Oggetti come feticci, amuleti, portafortuna, portamemorie: l'immaginetta della santa protettrice, la foto dei propri cari, un piccolo arnese di lavoro, un filo di paglia, un fiore essiccato, una zolletta di terra delle proprie contrade o un frammento di campana!
Già, proprio così, ma questa "fortuna" è capitata una volta sola, quando nelle fasi di montaggio cadde una delle campane dall'alto del campanile del Monte, senza danni e con molto spavento, e alcuni ebbero la ventura di conservare nel portafogli frammenti del metallo benedetto e portarselo in America, in Germania, in Australia.
Tra questi fortunati non è da annoverare Eduardo Chiarelli il quale ha portato con sé "oggetti" meno consistenti, ma altrettanto sonori come quei frammenti di campana: i ricordi.
Familiari e solenni ce li fa risuonare nella delicata testimonianza, quasi una rituale rievocazione, da Setúbal in Portogallo. P. C.
È un bellissimo fiore
di
Eduardo Chiarelli
Si dice che per
i Siciliani la primavera cominci ufficialmente
com la festa del mandorlo in fiore , per me cominciava, com un
altra festa che si svolgeva nel mio
paese, Racalmuto .
Cominciava verso le cinque del pomeriggio, com una
sfilata, ed io vi assistevo standomene seduto, su uno scalino accanto all'edicola dell'Immacolata .
Fungeva da palco
lo spiazzale antistante la chiesa di San Francesco, che con il castello da un lato, il convento
dall'altro e da alcune case, formava un bellissimo anfiteatro.
Non carri
allegorici sfilavano su questo spiazzale, ma uomini, per la maggior parte contadini
che ritornavano dal lavoro nei campi.
Alcuni passavano
a piedi com la sacchina e la zappa in spalla, altri guidando piccoli trattori scoppiettanti.
Passavano anche
pastori, con i loro greggi, che normalmente
si fermavano nel quartiere vicino, quello di San Nicola, dove vivevano.
Questi, visti con
occhi di bambino di quattro o cinque anni,
apparivano assai strani. Nervosi
e irrequieti, parlavano a scatti, fischiavano e imprecavano allo stesso
tempo, mentre correvano da una parte all'altra com il bastone alzato,
lanciando pietre contro le pecore più disobbedienti.
I miei preferiti
erano quelli montati sui muli, che
cavalcavano come solo i contadini Siciliani fanno, cioè com le gambe unite
penzoloni sullo stesso lato.
Trasportavano
fasci di legna, e nelle bisacce frutta e odorosa verdura. Alcuni avevano
anche il cane, legato da un lato e la
capra dall'altro.
Molti per mia grande
gioia, vedendomi tutti i giorni seduto su
quello scalino, mi riconoscevano e mi salutavano con la mano, o strizzandomi l´occhio, tra
questi sceglievo i più simpatici,
quelli con la “coppola“ tutta all'indietro, quasi sulla
nuca e con l´aria spavalda e felice.
Sì, un bellissimo
fiore a forma di grappolo, con piccoli
petali, rosso violacei, bianchi e rosa
, con steli e foglie verdissime, che racchiudevano in loro tutta l'essenza dei campi e della
primavera.
I contadini con accondiscendenza me li lasciavano strappare dall'enorme fascio che
trasportavano, mentre anziane signore che assistevano alla scena, ridendo, mi dicevano che quelli non erano
fiori, ma solo e soltanto Suddra, "Sulla", un'erba che si dava da mangiare agli animali.
Sono passati
quarant'anni da allora e molti dei sogni di quel bambino sono andati perduti
per sempre, spazzati via dagli anni e calpestati dalla vita, ma una cosa è rimasta intatta: la convinzione che la
Suddra fosse un bellissimo fiore .
In una luminosa giornata del mese di maggio di tanti anni fa, viaggiando sulla Palermo-Catania, nei pressi di Petralia Sottana, mi si è presentato lo spettacolo bellissimo delle colline sovrastanti l’autostrada ricoperte dal manto rosso dei fiori di suđđa, che da allora non mi è apparso più un umile foraggio.
RispondiEliminala suddra per me è sempre stata un bellissimo fiore. Ed ho provato le stesse sensazioni di Eduardo, avendolo preceduto nella abitazione del quartiere Spina - S. Francesco.
RispondiEliminaio la suddra la respiravo,specialmente quando mio Padre mi mandava a controllare che" l'armari abbiati,"cioè allo stato brado ma con pastoia incorporata,stessero tutti.
RispondiEliminaL'odore della suddra o meglio il profumo era pieno e denso e mi inebriava...
É un piacere leggere i tuoi racconti , pieni d´amore per il tuo paese , che tú riesci a descrivere mirabilmente . Ricreando emozioni profumi e suoni , ci trasporti in terra di Sicilia . Purtroppo non conosco la Sulla , nelle campagne romane non c´é , ma leggendo , mi sembra di sentirne il profumo .
RispondiEliminaI bambini apprezzano le cose per queloo che sono, non per quello che rappresentano. Se non é saggezza questa !
RispondiEliminaRicordo i prati di sulla ed i suoi bellissimi fiori. Ed apprezzo ancora di più il magnifico miele che regalano queste piante.
RispondiEliminaAncora oggi in Sicilia, nelle zone collinari attorno a Palermo, a primavera viene selezionato il "Miele di Sulla", caratterizzato da un colore molto chiaro e definito dai produttori leggermente lassativo; si rivela particolarmente adatto per bimbi e lattanti da svezzare.
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