da persone barbare e
crudeli.
Per chi vuole reperire il libro può contattare l'autore-editore ai recapiti riportati nel seguente post:
Il mio racconto Ho pianto per Flora:
Presentazione del libro Italo. Storie di Animali:
A Scicli
A Pozzallo
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