Dissento su molti punti della lettera aperta che Lillo Bongiorno ha inviato in questi giorni ai giornali: nel merito della materia qui o là trattata, nel metodo e nella tempistica con cui la diffonde, ne riconosco addirittura la sua, diretta o indiretta, responsabilità in alcune scelte, anche di persone o personalità, rivelatesi inefficaci o sbagliate tout court rispetto ai problemi additati e alle soluzioni prospettate (basti rileggere alcuni post in questo blog per averne un disincantato e amareggiato ragguaglio).
Concordo altresì su alcuni punti che mi avviene di trattare, anche in solitudine, ormai da molti, troppi anni, mi riferisco in particolare alle sorti della Fondazione Sciascia e alla gestione culturale delle opportunità e delle potenzialità del nostro paese ovvero del "paese di Sciascia" - quale onore esserlo! quale onere comporta! che tremenda responsabilità a fronte delle giuste aspettative! Quanta politica mediocre e inadeguata! Quanta gente di scoglio o di mare aperto, stanziale o di passaggio, accreditatasi di cultura o di stretta fede sciasciana, in malafede o semplicemente opportunista!
Il tempo è galantuomo ma a volte persino il riscontro di talune, solitarie preveggenze porta con sé un retrogusto amaro, l'amarezza dei fallimenti non propri o strettamente personali ma collettivi!
Ve n'è la ragione, quando si ama il proprio paese e inscindibilmente si crede nella cultura e nei valori che trascendono questo o quel paese, che prescindono da contingenze temporali e localistiche.
Pertanto, anche in fedeltà con me stesso, non mi sottraggo all'eventuale dibattito, come purtroppo altri talvolta hanno fatto, e pubblico volentieri nel blog, sorta di fortino senza palizzate che tuttavia resiste a inaspettati assedi e sperimenta incursioni nel mondo circostante e dei desideri, pubblico volentieri, dicevo, quanto Lillo Bongiorno ha voluto sottoporre all'attenzione, e alla pubblicazione.
Piero Carbone
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Caro Piero,
qualche giorno fa ho scritto la lettera aperta che ti allego, pubblicata da blog e giornali.
Ancora una volta l'amministrazione comunale e la Fondazione perdono una grande occasione di inserirsi nel dibattito nazionale, questa volta su mafia ed antimafia, di scottante attualità.
L'assessore Picone mi ha risposto con un articolo che elenca una grande(sic!) serie di cose fatto per e con la Fondazione.
Io credo ben poca cosa, se aggiungiamo ai problemi della Fondazione, quelli del Teatro, del Castello, della Biblioteca. Tutto molto carente dal punto di vista culturale.
Paese sfortunato il nostro, con grandi potenzialità ma gestito al minimo della ordinaria amministrazione.
Ciao.
Lillo Bongiorno
*
Lettera aperta
Qualche
giorno fa, Felice Cavallaro con un coraggioso articolo ( da par suo) sul
Corsera, ha ricordato il famoso articolo di Leonardo Sciascia del 10 gennaio
1987 che ha dato il via alla polemica sui c.d. “professionisti dell’antimafia”.
L’articolo
di Sciascia, come puntualmente ricordato da Cavallaro, si è rivelato di una
profetica lungimiranza, frutto della sua vivacità intellettuale e della
profonda conoscenza degli uomini e della terra di Sicilia.
Cavallaro
ha scritto di impostura di una antimafia da vetrina, che trent’anni dopo
l’articolo del professore, è drammaticamente confermata dalla “caduta dei miti” e, con grande
professionalità e schiena dritta, fa
nomi e cognomi di magistrati, imprenditori e giornalisti, oggetto di inchieste
in corso.
A
fronte di una sconsiderata polemica innescata trent’anni fa dal “comitato
antimafia”, quanto affermato e previsto
da Sciascia si e rivelato di scottante attualità ed oggi anima il dibattito
politico-istituzionale su mafia e antimafia.
Per
quanto sopra, qualche mese fa avevo proposto al sindaco di Racalmuto Emilio
Messana ed all’Assessore alla cultura Picone, di organizzare un grande
dibattito a Racalmuto su mafia ed antimafia a trent’anni dall’articolo di
Sciascia, invitando, magistrati, giornalisti e politici di livello nazionale,
non per una sterile celebrazione di quanto affermato da Sciascia, ma per
riconfermare l’importanza e l’attualità
del pensiero del nostro illustre concittadino e, soprattutto, per offrire, dal “paese della ragione”, un importante contributo
al dibattito nazionale in corso.
L’avvenimento
avrebbe riacceso i riflettori nazionali su Racalmuto e sulla Fondazione
Sciascia che oggi vive un momento di grande difficoltà.
Il
sindaco Messana e l’assessore Picone, ovviamente, non ne hanno fatto nulla :
ANCORA
UNA IMPORTANTE OCCASIONE MANCATA !
Cosi
la Fondazione Sciascia continua a vivere una condizione di marginalità, tra
l’altro subendo la perdita di finanziamenti per non aver presentato l’istanza
alla Regione da parte dell’amministrazione comunale (anno 2015) o ottenendo un
misero finanziamento di appena 47 mila euro per l’anno 2016, a fronte di ben
più cospicui contributi ad istituzioni, certamente di minore importanza
rispetto alla Fondazione (probabilmente perché le ragioni dell’importanza della
Fondazione non sono state adeguatamente sostenute in Regione
dall’amministrazione comunale).
L’attività
culturale della Fondazione langue, la modifica dello Statuto è in corso da 30
mesi senza venirne a capo, non si capisce se il direttore letterario e
componente del C.d.A. prof. Di Grado si è dimesso o meno, non si sono ricercati
importanti sponsor, dopo il contributo del Comune, su nostra proposta, di €.
10.000, per l’anno 2015, il contributo per l’anno 2016 è stato ridotto al
lumicino, come l’attenzione e l’impegno dell’amministrazione comunale nei
confronti della Fondazione.
Dopo
l’insediamento dell’amministrazione Messana, speranzoso in un proficuo lavoro
amministrativo per il rilancio socio-economico e culturale di Racalmuto, avevo
scritto una lettera aperta sulla ripresa dell’attività della Fondazione
Sciascia con il concreto sostegno del Comune, dopo anni di disattenzione (se
non di ostracismo) delle passate
amministrazioni comunali (toh che coincidenza! Sostenute dallo stesso partito e
dagli stessi uomini che sostengono attualmente il sindaco ), anche in questo Emilio Messana è stata una
profonda delusione.
Racalmuto
12 gennaio 2017
Lillo Bongiorno
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