Le parole nuove a volte sono quelle già dette. Le strade già percorse, le esperienze già vissute, possono essere utili ad affrontare lo smarrimento di oggi. Ce ne dà lo spunto Nicola Lo Bianco tracciando il ritratto di un personaggio che molto ha dato alla Sicilia: Danilo Dolci, sociologo, poeta, scrittore, testimone soprattutto di sé stesso, delle proprie idee, della propria abnegazione spesa per il riscatto degli altri, che erano gli ultimi. P.C.
La
violenza, sia fisica che verbale, è bandita senza compromessi, perché “quando
dici no alla violenza e alla menzogna, la lotta di liberazione è già cominciata”:
c’è la ferma condanna dell’errore, ma respinge l’annientamento e l’umiliazione
di chi lo compie, fosse anche l’uomo più bieco, perché “non ci sono nemici”, ma
uomini che devono essere indotti al buon senso e al senso di responsabilità.
[…]
E’
l’acume di Pierpaolo Pasolini a scoprire, già in alcune poesie giovanili (’51)
di Danilo, un fermento religioso che identifica “Dio con il prossimo come immediata collettività…ha riscoperto L’Altro
nei più poveri, soli, diseredati…”.
Invero,
Danilo Dolci è uno spirito religioso che opera laicamente, è l’uomo che
vorrebbe coniugare un senso mistico-missionario della vita con la ricerca tutta
terrena della verità.
La
morale, ad es., non può essere imposta dall’esterno, perché risulterebbe una
sovrapposizione ben presto vanificata dall’incontro con la realtà; è, invece,
un impegno quotidiano, deve scaturire dal dialogo, dal confronto con l’altrui
esperienza, dal lavoro proiettato sul sociale, dalla ricerca di un mondo più
sano, insomma, dal mettere l’uomo nelle condizioni di poter scegliere
liberamente il bene e non il male. […]
Che
nell’animo di quest’altro maestro del Novecento ci fosse, al di sopra dello
scopo umano, un senso divino dell’operare, ce lo dice indirettamente lo storico
Giuseppe Casarrubea, che in quegli anni conobbe Danilo e collaborò con lui: -Tra
i suoi grandi maestri citava: Cristo e Lenin, Gandhi e Capitini, San Francesco
e don Zeno Saltini-.
E,
del resto, è testimonianza comune che “Danilo
fu sempre povero, e non disdegnò mai di esserlo”.
Nicola Lo Bianco
Il post nella sua più estesa articolazione si può leggere su:
avete letto Dolci che intervista i Siciliani? Abbiamo un debito di riconoscenza con lui.
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