giovedì 31 marzo 2016

I POST DEL MESE. Marzo 2016



▼  marzo (32)

mercoledì 30 marzo 2016

A PROPOSITO DI SANTA ROSALIA, PANEGIRICI NON SE NE FANNO PIÙ. Altro però sì

Per i primi di aprile, ma non sarà un pesce d'aprile, ché non si scherza su certe cose, - e con i santi poi! - Angelo Cutaia di Racalmuto, appassionato studioso di storia e storie locali,  e Nino Di Chiara di Castronovo di Sicilia, instancabile esploratore di rare memorie storiche 
e negletti siti di inedita bellezza,
 stanno preparando, assieme ad un corposo e dinamico gruppo di amici, 
un evento legato a Santa Rosalia, ai suoi luoghi, al suo peregrinare 
(Quisquina? Racalmuto? Monte Pellegrino? monasteri basiliani? a piedi? in fuoristrada? a cavallo?...)
Altro di preciso ancora non m'hanno detto, ma io ugualmente lo anticipo condividendo la mia curiosità che si assomma molto probabilmente alla vostra. 
Intanto, in attesa di sapere circostanziate notizie su percorsi da definire, ripesco e pubblico il frontespizio del Panegirico tenuto dal gesuita racalmutese Antonio Parisi nella cattedrale di Palermo oltre cento anni fa. Chiedo venia se non coincide con l'attuale tempo liturgico. 
Se si vuole, però, per certi aspetti, è sempre quaresima, anche andando oltre e fuori la liturgia, 
e di santi, si sa, se ce n'è sempre bisogno, tutto l'anno, in ogni tempo liturgico.




Link correlati: un "giallo devozionale" da sciogliere:

La vugliddra, la vugliddra, la ciancianeddra

lunedì 28 marzo 2016

NOI CHIAMEREMO IPOCRITI... E venne la guerra del Vespro, nella Pasquetta del 1282

In Sicilia la Pasquetta è tante cose. 
Non solo fumo d'arrosto ma anche echi di memoria, etc. (P. C.)



Lo sbarco di Sciacca

"...Non chiameremo ipocriti dal primo all'ultimo quei trentamila fra francesi, fiamminghi e provenzali che combatterono a fianco di Carlo d'Angiò, quei guelfi italiani che seguirono le sue bandiere, quelle centinaia di migliaia di uomini e di donne che, di qua e di là delle Alpi, aiutarono e applaudirono l'impresa. 
E che altro era questa impresa se non ladroneggio in grande, aggravato da migliaia di omicidi? 
Qual confessore cristiano avrebbe potuto assolvere chi vi mise le mani?

Carlo sconfisse e ammazzò Manfredi, s'insignorì del reame senza grave contrasto senonché, entro un anno, i ghibellini ripresero animo dalle Alpi sino al Lilibeo e possiamo dire fino a Tunisi, donde mossero, per iniziativa dei ghibellini, circa ottocento fra spagnoli, tedeschi, africani, toscani e siciliani.

Essi, sbarcati a Sciacca (1267) sollevarono tutta l'Isola mentre Corradino veniva dalla Baviera con un forte numero di cavalli tedeschi e perfino la città di Roma si schierava con lui. 
Il valore francese trionfò nuovamente (1268) nella battaglia detta di Tagliacozzo: la Sicilia fu domata dopo fierissime vicende. 
Seguirono supplizi, confische, caccia ai ribelli mentre spie e traditori invasero i domini di re Carlo dai due lati dello stretto. 
La vittoria francese fu deturpata da atti di efferata crudeltà, di quelli che i popoli non dimenticano mai.

Farò cenno soltanto di tre; 
primo... *
secondo... *
terzo: Corradino, poi, giovanetto di sedici anni, fuggito dopo la sconfitta, tradito, preso, è condotto al supplizio in piazza del mercato di Napoli.

Era la prima volta che l'Europa cristiana vedeva cascare sul palco la testa di un re: e avvenne per comando di un altro re e con la connivenza di un vicario di Cristo!"

