Una perdita. L'attesa. Un telefono che non squilla. Il poeta interpreta quel silenzio, e lo riempie a suo modo. O forse l'amplifica: Stanley Barkan ci prova, con parole inglesi; Marco Scalabrino le volge in siciliano. Ma si può tradurre il silenzio?
STILL WAITING FOR THE PHONE TO RING
“Call us as soon as you get there,”
her father said,
the last to hug and kiss her
before she left for the bus station,
the transit point for all the just-graduated,
on their way to country’s duty.
Everyone must serve
when there’s a state of siege.
Yes, even young girls like her.
Just a teen.
Just out of high school.
Just starting out on her life’s journey.
No, she had not yet loved.
No, she had not married.
No, she had not had her own children.
She was just a child herself.
Now, where is she?
—Where is that litlle girl he carried?—
Oh, some may be content
with the prayer
so devoutly to be wished
that she was taken so young
to be the most beautiful angel,
that the loss—too soon—to this world
was the gain of the other world,
to be among the brightest stars
in that overplace we call Heaven.
But he, the father,
and yes, she, the mother,
and we, all the brothers and sisters,
STAMU ANCORA ASPITTANNU
“Telefona, appena arrivi”
ci dissi so patri
l’ultimu chi l’abbrazzau e la vasau
a la firmata di l’autobus,
passaggiu ubblicatu
pi ogni lauriatu friscu
chi va a sèrviri la Patria.
Tutti hannu a jiri surdati
quannu c’è bisognu, tutti,
puru na picciuttedda comu a idda.
Giustu na carusa.
Sciuta ora ora di la scola.
Partuta appena pi lu viaggiu di la vita.
Idda nun canuscìa l’amuri.
Nun era maritata.
Nun avìa figghi.
Idda stissa era na picciridda.
E ora, unni è?
- Chi fini fici ssa jarzunedda? -
Napocu si cunòrtanu prijannu
e disiannu chi idda
fu pigghiata accussì giuvini
pi essiri l’ancilu chiù beddu,
pi stari tra li stiddi chiù lucenti,
chi la perdita - troppu prestu - pi stu munnu
fu guadagnu chinu pi l’autru munnu,
ddu postu luntanu chi chiamamu Paradisu.
Ma so patri,
so matri
e tutti nuatri frati e soru
stamu ancora aspittannu
chi idda telefona.
Traduzione di Marco Scalabrino
Traduzione di Marco Scalabrino
Stanley H. Barkan, RAISINS WITH ALMONDS. "Pàssuli cu ménnuli" nel siciliano di Marco Scalabrino, Legas 2013
TESTIMONIANZA DI STANLEY H. BARKAN
Devo all’interesse e alla generosità di
Gaetano Cipolla, la pubblicazione, finalmente, dopo un vuoto di 13 anni, da quando
Marco Scalabrino tradusse le poesie e Giuseppe Mineo scattò le foto, di questa
raccolta bilingue. Sono sinceramente grato a tutti coloro che mi hanno ben
accolto e introdotto nelle molteplici fonti di gioia offerte dalla cultura
siciliana. Spero che le mie poesie possano essere un grato, valido tributo e possano
incoraggiare i lettori ad andare a visitare e a godere dello splendore di
quella reale e mitica isola a tre punte del Mediterraneo.
DALLA PREFAzione DI GAETANO CIPOLLA
Stanley
Barkan è associato ad Arba Sicula, organizzazione internazionale che promuove il
linguaggio e la cultura della Sicilia, sin dagli inizi del 1979. Egli è un membro
della organizzazione e ha pubblicato numerosi libri che trattano della poesia e
della cultura siciliane. Il suo sodalizo con l’artista Nicolò D’Alessandro, col
romanziere Ignazio Apolloni e col poeta Nat Scammacca, i quali tutti furono
legati all’Antigruppo Siciliano, è stata una testimonianza del suo interesse
nei riguardi della cultura siciliana. Benché, come editore della Cross-Cultural
Communications, Stanley abbia ampiamente dimostrato il suo interesse verso le
culture di tutto il mondo - a conti fatti, la sua casa editrice ha pubblicato
oltre 400 titoli concernenti la poesia mondiale, coreana, russa, portoghese,
eccetera - egli ha sempre avuto uno speciale feeling con il Siciliano, forse a
motivo del suo diretto coinvolgimento in un certo numero di eventi che hanno focalizzato
l’attenzione sulla Sicilia, quale quello della Conferenza sulle Origini Siciliane dell’Odissea, che ebbe luogo a Trapani nel 1990, o
forse per la sua vicinanza con Nat Scammacca, che Barkan ammira tanto da
imitarne spesso, nel leggere le proprie poesie, l’inconfondibile tono di voce e
il modo di recitare.
Per questa ragione, non sorprende che Barkan si accinga
a pubblicare questa silloge di poesie intitolata Raisins with Almonds, con traduzione in Siciliano di Marco Scalabrino. [...]
L’anima ebraica di Barkan ha trovato in Sicilia una accogliente e materna
atmosfera. Forse i suoi antenati furono fra coloro costretti a partire nel 1493
quando la Spagna li cacciò fuori dall’Isola che era stata la loro patria per oltre
un millennio. Così queste poesie sono un ritono a casa, non a Gerusalemme, ma
in Sicilia.
Mille GRAZIE Piero. Giralo a Stanley e a Gaetano. Un abbraccio, Marco.
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