domenica 7 luglio 2013

IL PAPA A LAMPEDUSA, GLI ARTISTI E I CLANDESTINI






Domani il Papa sarà in Sicilia, a Lampedusa, sul molo dove attraccano si fa per dire i superstiti di traversate di fortuna, a far visita agli ultimi tra gli ultimi, agli immigrati, ai clandestini, ai disperati del nostro tempo. 

Dietro i ragionamenti, le leggi, le opportunità, dietro le cause storiche e le attuali responsabilità, dietro i numeri e le analisi degli studiosi, ci stanno le singole persone, persone come noi, con i loro drammi, le sofferenze, i loro sogni.


Sono immigrati. 


Lo siamo stati anche noi, altrove. 


La poesia che segue nasce dalla consonanza storica. La consonanza di quello che una volta si diceva il sud del mondo e che ora si estende ad altre latitudini e ad altri punti cardinali. 

 


n-silenziu si l'agghiutti

Mamma, li turchi
su junti a la marina,
cantava anticamenti
la canzuna.

Scinnìvanu ccu armi
e scimitarri.
Sbarcavanu arraggiati
comu cani.

Ora arrivanu di notti
a l'ammucciuni,
ammunziddrati
ncapu li varcuna.

Parinu lapi, lapi
appizzati
a na vrisca di feli
ncatinati.

L'acqua l'annaculìa.
Màncianu luna.
Chjinu lu cori
ma muorti di fami.

A Puortu Palu cc'è cu và,
cu và a Pachinu,
a Lampedusa, o puru
cchjù luntanu.

Nuddru li vidi,
nuddru li scummatti,
pirchì lu mari n silenziu
si l'aggliutti.





EN SILENCIO LOS TRAGA

"Mamá, los moros
llegaron de la mar."
Cantaba hace
tiempo una canción.

Bajaban con armas
Y sables.
Desembarcando
Feroces como perros.

Ahora llegan de noche
A escondidas,
Amontonados
Arriba de barquitos.

Parecen abejas,
Abejas pegadas
A un pañal de miel
Encadenadas.

El agua los arrulla.
Comen de luna.
Lleno el corazón
Y muertos de hambre.

Hacia Portu Palu algunos van,
Otros para Pachinu,
A Lampedusa
O tal vez más allá.

Nadie los ve,
Nadie los enfrenta
Porque la mar
en silencio los traga




in silenzio il mare se li inghiotte

Mamma, li turchi / son giunti alla marina, / cantava anticamente
/ la canzone. / Scendevano con armi / e scimitarre. / Sbarcavano
arrabbiati / come cani. / Ora arrivano di notte / di nascosto, /
ammassati / sopra i barconi. / Sembrano api, api / attaccate / a un
favo di miele / incatenate. / L'acqua li dondola. / Mangiano luna.
/ Pieno il cuore / ma morti di fame. / A Porto Palo c'è chi va, /
chi va a Pachino, / a Lampedusa, oppure / più lontano. / Nessuno
li vede, / nessuno li cerca, / perché in silenzio / il mare se li inghiotte.





Poesia pubblicata nella versione dialettale e italiana su Venti di sicilinconia, Medinova editrice, Favara 2009. Traduzione in spagnolo di Juan Diego Catalano.

Recitazione in spagnolo di Juan Diego Catalano
http://www.youtube.com/watch?v=_odakdS0aig

Le foto ritraggono una scultura di Giuseppe Agnello attualmente in esposizione alla Torre Carlo V di Porto Empedocle, dal 22 giugno, nell'ambito della mostra "Memorie: vedute laterali e oblique".
A dimostrazione dell'annoso problema e di antiche emergenze e conseguenti sensibilità, che permangono attuali, la scultura doveva essere installata, tra  maggio e giugno del 2008 a conclusione della mostra di Totò Bonanno e dell'anno scolastico, nelle sale del Castello Chiaramontano di Racalmuto  secondo un progetto concordato tra l'artista e l'assessore alla cultura del tempo a cui proprio il tempo è stato fatto mancare, innaturalmente, per realizzare l'avviato progetto.












1 commento:

  1. I commenti, le condivisioni, gli apprezzamenti delle persone che si stimano, ci fanno sentire in piacevole compagnia e rafforzano il senso del nostro dire e del nostro fare.

    Da fb:

    Franco Fasulo:
    Condivido. Grazie Piero.

    Anna Maria Scicolone:
    Meraviglia!

    Rita Grazia Mattina:
    Bellissima poesia, angosciante e realistica in un mondo in cui ci sentiamo sempre meno fratelli e sempre più proprietari di un suolo che fu dato a tutti.

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