TRATTO DA: "Il vespro siciliano", di Michele Amari;
a cura di Lorenzo Marinese; Universale economica (Serie letteratura, volume VI); Milano, 1949
CODICE ISBN: informazione non disponibile
1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 12 dicembre 2007
Editoria, Web design, Multimedia
http://www.e-text.it/
LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/


Link correlato

http://www.treccani.it/enciclopedia/vespro-siciliano_(Enciclopedia-Italiana)/


*
Mi astengo dal far eco alle efferatezze descritte, ma ne sono sempre avvenute, purtroppo. Ovunque. La storia dell'umanità ne è costellata.
Né le efferatezze di ieri (testimoniate financo dai testi sacri) giustificano quelle di oggi.

domenica 27 marzo 2016

MUSICA? LA FINE DEL MONDO! Riflessioni bibliche a Pasqua

La Bibbia inizia il suo racconto con la vista
e lo conclude con l'udito, anzi, con la musica. 
Il sole diventerà nero.

Un motivo ci sarà!


In principio Dio creò il cielo e la terra. 
Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. 
Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. 
Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. 
E fu sera e fu mattina: primo giorno.
Genesi, cap. I, versetti 1 - 5.



...i suonatori e i cantori fecero udire all'unisono la voce per lodare e celebrare il Signore e il suono delle trombe, dei cembali e degli altri strumenti si levò per lodare il Signore

Secondo Libro delle Cronache, cap. 5 versetto 13





v 6
I sette angeli che avevano le sette trombe si accinsero a suonarle. 
v 7
Appena il primo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò. 
v 8
Il secondo angelo suonò la tromba: come una gran montagna di fuoco fu scagliata nel mare. Un terzo del mare divenne sangue, 
v 9
un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto. 
v 10
Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. 
v 11
La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono per quelle acque, perché erano divenute amare. 
v 12
Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente. 
v 13
Vidi poi e udii un'aquila che volava nell'alto del cielo e gridava a gran voce: "Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!".
Apocalisse, capitolo 8, versetti 6 - 13




Di quella pira




Citazioni da La Bibbia di Gerusalemme

Ph ©piero carbone (Palermo, laboratorio di Domenico Marchese, 2016)

sabato 26 marzo 2016

AUGURI PASQUALI CON UNA MEDITAZIONE POETICA DI FILOMENA SHEDIR DI PAOLA. "Mi piacciono le persone che non si vendono"


Filomena Shedir Di Paola, che vive in Grecia, cara amica di Francesco Virga, dopo aver visto "coi propri occhi la via crucis dei poveri profughi che non sanno più dove sbattere la testa", ha scritto una meditazione poetica, da Francesco pubblicata nel suo blog e su fb, che mi piace riproporre per rivolgere gli auguri pasquali alla virtuale, forse strana, sicuramente varia, cosmopolita famiglia che si forma e si incontra sul web attorno ai social, ai gruppi, ai blog. P. C.


Mi piacciono le persone che non si vendono.
Quelle che parlano se necessario
e per questo dicono molto.

Lontane dal balbettio, dai salotti,
dalle esibizioni, vere a costo di dispiacere,
geniali se trovano in sé ogni fonte d’ispirazione.

Mi piacciono le persone che illuminano il silenzio
e che passano stridendo, note stonate in sinfonie
orchestrate solo per tradire il proprio tempo.

Mi piacciono le persone che non si vendono.


Filomena Shedir Di Paola



La vignetta è di Altan

UN DISCRETO PROPORSI. Del pittore Renzo Collura su "Sintesi" di Rosetta Romano, nel 1995

Ripesco questo vecchio articolo voluto da Rosetta Romano per la sua rivista "Sintesi", nell'attesa di un grande evento che avrà luogo prossimamente ai Musei Civici di Pavia presso il Castello Visconteo: protagonista, l'opera pittorica di Renzo Collura.









venerdì 25 marzo 2016

SVEGLIATI, GROTTE. Il tuo figlio Renzo Collura manda un segnale da Pavia

Autoritratto, china su cartoncino (cm 11x16,) 1989

In questi giorni di festeggiamenti pasquali molto sentiti e partecipati a Grotte, ai lati della caratteristica scalinata che porta in cima al Calvario si possono ammirare le stazioni della Via Crucis realizzate da noti pittori siciliani, un progetto sostenuto a suo tempo da Renzo Collura che con l'amministrazione comunale, assieme ad un gruppo di amici e sodali, ha dato vita a diverse iniziative in favore delle arti visive e del patrimonio artistico del suo paese natale.

