Può accadere di assistere ad un'accesa discussione sul concetto e la definizione di "campagna", e accendersi ancora di più se il termine viene usato dagli architetti in rapporto dialettico con la città; se poi questa discussione avviene, come è avvenuta, in casa di un architetto va a finire che a partire dalla campagna si scorrazza lungo tutta la storia dell'architettura, e le contrapposte fazioni sul concetto di campagna polarizzarsi appassionate e inconciliabili quasi come e quanto una guerra di religione.
Per via teorica è difficile accordarsi e infatti quella volta l'accordo non ci fu ma venne oltrepassato per fortuna e brillantemente dinanzi ad una tavola imbandita dove vino e frutta e altro bendidio non lasciavano dubbi sulla loro provenienza.
Ma al netto delle colte disquisizioni architettonico-campagnole, mi sovviene il ricordo della campagna dell'infanzia ancor più di quella recente a tratti fin troppo antropizzata. Sennonché, rovistando tra le foto di famiglia mi è capitata sotto gli occhi un'immagine di campagna che è antecedente ai miei stessi ricordi e tra le tante cose (casette in gesso, mandorli, fiere e dimesse cavalcature, bisacce piene...) noto tanti muretti o lìmmita, in dialetto, che delimitano i vari appezzamenti di terreno: lìmmita in pietra, belli a vedersi, in armonia con la natura circostante, come quelli delle campagne del ragusano: lì ancora perdurano e vengono conservati e apprezzati anche per la loro bellezza.
Immortalati da scatti di fotografi famosi e da scritture barocche.
Lì. Da noi un po' meno.
Senza averne consapevolezza, la foto pubblicata assume uno straordinario valore documentario da quanto è emerso dalla conversazione con Angelo Cutaia che mi pare valga la pena di riportare integralmente. Una ragione in più per organizzare e coordinare una collettiva raccolta civica delle fotografie conservate e prodotte non solo negli studi fotografici di paese ma in tante abitazioni private :
RispondiEliminaConversazione iniziata oggi giovedì 2 gennaio:
Angelo Cutaia Di Racalmuto
15:10
Angelo Cutaia Di Racalmuto
prova a fare una foto oggi dallo stesso punto di vista. Ossia da davanti la chiesa del Serrone. Ne sarai stupefatto. L'antropizzazione e la cementificazione abbrutiscono tutto. -- tento di pubblicare e non me lo consente.
Piero Carbone
15:14
Piero Carbone
lo faccio io, ma tu prova lo stesso; ma è sicuro che si tratta del serrone? gli indizi proprietari ci serebbero in realtà in quanto un versante della collina del Serrone era di proprietà della nonna di mia madre che era una Cinquemani
Angelo Cutaia Di Racalmuto
15:15
Angelo Cutaia Di Racalmuto
la casa che si vede sulla destra è ancora oggi riconoscibile.
Piero Carbone
15:16
Piero Carbone
e i due che cavalcano sono mio zio materno Calogero Petruzzella e il suo cugino omonimo;
mi arrendo
Angelo Cutaia Di Racalmuto
15:17
Angelo Cutaia Di Racalmuto
conservala bene, si tratta proprio del posto dove vogliono fare la rotonda della circonvallazione
Piero Carbone
15:18
Piero Carbone
e dire che mi è venuta fra le mani per caso proprio ora mettendo ordine tra le tante foto che sto sitematicamaente scannerizzando...
Angelo Cutaia Di Racalmuto
15:18
Angelo Cutaia Di Racalmuto
bene
Piero Carbone
15:18
sistematicamente
Angelo Cutaia Di Racalmuto
15:18
Angelo Cutaia Di Racalmuto
metti data e nome dei personaggi
Piero Carbone
15:20
Piero Carbone
prima che mio zio emigrasse; ora chiederò a mia madre
Angelo Cutaia Di Racalmuto
15:21
Angelo Cutaia Di Racalmuto
le date sono importanti, cmq per me si tratta degli anni Quaranta