Avevo inviato il testo "Il paese di Sciascia e delle passeggiate" al prof Nino Buttitta, direttore della rivista trimestrale Nuove Effemeridi, per rispondere ad una sua domanda di qualche anno prima circa i rapporti tra Sciascia e i racalmutesi e viceversa.
In attesa di un responso, con mia gradita sorpresa l'ho visto pubblicato sulla prestigiosa rivista, curata da Gianfranco Marrone, in una speciale occasione non prevista: la morte di Sciascia avvenuta il 20 novembre 1989. Ma non era stato concepito come un coccodrillo. Anzi, lo stesso testo dattiloscritto, che ho fatto leggere al prof. Salvatore Restivo, sarebbe stato da lui consegnato ad alcuni racalmutesi residenti a Milano perché lo facessero avere a Sciascia, che appunto lì si trovava in quel periodo, ma non ho mai saputo se Sciascia l'abbia letto o gli sia stato mai consegnato. Sempre più precarie si facevano le sue condizioni di salute
Ad un anno dalla morte di Sciascia invece, in una libera collaborazione con l'amministrazione del comune di Racalmuto, ho curato un incontro "sciasciano" sulle Parrocchie di Regalpetra invitando Claude Ambroise, Gesualdo Bufalino, Antonio Di Grado e Natale Tedesco che ho invitato, mi ricordo, per telefono o personalmente. Per l'occasione ho curato la pubblicazione di una cartella con due incisioni rispettivamente di Nicolò D'Alessandro e Domenico Faro (di cui conservo ancora la corrispondenza), un bel testo di Claude Ambroise sul "Purgatorio" degli scrittori post mortem e due mie poesie, lette da Mariella Lo Giudice, "Chi ci farà memoria?" e "Ti so della mia terra", consegnata anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano quando venne in visita alla Fondazione Sciascia.
In questi giorni di ricordo e di celebrazioni mi è sembrato opportuno riesumare questi e altri "gesti", immaginando che il ricordo sia ritenuto in qualche modo significativo.
Probabilmente, un po' meno per gli organizzatori, in paese, delle celebrazioni del trentennale della morte di Sciascia, tra Fondazione e Amministrazione comunale.
"L'Ora", mercoledì 11 luglio 1990: |
"Unicuique suum"cm 100 x 80 (1989) Quadro donato da Pippo Bonanno al comune di Racalmuto in occasione della mostra "Ritorno a Racalmuto" ( Auditorium "Santa Chiara" 27 maggio - 4 giugno 1989) |
Il testo, già pubblicato su Nuove Effemeridi, nel frattempo pubblicato a sé in un libretto col titolo Il mio Sciascia, è stato poi inserito nel volume collettaneo Ricordare Sciascia, pubblicato nel 1991 da Publisicula Editrice, a cura di Paolo Cilona e Antonio Maria Di Fresco, con il contributo del Prof. Pio Lo Bue. Un volume in grande formato di 448 pagine, Lire 120.000.
Così scriveva Matteo Collura nella premessa "Leggere e rileggere Sciascia":
"Leonardo Sciascia a poco più di un anno dalla sua morte. Verrebbe da dire: uno, nessuno e centomila. Sì, perché ognuno parla di un suo Sciascia, sciorinando verità che fino a quando Sciascia era vivo aveva tenuto dentro per 'rispetto al maestro'. Ha proprio ragione Enzo Biagi (che lo ha scritto subito dopo la morte di Sciascia): il problema non è tanto morire, quanto restare nella memoria degli altri".
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