Ebbene, il resoconto stilato da uno dei cavalieri pellegrini, l'entusiasta Nino Di Chiara, rappresenta una indiretta risposta a quella domanda, intercalando con una dettagliata litania di nomi di incredibili e sorprendenti località il percorso fatto a dorso di mulo o di cavallo lungo inediti sentieri, montagne montagne. P. C.
E ALLA FINE, UN DOLCE RICORDO
di
Nino Di Chiara
quattro giorni che definire metavigliosi è riduttivo, un viaggio lungo vecchie trazzere costeggiate da antiche masserie, casali, laghi, fiumi, eremi, riserve naturali e boschi, castelli, agriturismo di qualità, dove la gastronomia sicana è eccellente e, dulcis in fundo, luoghi di culto;
un viaggio che possiamo definire non solo di turismo religioso, ma emozionale, lento, paesaggistico e naturalistico, storico e culturale;
abbiamo vissuto momenti indimenticabili da raccontare ai nostri nipoti,
il passaggio dal casale di Melia con il suo lago,
la vista della riserva di Carcaci con il suo baglio dell'Emiro,
l'antico caseggiato di " Carcaciotto ",
il fu borgo Riena,
l'antica masseria Riena impeccabile con la sua architettura rurale,
il castello Margana di Teutonica memoria,
il borgo Portella Croce tenuto in vita, anche se in parte, dai volenterosi Cursillos,
l'antico casale di Fitalia,
la maestosa riserva di Ficuzza con il suo Castello Casina di caccia Borbonico,
i suoi sentieri tortuosi e unici,
il lago Scanzano,
la masseria storica Rossella,
il sentiero stupendo su a monte Leardo,
la visione celestiale del lago di Piana e del suo acrocoro di montagne,
la visione commovente e molto panoramica di Palermo da Portella Salvatore,
il saluto del nostro caro Vescovo, a mio avviso il momento più toccante e commovente di tutto viaggio,
il saluto del Sindaco,
e per finire,
il momento magico, tanto aspettato e desiderato, l'arrivo a Monte Pellegrino con la benedizione.
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L'articolo di Sabrina Raccuglia sul "Giornale di Sicilia"
L'articolo di Sabrina Raccuglia sul "Giornale di Sicilia"
Commento su fb di Nino Chiara:
RispondiEliminaEquitrekking Rosaliae.
Domenica mattina i palermitani sono stati svegliati da un rumore strano, inusuale, mai sentito prima, il calpestio di 160 zoccoli di cavallo, un rumore ancestrale che sa di medioevo, di crociate, di monaci cavalieri, di tornei molto cari a Guglielmo il "Maresciallo", cavaliere per eccellenza e torneatore tra i più grandi di tutti i tempi.
Domenica mattina i palermitani presenti in centro città hanno vissuto un'esperienza unica e forse irripetibile che li ha avvicinati alla periferia più lontana, dove ancora si riesce a respirare un'aria diversa ossia quella dei cosiddetti polmoni verdi, dove ancora si riesce a vivere a dimensione d'uomo ed a ritmo lento.
Ecco, penso che se la città e la periferia si incontrassero più spesso riusciremmo a trasmettere dei messaggi più chiari ed evidenti ossia che necessita recuperare il nostro passato, dobbiamo tornare a camminare, in qualsiasi direzione.
Domenica è stato fatto un bel passo in avanti: noi ci siamo e ci saremo.