Dopo la visita alla mostra fotografica di Louise Hamilton Caico a Montedoro, segnalatami da Federico Messana, mi pare opportuno riproporre qui il suo commento postatomi su facebook anche per le sapide e interessanti notizie contenute e la risposta che ha provocato nel fratello, che a sua volta porta altre testimonianze e notizie.
UN'ALTRA DONNA AVREBBE OSATO TANTO?
di Federico Messana
Sono
lieto che insieme al “castellano” Cutaia sia andato a visitare la piccola
mostra allestita da mio fratello a Montedoro.
E’
molto bello rivisitare la storia del piccolo paese che emerge dalle foto e
dalle singolari vicende dei Caico, anche se pochi dimostrano di saperne apprezzare
il valore.
Luisa è il personaggio centrale di tutta la
famiglia, la più “tosta e coriacea”, la più intelligente ed intraprendente che
dà consigli al marito disperato ed ai figli, e che tiene testa persino ad un
letterato senza scrupoli come il conte Prof. De Gubernatis di Firenze, che la
vorrebbe tra la sua corte femminile.
Solo
una irlandese come lei avrebbe potuto resistere al martellante marito, don
Eugenio, fratello minore di don Cesare, che lo esiliò a Bordighera dopo aver
disobbedito all'ordine di NON sposare una “straniera".
Eugenio,
mandato a Firenze per studiare, scappa a Roma per festeggiare la presa di Porta
Pia, incontra Luisa a Bordighera (dopo averla conosciuta da piccola a Firenze)
e la sposa. Quattro figli (altri tre morti in tenera età), si trova subito in
ristrettezze economiche poiché, senza arte né parte, non riceve dal paese i
sussidi necessari per vivere.
Da
qui le liti col suocero che pretende l’affitto del villino dove vive con la
famiglia (lo definisce “la belva umana”), la scoperta delle lettere e del
foulard in odore di tradimento, la disperazione per il fallimento di una
miniera che rischia di mettere la famiglia sul lastrico. Finalmente nel 1898
torna in paese con la famiglia.
E Luisa?
Nel
libro descrive quanto trova e vede in paese! Perché non scappò immediatamente
da quell’inferno che descrive così bene?
Certamente
per amore dei figli e per il suo carattere forte, altrimenti difficilmente
avrebbe potuto resistere al marito ora amorevole, ora tragico, ora dispettoso,
sempre logorroico, meticoloso, pettegolo, irascibile, etc.
Don Eugenio è amorevole coi figli, innamorato della moglie, adirato col
suocero, disperato per la situazione economica, tragico quando scopre un
piccolo furto nei suoi magazzini, fuor si sé quando scrive alla moglie d’un suo
male e che “un chirurgo disse trattarsi di …spasmo allo sfintere interno
dell'ano, con strozzamento del circolo venoso! Secondo il detto chirurgo per
guarirmi completamente dovrei farmi praticare "lo sfibramento dello
sfintere. Figurati se io subirò mai coteste operazioni violente e
bestiali!".
Luisa resiste a tutto, e se ne va a cavallo per le campagne ed i paesi
dintorno, “escortè de deux pittoresques campieri armès jusqu’aux dents”, come
scrive in francese a DeGubernatis, ignorando il marito che si dedica alla
politica locale.
Calogero Messana
Ieri è venuto a vedere la mostra un altro Racalmutese , Di Falco , ex assessore al Comune . Mi diceva che è in possesso di alcuni testi tradotti da Luisa: chissà se piano piano si arricchisce la raccolta documentale. Intanto ho fra le mani un libretto di Lina a commento dei Gitanjali del Nobel per la letterature del 1913 Rabindranath Tagore .
Federico Messana
Sai che Lina ha scritto e tradotto molto.
Se t'interessa per la mostra ho n. 4 libretti di "Con Gitanjali", e sette volumetti di "Tradizione mediterranea" in cui scriveva Lina.
Vi sono le lettere indirizzate ad Ezra Pound, Il culto di Mitra, lavori su S.ta Teresa d'Avila, Padre nostro, Vieni, etc. Due volumi di Adolfo Lepri "Lettere a Lina Caico". Ed altro.
Si potrebbe organizzare una "vera mostra".
Comunque vedo che stai avendo un buon successo....
Commento di Angelo Cutaia al precedente Post "Non scappò dalla Sicilia"
La visita della mostra dedicata alle foto della Hamilton a Montedoro è un emozionante tuffo nel passato rurale e minerario della nostra zona. Un passato ancora ben vivo negli anni Cinquanta, quelli della mia infanzia. Montedoro ha in quelle foto un vero tesoro culturale, una documentazione etnografica di enorme valore. Un plauso agli organizzatori, con in testa Calogero Messana, il quale sta non solo raccogliendo, ma anche studiando personaggi, luoghi, mestieri che le foto immortalano per sempre. Attendiamo ora altre foto, sembra che ve siano inedite, e la loro pubblicazione in un volume.
Fa seguito al post "NON SCAPPO' DALLA SICILIA":
Incuriosito da quanto qui pubblicato, ho ordinato il volume "vicende e costumi siciliani" direttamente presso l'editore(edizionilussografica@alice.it al costo di euro 13+3,5).
RispondiEliminaMi aspetto di trovarci molto del nostro passato.
Grazie, Ettore, per la notizia: potrebbe tornare utile anche ad altri che vorranno leggere il libro scritto da Louise Hamilton Caico così ricco di singolari testimonianze.
RispondiEliminaDa facebook, 19 gennaio 2012:
RispondiEliminaUna storia veramente interessante. Sembra che i legami tra Sicilia e Inghilterra (in questo caso passando per Nizza) siano proprio inesauribili. Se ci dovesse essere ancora la mostra ad Aprile mi piacerebbe tanto vederla. Grazie ancora per la bella segnalazione, un caro saluto da una Londra innevata!
Serena Alessi.
19 gennaio 2013
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RispondiEliminaDa Facebook, 20 gennaio 2013
Marilena Monti:
Certamente un personaggio singolare, a Montedoro, a quel tempo. Ma chissà quante altre donne vi sono state, di cui non resta testimonianza, altrettanto ardimentose e consapevoli del proprio ruolo nella vita e nel mondo!
La storia è molto interessante ! lei come personaggio di certo incuriosisce molto ! Mi piace rispondere alla domanda :" UN'ALTRA DONNA AVREBBE OSATO TANTO ?" ecco a questa domanda mi piace rispondere :" Si, un'altra donna avrebbe osato tanto e anche di più ! " C'è molto da scoprire sul mondo femminile , la strada è ancora lunga e soprattutto sulle testimonianze che le donne in letteratura ci hanno lasciato :) Gabriella ovvero Compagnia Via Pindemonte
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