Ezio Noto, all'alba del 19 agosto, con la sua carovana di artisti, complice Giacomo Bonagiuso, davanti al tempio di Hera ci ha sorpresi tutti sorprendendo l'alba selinuntina con sonorità modernissime e ancestrali per darci suggestioni e indurci a meditativi pensamenti... "pi liberi pinsari e iberi cantari... Sicilia... Sicilia... terra giarna arsa di suli... terra nivura arsa di focu... accumenza la magia...". P. C.
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All’alba (ore 05.30) di domenica 19 agosto, al Tempio di Hera, si terrà lo spettacolo “Napordu” di Ezio Noto.
Il Napordu (Onopordo, Onopordum Illyricum) è una pianta, una spina che resiste verde e rigoglioso quando tutto in Sicilia è arso, nero, giallo, secco, “paschera”.
Spinoso, lo devi maneggiare con cura, sbucciandolo e mangiando il suo cuore verde, ti toglie lo stimolo della fame e ti disseta. Ha un bellissimo fiore in testa.
Per me è la metafora perfetta di chi resiste a fare arte in questa terra arsa, per chi cerca la bellezza nell’arte.
Il Festival della luce è una crepa che riesce a far passare la luce. “C’è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce” Leonard Cohen.
Napordu è un progetto creativo pensato per il Festival della Luce 2018 che prevede la partecipazione di musicisti, un pittore, uno scultore, una danzatrice e alcuni attori: sulle musiche di Ezio Noto dal vivo, si esprimeranno dal vivo i diversi artisti in una esplosione di creatività, consapevolezza, incoscienza, improvvisazione.
Singolarmente, a sezioni, tutti in ensemble.
Un “tappeto” sonoro che accoglierà tutti in una “fusione”, “contaminazione” di arti: musica, teatro, danza, pittura, scultura.
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Sintesi e riflessione di e con Raimondo Moncada
Anche un'altra volta Ezio Noto si rese "colpevole" di un coinvolgente evento artistico
che ho avuto la ventura di seguire:
https://archivioepensamenti.blogspot.com/2017/08/tintinnabula-burgio-per-il-dedalo.html
ph ©piero carbone
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