giovedì 5 febbraio 2015

PRIMAVERA CLASSICA NEI TEMPLI DI AGRIGENTO: UN FELICE RITORNO

Quando un anno fa m'imbattei nella cartolina del tempio della Concordia collocato su un'altura dietro una  sequela di scheletrici pini, mi colpì non tanto la didascalia che descriveva un paesaggio a me familiare, ma maggiormente l'intestazione della cartolina stessa: poteva  sembrare di primo acchito  solo evocativa, una primavera classica nei templi di Agrigento;  più in là  mi sarei accorto che quella cartolina era commemorativa  di un ben preciso evento e forse era servita anche  a promuoverlo, si trattava di 

Rievocazioni classiche:
IL MISTERO DI PERSEFONE - versi e musica di E. Romagnoli
L'ODE PINDARICA TERONE DI AGRIGENTO -
esecuzione corale danzata
ALCESTI DI EURIPIDE

9 - 20 maggio 1928
 con l'Alto Patrocinio di S. E. Mussolini".  Direzione artistica di Ettore Romagnoli. 

Cosa si voleva di più per far sì che l'evento risultasse solenne, importante, classico?
Il patrocinio di Sua Eccellenza Mussolini non era una pura formalità, anzi, non è escluso  che le rappresentazioni agrigentine siano state realizzate su suo impulso; riferiscono le cronache, infatti,  che assistendo nel 1924 a Siracusa a I sette a Tebe ne rimase tanto entusiasta che elevò quegli spettacoli a  istituzione nazionale,  con un regio decreto dell'anno successivo.

PER ORGOGLIO O CON MALINCONIA?

Le notizie di oggi che fanno trapelare l'eventualità di ripetere ad Agrigento le stesse rappresentazioni del teatro classico di Siracusa, entusiasta sostenitore l'on. Lillo Firetto Presidente del Distretto Turistico Valle dei Templi,  sancirebbero in realtà un felice ritorno. 

E poiché si tratterebbe di un prestito degli stessi eventi siracusani, organizzati dallo storico Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, stante la sua collaudata esperienza, si può star sereni che gli eventi classici agrigentini non seguirebbero a ruota le incerte programmazioni della sagra primaverile del Mandorlo  realizzata ogni anno, e da diversi anni ormai, con palpitanti decisioni dell'ultimo minuto.

Un auspicio infine: giacché di ritorno si tratta, sarebbe interessante riproporre quelle stesse rappresentazioni che nel 1928 hanno avuto come scenario la Valle dei Templi.
 Magari, per un tocco di originalità, pepata originalità agrigentino-pirandelliana,  con una chicca in più: rischiare di rappresentare la Fedra di D'Annunzio che nel 1928 non fu possibile realizzare a Siracusa fors'anche perché altisonante e ostico il linguaggio o perché già fischiata alla Scala di Milano.



Ora al Tonante, e alla Fortuna amica
grazie rendete, e lo scettrato Eroe
alto fremer di cetre
accolga e d'inni, ché dolce al guerriero
suona la lode, ed ei n'esulta in core.

G. D'Annunzio, Fedra, Atto III, Scena I



La cartolina



"Certo, l'esercizio che ci proponiamo non è sempre facile."
Mircea ELIADE, Trattato di storia delle religioni, Editore Boringhieri, Torino 1975

Locandina

In cartolina e nella realtà

Primavera classica nei templi di Agrigento

in attesa delle rappresentazioni classiche







Si può rappresentare Empedocle tra le colonne dei suoi templi?






*Così si lasciò cadere
 dentro il cratere dell'Etna.

- E questo tutto abbrustolito chi è? 
- Empedocle. 
- Si può sapere perché ti gettasti nel cratere dell'Etna? 
- Per un eccesso di malinconia. 
- No: per orgoglio, per sparire dal mondo e farti credere un dio. 

Ma il fuoco rigettò una scarpa e il trucco fu scoperto. 

Così satireggia Luciano, allievo di Epicuro (I dialoghi, trad. Mosca; BUR, Rizzoli, 1990).


*Dal sito:

http://www.liberliber.it/mediateca/libri/c/carubia/autori_classici_greci
_in_sicilia/html/testi/empedocl.htm



Cartolina: archiviopierocarbone

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