Dopo la sua morte,  in occasione del quinto e del decimo anniversario, con la collaborazione del figlio Athos, apprezzato artista e regista residente a Milano, che ho avuto l'onore di coadiuvare, l'Amministrazione ha "ricordato" l'artista Collura con diverse iniziative, tra cui l'intestazione di una Piazza (ex Piazza Fonte), una cartella d'arte, un Premio Regionale d'Arte per giovani artisti, un'istituenda Fondazione che istituenda però è rimasta nonostante la disponibilità della famiglia a donare diverse opere. 
E dopo? Il silenzio. 

Ora questo ultradecennale "silenzio" verrà rotto dalla mostra che i Musei Civici di Pavia tributeranno nel mese di giugno al Pittore siciliano originario di Grotte che ha vissuto e operato a Palermo e in Albania.

Un segnale forte, se si vuole. Sarà colto? 
Magari per riprendere un virtuoso e proficuo cammino all'insegna delle arti visive, volto a valorizzare il patrimonio artistico locale ma guardando oltre, intercettando  i nuovi fermenti, valorizzando nuove risorse, dialogando con gli attori e artefici del vasto mondo dell'arte. 

E se di pari passo, con gli stessi intenti, lo stesso facesse Racalmuto in nome del suo Pietro D'Asaro? Che bacino d'arte fortunato sarebbe! Che sinergia di entusiasmi e di opportunità potrebbe avvampare! Che gemellaggio culturale! 

Un sogno?

Chissà...
















 
Lumie di Sicilia, ottobre 1999, n. 37



mercoledì 23 marzo 2016

L'ALLARME DI ANGELO CUTAIA PER LA RUPE DEL BASTIONE. Il cemento non cancelli le pietre del passato



Di blog in blog per salvaguardare le nostre "pietre"

Faccio eco al blog Regalpetralibera 
e per dare ulteriore risalto all'allarme lanciato da Angelo Cutaia 
riporto la relazione tecnica pubblicata sulla bacheca fb
circa i lavori di messa in sicurezza della Rupe del Bastione,
nella speranza di coniugare sicurezza, integrità del paesaggio e salvaguardia del sito di interesse archeologico.
Si dovrebbero così, credo, scongiurare guasti e stravolgimenti al presente e nel futuro, stravolgimenti e travisamenti che purtroppo si sono consumati in passato: altre filosofie! 
Le osservazioni di Angelo Cutaia, non vincolato da alcun incarico,  discendono dalla sua competenza professionale e da disinteressato amore per le care "pietre", impregnate di memoria, del nostro paese.
Intanto, i lavori della messa in sicurezza stanno iniziando secondo un progetto che, si spera, tenga conto delle cautele che la specificità del sito richiede. 
Sarebbe interessante presentare pubblicamente in una assemblea aperta il progetto che si intende attuare, non per disconoscere le competenze di chicchessia ma per confrontarlo, come suggerisce Ettore Liotta, con la sensibilità dei cittadini che a diverso titolo possono accettarlo e farlo proprio discutendolo e apportando eventuali contributi, in quanto attori e fruitori del paesaggio urbano, in quanto portatori di una sapienza che i nostri padri esprimevano sapidamente nella loro/nostra lingua ovvero sapi cchiossà un pazzu n casa sò ca un pazzu n casa di l'antri. Da prendere cum grano salis, s'intende. P. C.
RUPE
SOTTO LA FONDAZIONE SCIASCIA
(DEL BASTIONE)
RACALMUTO
RELAZIONE TECNICO-CULTURALE

INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO
La Rupe del Bastione si trova lungo la via Gen.le Macaluso e sottostante gli edifici del serbatoio idrico comunale Fico, dell’Enel e della ex Centrale ENEL, oggi sede della Fondazione Sciascia.
In cima della rupe vi sono i detti edifici ed i muretti di recinzione, proprio sul ciglio della parete.

