Nota parzialmente già pubblicata su fb
8 settembre 2014 alle ore 13.29
Il link dell'intervista sotto citata:
Intervistato dal giornalista Mediaset Paolo Liguori, Gaspare Agnello ci fa sapere che il libro dell'ergastolano Giuseppe Grassonelli e del giornalista del Tg5 Carmelo Sardo non era neanche nella rosa dei finalisti, ce n'erano altri i cui autori però in caso di vincita non avrebbero partecipato alla cerimonia di premiazione; a questo punto, scatta il criterio sciasciano al 100% (?!), il Presidente, che è un altro giornalista Mediaset, propone di inserire il mondadoriano Malerba perché l'autore, o almeno uno dei due (quello in libertà insomma), sarebbe intervenuto alla cerimonia di premiazione.
Questo è il Premio Racalmare voluto da Sciascia? O, se non erro, un anno è stato attribuito ad un autore assente!
Ma allora il criterio di un premio letterario è, dev'essere, la presenza o la scrittura?
Immaginiamo la selezione: - Tizio non viene. - Scartato. - Ma ha scritto un buon libro?- E lui perché non viene?. Avanti un altro. - Caio? - Viene. - Mandiamolo in finale. - Ma ha scritto un libro che... - Però ci assicura la presenza. Dobbiamo fare spettacolo. Inseriamolo. Gli assenti vanno sempre scartati
E così di presenza in presenza si promuove la buona letteratura!
Letteratura e trasporti, letteratura e mobilità, un buon binomio!
Implicitamente, una tale pantomima, per un commentatore che ha commentato l'edizione di quest'anno e che si rifugia dietro uno pseudonimo, sarebbe molto sciasciana, insomma, tutto "apposto".
Il suddetto commentatore che si rifugia dietro uno pseudonimo, con una bella faccia tosta e molta ignoranza, critica, con tono irridente per giunta, pur senza fare nomi, chi ha fatto notare che in ben altro modo lo Scrittore di Racalmuto intendeva il Premio Racalmare. Sarebbe bastato consultare i giornali degli anni dei mesi e dei giorni in cui Sciascia ha presieduto le cerimonie di Premiazione delle varie edizioni per leggere le sue, dico le "sue", dichiarazioni.
Eccetto che da diffidente giornalista, se giornalista è il suddetto commentatore che si nasconde dietro uno pseudonimo, diffida di ciò che riportano i giornali!
Ma questa è un'altra storia.
Se giornalista è, lo/a compiangiamo: non credere nell'autenticità della propria professione. Cavoli suoi!
Il risvolto inquietante di tutta questa storia è che non avremmo mai saputo del criterio con cui vengono selezionati i libri al Premio Racalmare-Sciascia se un giurato, a cui va riconosciuta una buona dose di coraggio e di coerenza, non si fosse dimesso e per difendersi dagli attacchi, anche sleali e sprezzanti, dovuti alle dimissioni, non avesse fatto venir fuori la verità!
Nella realtà, la conclusione di una tale vicenda sarà quella di una grande abbuffata di pubblicità per tutti, a scapito del rispetto delle parole, se le parole hanno un senso, utilizzate nella letteratura, nella critica letteraria, nel giornalismo, senza che nessuno paghi pegno: i lustrini e i vantaggi della pubblicità fanno passare sopra tante cose.
Anche così si uccide un premio: per eccesso di successo dovuto a ragioni spurie.
P. S.
Un mio precedente commento su fb sul premio Racalmare-Sciascia:
SCIASCIA E I PREMI LETTERARI
Sciascia solitamente era contro i Premi letterari, tuttavia ne avrebbe voluto uno così: un Premio diverso, appartato, di provincia, quasi silenzioso e quindi libero da mode, camarille, interessi, cordate e raccomandazioni: solo qualità letteraria.
Links correlati:
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/17:11/4540752
http://fattiemisfatti.tgcom24.it/wpmu/2014/09/02/corte-suprema/
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2014/08/mi-associo-chi-si-dissocia.html
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