Ricordo la mia Bisnonna, "la Mamma Annù", che con quasi ottant'anni veniva a farci visita dal paese. Veniva prestissimo a piedi, e arrivava incredibilmente fresca e riposata, rimaneva un po' e poi andava via, e quando i miei Nonni la esortavano a prendere l'autobus lei rispondeva: "E com'è lu paisi? Ddruocu propria è! m'allavancu di druocu e sugnu a Vriccicu, e a dú ammariati sugnu a lu paisi".
Fu Gina, la mula , che con il suo scalpitare concitato una notte ci svegliò.
Mio Nonno aveva lavorato in miniera e sapeva che quando gli animali fanno così qualcosa non va, così ci fece uscire di casa e un istante dopo sentimmo una vibrazione sotto i nostri piedi, accompagnata da un rumore sordo, come uno strappo. Eravamo spaventati , ma era buio e non capivamo.
Bastò aspettare qualche ora per vedere ciò che era successo. Una vecchia miniera di Salgemma era crollata, originando una voragine spaventosa, e aveva inghiottito tutto ciò che c'era sopra, comprese vigne, frutteti e una bella sorgente ," la mia spiaggia" come la chiamavo.
Sono passati quasi quarant'anni d´allora e quella voragine oramai sembra far parte integrante di "Sacchitello", l'acqua della sorgente che una volta si fermava nella "giebbia" che mio Nonno aveva costruito, adesso scende indisturbata fino al fondo della valle dando vita ad un canneto e ad un piccolo stagno, dove stormi di uccelli , all'alba e al tramonto, vanno a bere.
Fu Gina, la mula , che con il suo scalpitare concitato una notte ci svegliò.
Mio Nonno aveva lavorato in miniera e sapeva che quando gli animali fanno così qualcosa non va, così ci fece uscire di casa e un istante dopo sentimmo una vibrazione sotto i nostri piedi, accompagnata da un rumore sordo, come uno strappo. Eravamo spaventati , ma era buio e non capivamo.
Bastò aspettare qualche ora per vedere ciò che era successo. Una vecchia miniera di Salgemma era crollata, originando una voragine spaventosa, e aveva inghiottito tutto ciò che c'era sopra, comprese vigne, frutteti e una bella sorgente ," la mia spiaggia" come la chiamavo.
Sono passati quasi quarant'anni d´allora e quella voragine oramai sembra far parte integrante di "Sacchitello", l'acqua della sorgente che una volta si fermava nella "giebbia" che mio Nonno aveva costruito, adesso scende indisturbata fino al fondo della valle dando vita ad un canneto e ad un piccolo stagno, dove stormi di uccelli , all'alba e al tramonto, vanno a bere.
Foto ©piero carbone
Maria Concetta Rizzo Caro eduardo quando ero piccola andavo a sacchitello con mio zio con il mulo a trovare amici e spesso a caccia con mio padre dopo la sua morte non sono più riuscita ad andarci poi qualche giorno fa mi sono decisa e ci sono ritornata mi sono molto emozionata e dopo un bel pianto ho trovato tanta pace grazie per aver condiviso il tuo ricordo con me
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