domenica 20 settembre 2015

QUANDO UNA COSA SEMBRA CIÒ CHE È. In treno da Catania a Palermo





Lentini e il sofisma dell'Etna

Ieri, tornando in treno da Catania a Palermo, dopo aver fatto per la prima volta in vita mia la tratta Lentini-Catania, ho ammirato il paesaggio. Forse da più di trent'anni per andare a Catania non prendevo il treno, con la macchina o in autobus è un'altra storia: si vedono campagne vallate caselli in abbandono casali diroccati sequele di fichidindia distese di agrumi brulle colline ponti in pietra e ponti in ferro quasi fiumi fluenti torrenti sassosi e asciutti, un'altra visuale insomma, quasi un'altra Sicilia.


Bisognerebbe attrezzarsi e predisporsi per catturare questa visione inedita con una sofisticata macchina fotografica.


Ho fatto in tempo però a fotografare la montagna dell'Etna perché la visione ti  accompagna per chilometri: mi sembrava di avere catturato con l'obiettivo il vulcano in eruzione: il pennacchio di fumo che si librava dal cratere sembrava rimanesse inalterato. Il vulcano sembrava un vulcano. Che male c'è? Mi è però venuto il dubbio che non fosse un'eruzione ma semplicemente una nuvola. Oh bella, questa: il vulcano che che sembrava ciò che era, un vulcano, ma la nuvola sembrava ciò che non era ovvero un pennacchio eruttivo. O forse...
Il treno in corsa costeggiò un alto muro di fichidindia assiepati, non vidi più nulla e rimasi col dubbio.


Chissà se in autobus o in macchina avrei maturato gli stessi dubbi di una cosa che sembra, senza esserlo, verisimilmente ciò che è e una cosa non vera  verisimilmente ciò che non è!
Ma è questo il problema?


Quando cessò il muro di fichidindia che occludeva l'ambigua visione del vulcano impennacchiato girai lo sguardo dall'altra parte perché il dubbio mi stava alterando l'umore. Non si può ammirare un maestoso panorama in pace che i pensieri ti si offuscano inaspettatamente!


Disnebbiai i miei pensieri e l'umore quando mi ricordai che provenivo da Lentini, la patria del sofista Gorgia,  quello che sosteneva contemporaneamente la colpevolezza e l'innocenza di Elena, la verità che sembra ciò che non è o ciò che non è sembra verità?
"Complicazioni di sofisti!" dissi fra me e me. "O il sofisma è già nella natura?".


Per disnebbiarmi del tutto, pensai che a Lentini, da dove provenivo, non vi erano nati soltanto sofisti.


 E non so se la prossima per andare a Catania volta prenderò di nuovo il treno.   

Kouros





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