Agli inizi del Novecento, Lady Hamilton,
illustrando la Sicilia e descrivendo i siciliani agli inglesi per incuriosirli e
invogliarli a visitare “l’isola del sole”,
li rassicura sui timori circa la loro incolumità, anzi, ponendosi dalla
prospettiva “brigantesca” ne conclude semmai che sono i siciliani stessi a dovere temere gli altri siciliani.
Ne è passato di tempo da allora e briganti
per fortuna non ce ne sono più, ergo, se
l’evoluzione storica ha un senso, anche i siciliani stessi dovrebbero essere
più sicuri e non, come allora, solo i
forestieri.
“Questo mio resoconto degli
usi e dei costumi siciliani è sgorgato dalla diretta conoscenza della gente,
acquisita durante un lungo soggiorno in provincia di Caltanissetta, una regione
quasi mai raggiunta da un viaggiatore e, comunque, priva di contatti col mondo
esterno. Le abitudini, i pensieri, i discorsi che io descrivo rimarranno
"libro chiuso" per tutti coloro che non sanno niente dei siciliani o
non ne hanno mai conosciuto uno, ma anche per chi, pur avendo visitato questa
terra non è mai entrato nell'intimità di una famiglia di siciliani, i quali
sono, al primo contatto, poco espansivi e diffidenti verso gli sconosciuti.
La presenza di bande di
briganti è piu volte sottolineata in queste pagine; ma questo non deve allarmare
gli eventuali visitatori. Non hanno nulla da temere. Chiunque si trovi a
viaggiare in Sicilia, anche per le più solitarie regioni, può farlo
impunemente; sono i siciliani stessi che hanno da temere da parte dei
fuorilegge loro conterranei, e specialmente i proprietari terrieri e coloro che
rappresentano grossi interessi. Rancori privati o lotte politiche sono spesso
all'origine delle azioni brigantesche che culminano nella richiesta del
riscatto. L'assenza di un motivato spirito di vendetta e la distanza che
renderebbe difficilissima ogni trattativa con le famiglie, dà agli stranieri assoluta sicurezza di transito.
Mi sembra opportuno
commentare brevemente qualcuna delle usanze di cui parlerò nel mio libro, penso
che aiuterà il lettore a meglio
comprenderle ed apprezzarle, e, con 1'aiuto del suo personale bagaglio culturale, potrà rintracciarne le analogie con
la storia antica o, meglio, con la mitologia.”
Louise Hamilton Caico, Vicende e costumi siciliani, Epos, Palermo 1983. Traduzione di Renata
Pucci Zanca, introduzione di Massimo Ganci. E’ stato ristampato recentemente
dalla Lussografica edizioni di Caltanissetta.
Edizione originale: Sicilian ways
and days, London 1910.
Foto di Louise Hamilton Caico
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/01/una-donna-strana-ovvero-intelligente.html
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/01/non-scappo-dalla-sicilia.html
Foto di Louise Hamilton Caico
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/01/una-donna-strana-ovvero-intelligente.html
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