INQUADRAMENTO ARCHEOLOGICO
L’abitato antico, greco-romano-bizantino di Racalmuto è posto in contrada Roveto – Grotticelle. Le grotticelle sono una necropoli bizantina ricavata nella roccia e sono costituite da ingrottati che ospitano due o più loculi (bisomi e trisomi). Nei secoli bizantini, VI-IX, si sviluppò inoltre un abitato rupestre lungo tutto il versante nord della collina del Roveto fino, a raggiungere l’attuale abitato di Racalmuto, con centro nel quartiere Madonna della Rocca e zone adiacenti. 

Ancora oggi le case del centro storico hanno, quasi tutte, delle grotte sotto di esse. Nel limitrofo comune di Grotte sono in tale numero da aver dato il nome al paese.

Dal 726 in poi, data dell’editto iconoclasta dell’imperatore d’Oriente Leone III Isaurico, con il quale si vietava l’uso delle immagini divine e dei santi, molti monaci basiliani si trasferirono in Occidente ed in Sicilia, dove condussero vita eremitica. Scavavano, in luoghi solitari o periferici, delle cellette modeste e quasi inabitabili, dove si sottoponevano a incredibili penitenze: le laure. La devozione e la moda religiosa del tempo, l’isolamento per gli esercizi spirituali, li spingeva a realizzare delle laure a mezza costa, praticamente inaccessibili se non a mezzo di scale o di funi, Questi eremiti, dalla vita esemplare per santità cristiana, venivano visitati dalla popolazione locale per consigli spirituali e medici e presto vennero detti Calogeri, bravi vecchi. Il culto di S. Calogero è ancora ben vivo nella Sicilia Centromeridionale. 

Nella Rupe del Bastione a causa della sua distanza dal centro abitato e per la posizione inospitale esposta a nord, si è conservato un lembo di questo mondo trogloditico ed eremitico. Troviamo infatti due grotte di abitazione, una posta sotto la Fondazione Sciascia, con ancora la porta, dove in anni non lontani si allestì un presepe, ed altra verso Est, sotto il muro del Bastione.

In un canto della rupe si riconosce una laura a mezza altezza, ed in basso una grande nicchia, che doveva ospitare l’altare per la messa ed una nicchia più in alto per deporvi una immagine santa, la Madonna o il Cristo, asportabile per non essere scoperta dai funzionari dell’impero bizantino iconoclasta, i quali comminavano pene severissime agli adoratori delle immagini. 

Gli arabi, dall’827 in poi, riutilizzarono queste abitazioni trogloditiche nel nuovo rahal Mut, la stazione postale di Mut. Questo occupava l’attuale quartiere della Madonna della Rocca, e ricadeva lungo la strada che da Licata, Castrofilippo, Culmitella, Roveto, Rahalmut, proseguiva alla volta di Sutera-Palermo. 

Anche sotto gli Arabi il cristianesimo greco ortodosso bizantino non venne meno. Al Idrisi, l’autore della geografia detta Libro di Ruggero, dice che Al Minsciar, ossia la collina del Serrone-Roveto, era abitato e coltivato dalla popolazione autoctona, da distinguersi dagli Arabi o dai Normanni, ossia bizantina.
Dalle considerazioni suesposte circa l’individuazione di grotte e tracce dell’eremitismo bizantino , si evince l’importanza culturale e storica del sito, che andrebbe subito tutelato. Stupisce che di questa e di altre, sempre lungo lo stesso costone roccioso, la Soprintendenza non si sia mai occupata.

GEOMORFOLOGIA
Costituita da un ammasso roccioso calcareo di formazione gessoso-solfifera, con parete ad andamento sub verticale, presenta due strati sovrapposti separati da una deposizione trubbacea orizzontale, spessa da uno a due decimetri. Tale situazione morfologica da deposizione della serie gessoso-solfifera è comune nel territorio e si riscontra anche nella roccia di base del Castelluccio di Racalmuto. 

La rupe non presenta alcun movimento franoso, contrariamente a quanto si voglia far credere con la sua classificazione R4, ossia di frana attiva. Inoltre ammassi rocciosi di tale natura in zona mai sono franati. Il costone roccioso presenta solo ammaloramento superficiale dovuto esclusivamente all’azione delle radici della vegetazione e nel complesso è sicuro e stabile come dimostra la mancanza di lesioni negli edifici e nei muri di recinzione sovrastanti.


