lunedì 26 agosto 2013

POMODORI E ALBERI ANTROPOMORFI A RACALMUTO?

NON C'È DUE SENZA TRE, ANZI, QUATTRO




Qualche anno fa a Racalmuto un pomodoro suscitò stupore e originò processione di gente da tutta la provincia e non solo. Venne posto sotto una specie di baldacchino in una certa contrada di campagna e fu illuminato il vialetto che vi conduceva. Altro che ortaggi! Chissà quanto avrebbe fruttato! Su questo pomodoro un contadino sosteneva vedervi l’immagine del Cuore di Gesù. E forse non solo lui.

La commissione vescovile nominata ad hoc ne decretò la sparizione dopo rigorose indagini, ma un prete-artista che lo aveva dipinto in un quadretto ad olio ne rimase pittoricamente colpito. Anche il quadretto subì la stessa sorte del pomodoro effigiato.

Di tutto questo ho sentito favoleggiare nella mia infanzia. Di altre visioni, più o meno stravaganti, più o meno sacre, più o meno vere, avvenute in altre parti del mondo, avrei sentito parlare negli anni successivi.


Ma chi lo doveva dire che, a distanza di tanti anni, altre visioni, più o meno stravaganti, più o meno vere, per nulla sacre, dovessero ripresentarsi sullo stesso scenario racalmutese nei posti più impensati!

C'è anche chi vuol capire. Sono foriere di misteriosi messaggi? Saranno il frutto di un'isteria collettiva? Ma motivata da che?

Fatto sta che volti umani, anche di personaggi famosi che dinanzi a questi fenomeni avrebbero storto il muso, a quanto pare sono stati avvistati recentemente nei posti più strani. Addirittura nell'escrescenza cresciuta sul tronco di un albero sarebbe ravvisabile quello dello Scrittore racalmutese per antonomasia! Le foto apparse sul web sembravano plausibili. Occorreva però verificare sul posto che non si trattasse di manipolazioni arbitrarie.





Alla luce del pomeriggio di un giorno d'agosto, il 23 esattamente, un venerdì, in un'ora in cui c'è poca gente in giro perché si gode la pennichella oppure è al mare o in campagna, mi recai con la macchina fotografica sul posto "incriminato". Effettivamente, studiando la giusta posizione, la giusta angolazione, il giusto taglio di luce e ombra, un bitorzoluto volto si delineava in maniera anche riconoscibile. Tutto qui? Per niente. Da testimone, ahimé, mi sarei trasformato in artefice.

Quando salii in macchina, infatti, davanti ai miei occhi venne la visione di un altro volto. E si trattava di un altro albero, dirimpetto a quello già esaminato e fotografato. Vedevo bene? Sarà stato il caldo!





Scesi dalla macchina e incominciai a fotografare il presunto volto avvicinandomi e allontanandomi dal tronco quasi saltellando come fanno i gatti quando si inseguono tra loro e giocano ad arrampicarsi.

Scattavo e rivedevo l'immagine, scattavo e controllavo. Mi apparve chiaro e mi convinsi che si trattasse di una strega, ma non di una strega qualsiasi bensì di quella che compare addirittura nel titolo di un libro famoso. Roba letteraria, insomma, con la speranza che non prefigurasse altri oscurantismi e non avesse alcun legame con realtà odierne o future.

Per completare il titolo però mancava il volto del capitano così avremmo avuto La strega e il capitano.

Chissà che ispezionando qualche altro albero...

Testo e Foto © Piero Carbone 











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