Quando ricevo posta in paese entro in una sorta di ansia perché non vedo l'ora di aprire quella busta o quel pacco e vedere di cosa si tratta o, se lo so, non vedo l'ora di leggere ciò che mi scrivono, di scorrere una rivista, sfogliare il libro di un amico.
- Ma è arrivata? - mi chiedono i mittenti se vedono ritardare la risposta che ne confermi la ricezione.
A volte non lo so nemmeno io, per saperlo debbo andare in paese, non sempre infatti riesco ad identificare la posta arrivata dalla descrizione che me ne fa mia mamma nella cui abitazione la posta approda come un gabbiano dopo un lungo volo, né mi va di tartassarla con domande precise perché la metterei in ambasce, da pochi indizi però me ne faccio un'idea.
Ma alla domanda, qualche giorno fa, di Calogero Restivo, non ho saputo rispondere perché la posta a volte resta religiosamente sigillata per una sorta di rispetto, specialmente se mia madre, da certi indizi o a naso, se la prefigura di una certa importanza, di una certa riservatezza. Il mistero rimane intatto.
Cosicché, all'attesa trepida di Restivo si è aggiunta trepida la mia, non vedendo l'ora di andare in paese per rifornirmi di affetti, di sapori tradizionali e aprire finalmente la busta con il libro atteso.
E in effetti, l'ho trovato, con dedica.
E' stata una piacevole sorpresa, anche se me l'aspettavo, si trattava infatti di una raccolta di poesie, quella che non mi aspettavo era la traduzione in rumeno. "Traducere ín limba română de Daniel Dragominescu, Ana-Maria Oncescu".
L'ho sfogliato, nel giro di qualche ora l'ho letto e vi ho ritrovato l'inconfondibile voce, con il tono e la cadenza di un sentimento antico, di una sensibilità moderna.
Non mi diffondo oltre per non interferire con me stesso visto che della poesia di Restivo mi sto occupando per altri versi.
Tra tante poesie lette, ne ho scelto una per condividerla con amici e visitatori che bazzicano da queste parti. A loro vorrei dedicarla, a voi, al coraggio di ciascuno.
Nessun commento:
Posta un commento