LAVORI PREVISTI
I lavori prevedono un muro altro 2,80 metri alla base, con reti di acciaio trattenute da un altro muro in cemento armato in testa. Se ne può soltanto immaginare lo scempio visivo poiché il progetto non è stato reso pubblico. Un tale intervento è sovradimensionato rispetto ai modesti problemi della roccia, irreversibilmente dannoso per l'estetica della rupe e per lo spreco di soldi pubblici.

LAVORI ALTERNATIVI PROPOSTI
Si possono e si devono attuare gli interventi di messa in sicurezza i quali riguardano non gli edifici soprastanti quanto il marciapiede sottostante, senza però alterare la bella integrità della bella rupe.
Così come in altri posti, sinteticamente, occorre effettuare:
- diserbo totale della sommità della rupe;
- mummificazione chimica di tutte le radici, le uniche responsabili dei recenti crolli;
- demolizione dei modesti scudi di roccia pericolanti;
- sarcitura della faglia sub orizzontale e di piccole lesioni con materiale lapideo dello stesso colore;
- qualche sottomurazione con pietre calcaree e malta di calce e sabbia bianca, come opportunamente e con successo effettuato in un tratto dall’ENEL anni fa.
In questo modo si conserverebbe la bellezza della roccia naturale.
Racalmuto li 23 03 2016 Ing. Angelo Cutaia






Precedenti commenti, sempre su fb, in seguito ai timori paventati da Angelo Cutaia:

Confermo: la rupe va consolidata in alcuni punti, ma non coperta da inutili muri in cemento armato che sfigurerebbero la bella e archeologica parete rocciosa che nel complesso è molto stabile e comunque non presenta pericolo per la sicurezza degli edifici soprastanti. Ing. Angelo Cutaia.

Video intervista ad Angelo Cutaia, ingegnere e storico. L'interessante area archeologica si trova vicino la sede della Fondazione Leonardo Sciascia. BLOG STO...
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Commenti
Piero Carbone Vigiliamo sulle nostre memorie di pietra! Appena il progetto è pronto facciamolo presentare pubblicamente ad un'assemblea appositamente convocata, nella speranza che tante persone sensibili partecipino e il responsabile del progetto esponga pubblicamen...Altro...
Angelo Cutaia Di Racalmuto Stavolta è meglio che la fai tu. Essendo tecnico mi attaccherebbero dicendomi invidioso.
Piero Carbone
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Salvatore Mulè Carmela Mammoliti Condivido e mi associo per la conservazione delle grotte rupestri a testimonianza del passato, la cementificazione si deve evitare assolutamente
Angelo Cutaia Di Racalmuto Il progetto è pronto e prevede un muro di tre metri ricoperto da lastre calcaree di cui è facile prevedere la bruttezza. La Soprintendenza ai BB CC nulla sa delle grotte preistoriche.
Piero Carbone ma nooooo! promuoviamola questa riunione, almeno i tecnici sanno che devono quanto meno rendere conto e ragione pubblicamente della filosofia del loro restauro
Angelo Cutaia Di Racalmuto forse i lavori sono iniziati.
Piero Carbone sembrerebbe; bisognerebbe organizzare quell'assemblea per un incontro "culturale" invitando gli estensori del progetto
Piero Carbone

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Ettore Liotta Il luogo va preservato nel suo stato attuale. Eventuali necessarie opere di consolidamento e sicurezza devono avere il minimo impatto visivo ed ambientale. Buona l' idea di un' assemblea pubblica.


link correlato:

"Lavori consolidamento Bastione" di Gian J. Morici

http://www.lavalledeitempli.net/2016/03/23/racalmuto-ag-lavori-consolidamento-bastione-allo/

Angelo Cutaia: "Possibile che l'integrità della Rupe sotto la Fondazione Sciascia stia a cuore più ai non Racalmutesi? Perché i nostri intellettuali e politici tacciono?"
Piero Carbone: "Già! Perché? Omissione interessata o disinteresse?"