Cadì la galleria
iè tutta sdirrupata
Oh Matri addulurata
comu iè fari ì
...
*
La foto pubblicata sul Gruppo facebook "Sali d'Argento. Raccolta digitale di Racalmuto" da Giovanni Brunetto, con una essenziale didascalia, ha suscitato parecchi interventi, dettati soprattutto dalla volontà di testimoniare traumatici lutti familiari, di ricordare i nomi dei propri cari coinvolti nelle varie disgrazie in miniera.
Erano frequenti e strazianti purtroppo scene come quella testimoniata dalla foto pubblicata.
Miniera si sale o di zolfo significava fonte di reddito, in diversa misura ovviamente per proprietari e lavoratori, lavoro a rischio, morte.
Ma anche solidarietà di chi generosamente cercava di venire in soccorso dei propri compagni in pericolo.
Molti casi restano ignoti, qualcuno è stato pubblicamente riconosciuto come quello messo in atto da Pietro Scichilone che salvò undici compagni e per questo si ebbe una medaglia al valore. Appena una settimana fa è stato celebrato in Matrice il funerale di questo eroe pressoché sconosciuto ai posteri considerata la scarsa partecipazione dei concittadini, con rammarico esternato da chi officiava il rito funebre.
Eppure a Racalmuto si è saputa fare la ribalta quando e con chi si è voluto. L'altruismo la meriterebbe: una discreta ma doverosa ribalta della memoria storica.
Un ricordo doverosamente meriterebbero i tanti lavoratori caduti in miniera, lo auspica Salvatore Di Puma, rimasto orfano ad appena quattro mesi del padre Davide perito nel 1960 nella miniera di Gibellini assieme a Salvatore Alfano, come ricorda la figlia Lina appena quattrenne al tempo della disgrazia, e tanti altri:
"Forse sarebbe giusto fare una lapide con su citati i nomi dei caduti in miniera sia di zolfo che di sale per ricordare quelle persone che hanno dato la loro vita per questo paese".
Mi sono ricordato che a Riesi l'hanno fatto. Ho trovato anche delle foto che avevo scattato nel febbraio del 2014 al monumento dedicato agli "eroi del dovere / noti ed ignoti".
E a Racalmuto?
I nomi non ci sono ma c'è il monumento che ieri sono andato appositamente a fotografare. Pur conoscendolo, è stata una sorpresa: anche i monumenti rovinano. (P. C.)
Foto di ©piero carbone, tranne quella in b/n
I nomi non ci sono ma c'è il monumento che ieri sono andato appositamente a fotografare. Pur conoscendolo, è stata una sorpresa: anche i monumenti rovinano. (P. C.)
Poesia di Giuseppe Paterna |
La struttura in marmo ad alveare del prof. Gaspare Arrostuto che richiama i cristalli di zolfo e di sale. (Manca a Racalmuto una raccolta pubblica di cristalli zolfo e di sale). |
Formella in bronzo dello scultore Disma Tumminello |
Foto di ©piero carbone, tranne quella in b/n
E' forse fuori luogo, a commento di questo articolo, associare la doverosa, e sempre tardiva, manutenzione del monumento ai caduti sul lavoro e la distruzione della precedente fontana con ringhiera in ferro battuto*. Ma per onestà va fatto.
RispondiElimina*Per la verità la fontana è stata spostata ,abbassandola, in un angolo del monumento, ma avrebbero fatto meglio a toglierla del tutto.
RispondiEliminaMa le cose credo debbano stare diversamente, non doveva spostarsi o sminuirsi la preesistente fontana. Scelte del passato o che attengono ad un'altra concezione dello spazio urbano, della sua articolazione, della conservazione e dell'ammodernamento nonché del suo arredo. Ma ora, vogliamo parlarne? Pubblicamente? Non certo per racchiudersi il tutto in un disegno dell'ufficio tecnico o di questo o quell'architetto o ingegnere avulso dalle risultanze dello stesso dibattito pubblico: Ettore Liotta e altri come lui possono portare un contributo di idee da appassionati e competenti. Al tempo della restauro della Fontana, da semplice cittadino che ama i propri luoghi, ho fatto tante foto sognando che al termine dei lavori si facesse una esposizione di foto della fontana prima, durante e dopo il restauro e che pubblicamente si illustrassero le metodologie e le finalità dell'intervento di restauro. Addirittura si dovrebbe fare prima di ogni restauro: partire dall'esistente per illustrare metodologie e finalità dell'intervento da porre in atto.
Ho inserito la risposta su facebook e che qui riporto.---Ben detto Piero. Aggiungerei: prima che le scelte urbanistiche, archtettoniche, di arredo urbabo, di restauro e in tanti altri campi, vengano prese, c'è tutto un lavoro da fare a monte. I migliori esperti per ciò sono tutti i cittadini del paese. Essi infatti possono contribuire, non poco, alle scelte che poi l'Amministrazione cittadina deve fare, riunendosi in comitati, gruppi, proloco, amanti delle tradizioni locali etc e raccogliendo idee di intervento, che inevitabilmente sono/devono essere ascoltatedalla stessa Amministrazione cittadina. Il vero guaio è quando questa viene lasciata sola e poi, nel chiuso di una stanza, pochi, anzi pochissimi, prendono decisioni che scontentano la maggioranza dei cittadini. Il tuo attaccamento al paese, che manifesti attraverso il tuo blog e facebook, è lodevole e va nella giusta direzione, cercando di coinvolgere tutti nella conoscenza e partecipazione, iniziando dalla lingua siciliana, dalle nostre abitudini di vita e di tradizione,mettendo in risalto fatti e persone che hanno fatto la storia del nostro paese etc---.
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