martedì 27 gennaio 2015

CHI CANCELLA RACALMUTO CANCELLA SCIASCIA







A sospettarne la risposta non gliel'avrebbe mai richiesto. E invece...

Così Smaragdos rispose a Birribaida di Misilindo che gli aveva richiesto un parere sull'opportunità di cambiare nome al paese natale dello scrittore famoso sostituendolo, in segno di omaggio, con un altro di fantasia inventato dallo stesso scrittore:

"Dopo avere recitato fino alla noia la giaculatoria come una giugulatoria e ammonito il mondo intero col connubio Racalmuto = Sciascia, Sciascia = Racalmuto, Racalmuto come "il paese di Sciascia" per antonomasia e Sciascia come "il figlio più illustre di Racalmuto", oggi,  taluni officianti ne decretano la condanna a morte onomastica, eliminando uno dei due termini dell'endiadi.  Che siano gli stessi, smemorati officianti di ieri? Declamazioni, asserzioni utilizzate come sgabelli, su cui montare per sopraelevare la vista un po'.

Noiosi ieri, inopportuni oggi.

Sciascia, si sa, è il padre di Regalpetra in quanto autore delle Parrocchie di Regalpetra,  Regalpetra è una sua creatura, ora, cassando il nome di Racalmuto per rimpiazzarlo con il parto onomastico di sua fantasia, lo si vorrebbe figlio, figlio di Regalpetra, figlio di sua figlia. Solo una volta è capitato nella storia dell'umanità, e che umanità! Un'umanità molto divina.

Ora et nunc, - a Messina direbbero uòra uòra -, alcuni, scambiando Regalpetra per la Madonna e Sciascia per Gesù Cristo, sono sul punto di reindirizzare, come novelli Dante tramite San Bernardo, i paradisiaci versi:





"Vergine madre, figlia del tuo figlio,


umile e alta più che creatura,


termine fisso d'etterno consiglio,




tu se' colei che l'umana natura


nobilitasti sì, che 'l suo fattore


non disdegnò di farsi sua fattura. 



Dante Alighieri, Paradiso canto XXXIII"


Birribaida di Misilindo gradì la nota di Smaragdos e lo ringraziò con un biglietto che terminava con Regalpetra me genuit e un verso sibillino:



O Regalpetra di sciasciana fattura etc. etc. etc. "


Smaragdos lesse perplesso e rimase con gli occhi rivolti al soffitto mente ripeteva interrogativamente, tra sé e sé, me genuit? me genuit?!...".


Coraldo, Marzuchi & Jacopino, Passeggiando con Smaragdos. Parainedito







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Nelle foto: scultura e dipinto del Museo diocesano di Palermo







1 commento:

  1. Una bellissima risposta a quanti si lasciano prendere dagli eccessi, più o meno interessati. Io ho conosciuto Sciascia, ho apprezzato e apprezzo quello che ha scritto e gli riconosco anche che con la sua opera ha fatto conoscere il paese di Racalmuto a tanti. Sono certo che, se potesse, anche lui rifiuterebbe questi inutili tardivi riconoscimenti fatti da chi. forse, non ha letto nemmeno una pagina della sua opera

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