Quando Totò Sardo mi espresse il desiderio di voler incontrare mons. Cataldo Naro per invitarlo come relatore ad un convegno sulla Madonna del Monte di Racalmuto ne fui ben felice.
Alcune circostanze: era la fine del 2002; mons. Cataldo Naro era stato da poco nominato arcivescovo di Monreale; il dott. Salvatore Sardo rivestiva il ruolo di assessore alla cultura e di vicesindaco; nel 2003 sarebbe caduto il cinquecentesimo anniversario della venuta "miracolosa", secondo la leggenda, della statua della Madonna detta del Monte a Racalmuto.
Ancora echeggiavano in paese i nove giorni di festeggiamenti per il cinquantenario dell'incoronazione della Madonna nel 1988, i festeggiamenti del 2003 si preannunciavano altrettanto solenni secondo le aspettative. Il convegno si inseriva in questo clima.
Ci recammo in Episcopio a Monreale per estendere l'invito e poi, conoscendo l'indole di mons. Naro e la serietà dello studioso, ritenni opportuno fargli avere alcuni libri per la necessaria documentazione; glieli portai a Poggio San Francesco dov'era in corso un ritiro spirituale condividendo per un giorno intero l'agape fraterna e le evangeliche meditazioni. L'appuntamento per Racalmuto fu confermato.
Ci recammo in Episcopio a Monreale per estendere l'invito e poi, conoscendo l'indole di mons. Naro e la serietà dello studioso, ritenni opportuno fargli avere alcuni libri per la necessaria documentazione; glieli portai a Poggio San Francesco dov'era in corso un ritiro spirituale condividendo per un giorno intero l'agape fraterna e le evangeliche meditazioni. L'appuntamento per Racalmuto fu confermato.
Mons. Naro venne e alla presenza di vari studiosi e
dell'arcivescovo di Agrigento tenne una conferenza ricca di originali spunti di riflessione
Al termine dei lavori il comune diede incarico allo studioso don
Biagio Alessi di collazionare gli atti e predisporli per la
pubblicazione.
Le cose non andarono così.
Il prolungamento dei tempi
tecnici e la morte prematura di Padre Alessi, il cui lavoro, ulteriormente sollecitato e giunto a un buon
punto, ho potuto visionare nel periodo del mio incarico come assessore tecnico
alla cultura, rimandarono la pubblicazione alle calende greche.
Si sarebbe
dovuto recuperare il lavoro già compiuto presso gli eredi. Non s’è fatto.
Sarebbe stato bello pubblicare e presentare gli Atti a dieci anni di distanza del convegno, durante la Festa del Monte di quest'anno, che si svolgerà nei giorni di venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 luglio 2013.
Sarebbe stato bello pubblicare e presentare gli Atti a dieci anni di distanza del convegno, durante la Festa del Monte di quest'anno, che si svolgerà nei giorni di venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 luglio 2013.
Nel
frattempo, oltre mons. Naro, qualche altro relatore è morto. Per non lasciar cadere l’evento nel
dimenticatoio, nel 2010 ho chiesto ad Enzo Di Natali, direttore della rivista
“Oltre il muro”, di ospitare l’intervento di mons Naro preceduto da una mia
breve nota per contestualizzarlo. P. C.
ALCUNI PASSAGGI DELL'INTERVENTO DI MONS. CATALDO NARO
[...] L’autore,
un gesuita, padre Morreale, dice a un certo punto del suo volume, pagina 122,
che a chi volesse chiamare fanatismo le manifestazioni di culto verso la
Vergine, devo rispondere che una cosa è l’autentico sentimento religioso e
altra cosa è l’ammirazione cieca, l’entusiasmo incontrollato, non illuminato
dalla ragione, il vero sentimento religioso non è fanatismo, non è semplice
tradizione, anche se questa nei suoi aspetti positivi ha una importanza non
trascurabile, non è pura abitudine, ripetizione cioè di atti per meccanica
consuetudine, non è una qualsiasi religiosità pagana né si riduce ad animo
naturalmente religioso, che talvolta mescola indiscriminatamente cristianesimo e
paganesimo.
È un autore che scrive negli Anni
Settanta del secolo appena trascorso, mi pare alla fine del ’77 dice il Padre
Sferrazza nell’Introduzione, quindi una trentina di anni fa, e si sente obbligato a dire che certe manifestazioni
della devozione mariana qui a Racalmuto non sono paganesimo, non sono fanatismo, e nel dire questo, accusatio non petita, vuol dire che lui
o altri pensavano questo. Non è così? Lo
stesso autore a pagina 117 raccontando dell’incoronazione della statua della
Vergine qui a Racalmuto il 12 giugno 1938, riferisce delle omelie che ben tre
vescovi tennero in quella occasione, il vescovo Peruzzo, vescovo diocesano, più
Ficarra e Jacono mi pare, vescovi originari della diocesi, e riferisce padre
Morreale che in quella occasione i vescovi tennero a dire qual era la vera
devozione mariana, vera, contrapposta a falsa, non vera, deviata, e cose di
questo tipo.
Guardate, prendiamo sul serio queste
affermazioni. Che significano dal punto di
vista
culturale? Significa che chi scorge in manifestazioni attuali, sotto i loro
occhi
30 anni
fa o 60 anni fa per l’incoronazione, scorge qualcosa di non vero, di non
autentico, di pagano, di non veramente cristiano, da una valutazione, una
valutazione che definisce un comportamento, che definisce un comportamento che
è culturale, che è frutto di una storia, e dando questa valutazione afferma uno
scarto tra la sua cultura, il suo modo di intendere come autentica una forma di
devozione, e chi invece, rilegato nel passato in questo caso, non attinge quella
autenticità. Il problema non è di paganesimo e cristianesimo, il problema è di
livelli storicamente datati di cultura cristiana.
Io credo che non si possa dire sul piano fenomenologico
storico, qui ci sono diversi studiosi di storia, che una manifestazione
risalente, che so, al 500, giudicata dal 900, solo perché giudicata sulla base
della cultura cristiana del 900,
non rispondente ai suoi canoni, debba essere valutata come pagana, risale semplicemente
ad un’altra epoca in cui il cristianesimo culturalmente si esprimeva in maniera
diversa. [...]
Racalmuto, 31.7.2009
RispondiEliminaCaro don Massimo,
le invio il testo digitalizzato come da lei richiesto. Sono contento che, anche grazie all’amico Enzo Di Natali, finalmente si onori con la pubblicazione il magistrale intervento che con grande disponibilità suo fratello ha fatto al convegno di Racalmuto nel 2003. Ancora non è stato possibile vedere gli Atti pubblicati.
Sono altresì contento di poter riprendere, grazie a lei, quelle attività a cui suo fratello, con la discrezione tipica dei grandi uomini e guardando con affettuosa benevolenza le mie distraenti escursioni nella scrittura creativa, mi ha sempre spronato, in particolare la pubblicazione del carteggio di Padre Cipolla, da me salvato fortunosamente e che in gran parte ho già digitato.
La saluto cordialmente.
Suo Piero Carbone
che invoca benedizione per la sua piccola Laura.