Guglie e "merletti" della cattedrale di Palermo visti e fotografati di sera attraverso le alte e ampie finestre del Liceo classico Vittorio Emanuele II in occasione della notte nazionale dei licei; notte bianca e open day del 13 gennaio 2017.
classicamente moderni
Catullo
Vivamus, mea Lesbia, atque amemus
rumoresque senum severiorum
omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt,
nobis cum semel occidit brevis lux,
nox est perpetua una dormienda.
Da mihi basia mille, dcinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum
deinde usque altera mille, dein secunda centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimus ilia, ne sciamus,
aut nequis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum.
(Catullo, c. 5)
VASATI A NUN FINIRI
di
Domenico Romano
Gudemula sta vita,
Lesbia du me cori,
e amamunni,
e di tuttu chiddu chi dicinu
i vecchi arripudduti
troppu severi e invidiusi
futtemunninni.
Tramunta lu suli,
ma po' torna a splenniri
su stu munnu,
nuavutri inveci,
quannu sta picca luci
s'astuta e scumpari,
'na notti
una sula eterna
amu a dormiri.
Dammi milli vasati
doppu centu e ancora milli,
e milli e centu
e ancora milli e centu.
Poi, quannu migghiaia
e migghiaia di vasati
avemu assummati,
ammiscamuli,
accussi pirdemu lu cuntu,
e picchi nu spunti unu
d'animu malu
chi ni ietti u malauguriu
sapennu quanti vasati
ci semu dati.
Mia traduzione di servizio:
Godiamocela, questa vita,
Lesbia del mio cuore,
e amiamoci,
e di tutto quello che dicono
i vecchi rincoglioniti,
troppo severi e invidiosi,
freghiamocene.
Tramonta il sole,
ma poi torna a splendere
su questo mondo,
noialtri invece,
quando questa poca luce
si spegne e scompare,
una notte
una sola ed eterna
dobbiamo dormire.
Dammi millie baci,
dopo, cento, e ancora mille
e mille e cento
e ancora mille e altri cento.
Dopo, quando migliaia
e migliaia di baci
avremo assommati,
mescoliamoli,
così perdiamo il conto,
e affinché non spunti uno
d'animo cattivo
che ci lanci il malocchio
sapendo quanti baci
ci siamo scambiati.
Godiamocela, questa vita,
Lesbia del mio cuore,
e amiamoci,
e di tutto quello che dicono
i vecchi rincoglioniti,
troppo severi e invidiosi,
freghiamocene.
Tramonta il sole,
ma poi torna a splendere
su questo mondo,
noialtri invece,
quando questa poca luce
si spegne e scompare,
una notte
una sola ed eterna
dobbiamo dormire.
Dammi millie baci,
dopo, cento, e ancora mille
e mille e cento
e ancora mille e altri cento.
Dopo, quando migliaia
e migliaia di baci
avremo assommati,
mescoliamoli,
così perdiamo il conto,
e affinché non spunti uno
d'animo cattivo
che ci lanci il malocchio
sapendo quanti baci
ci siamo scambiati.
Links correlati:
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VASAMMUNI, LESBIA, O COMU SCHIFIU TI CHIAMI
Baciamoci, Lebia, qualunque sia il tuo nome
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Catullo in corso tradotto in siciliano da Marco Scalabrino
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2015/01/il-siciliano-in-corsica.html
Modernità di Catullo?
Basta sostituire il nome Lesbia con un altro che che ci sta nel cuore o sulle labbra... e il gioco è fatto!
Non solo Catullo:
anche l'Odissea (in collaborazione con l'Università per stranieri)
le "inutili" stragi delle guerre mondiali
il coro
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