Stefano nella sua libreria
Stefano non bazzica nel mondo internettiano
ma ha gradito la versione cartacea del Post dove anche lui è citato
Il video
schermata facebook giovedì 21 luglio 2016 |
Il video in diretta dell'incontro condiviso su facebook
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Nicolò D'Alessandro e Stefano Vilardo
E al termine dell'incontro, un affettuoso commiato
Proposta sgarbiana
Officina di libri e di ricordi
La citazione nel libro di Massimo Onofri
Giudizio di Onofri e di Sciascia
Periplo siciliano passando per Delia
Tesi di laurea
Locandina della presentazione di Uno stupido scherzo
L'infanzia
Il piccolo Stefano a tre anni con il padrino Giovanni Lentini a Caltanissetta |
Una poesia da Tutti dicono Germania Germania
(Garzanti, Milano 1975; Sellerio, Palermo 2007)
Sono partito per la Germania nel sessantuno
ché non avevo lavoro
Quando facevo una giornata
per due giorni poi restavo a spasso
Facevo il manovale
guadagnavo millecinquecento lire al giorno
in Germania invece
tre marchi tre marchi e mezzo l'ora
Siccome avevo contratto di lavoro
alla stazione trovai uno ad aspettarmi
che mi portò in baracca dai compagni
I primi giorni pensavo sempre alla famiglia
ma mi volli rassegnare
e quando accumulavo un po' di soldi
li mandavo a casa
Poi diventai aiutante carpentiere
e mi aumentarono la paga
Guadagnavo quattrocentocinquanta cinquecento lire l'ora
per dieci ore cinquemila lire
ma dovevo pagarci le tasse l'assicurazione la chiesa
Non mi sono adattato subito
ché non capivo la lingua
se il pulia mi mandava a prendere un attrezzo di lavoro
io dimenticavo la parola
e ritornavo indietro con la coda tra le gambe
come un cane bastonato
e così mi sfottevano tutti e mi rimproveravano
Magari adesso che mi trovo lì da quattro anni
qualche parola la mastico un poco
I tedeschi sono mischiati buoni e cattivi
ma quando una persona impara a parlare
e comincia a rispondere bene
allora si fa amare per quello che dice
A me mi volevano bene dove stavo
A volte qualche disgraziato ci insulta
sciais italien
perché non restate nelle vostre case
ebbene dobbiamo fare pazienza
che non c'è lavoro in Italia
dobbiamo ingoiare queste offese
Io avrei voluto rispondergli
però sempre straniero sono
e bisogna fare pazienza
sempre pazienza
che se ho torto o ragione ci perdo sempre io
Avrei avuto la capacità di rompergli la faccia
ma lasciavo perdere per non rovinarmi
Altri invece non ci pensano più di una volta
e arrivano al coltello
Riproposta on line sul blog "Bollettario"
GALLERIA INTERNAZIONALE DELLA RIVISTA FONDATA DA EDOARDO SANGUINETI - NADIA CAVALERA
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