sabato 1 febbraio 2014

PADRE CIPOLLA E LE BUONE INTENZIONI

E' più facile trovare soci nell'architettare il male che sodali nel portare avanti le cosiddette opere di bene. Si scontano in solitudine gli slanci di utopistico altruismo.  Credo che la vicenda di Padre Cipolla ne sia un dolente esempio. A prescindere da tant'altre o tutt'altre vicende dalla cui responsabilità, se accertata, non si vuole sottrarre l'uomo, il sacerdote, l'intraprendente propugnatore di tante iniziative. La lettera ch'egli scrive al gesuita Padre Francesco Nalbone è un documento ricco di notizie e di indizi. E rimanda ad una fatale consapevolezza: l'uomo propone e la Storia macina giudizi. 


Padre Giuseppe Cipolla con la madre. 
Foto pubblicata da Nino Vassallo sul Gruppo fb "Sali d'argento. 
Racolta fotografica digitale di Racalmuto"


            Illustre e Reverendissimo Padre F. Nalbone,
                                                                      Roma
           
            Avrei voluto scrivere prima, per informare la S. V. Revma di tutto quello che si è fatto, e si va facendo nella trascurata nostra Racalmuto, ma sapendo che è sempre occupata, sempre in giro, sempre in mezzo a faccende importanti, volevo risparmiarLa (1), ma oggi, che per mezzo della Signorina sua Nipote ho saputo (2) quanto à scritto, pronto vengo a contentarla.
            Da molti anni, anzi dacché sono prete, ò carezzato (3) l’idea di un Istituto, che comprendesse: Asilo infantile, scuole di Religione, Musica, ricami, scuole elementari, insomma tutto il possibile, per potere venire in aiuto alla povera gioventù abbandonata, la quale cresce, incivile, ineducata, facchina (4).

            Poi non hanno torto. I bambini nei nostri paese appena cominciano a camminare, dalle proprie Mamme sono gittati in mezzo la strada, per potere le madri accudire ad altri affari di famiglia, crescendo così senza Religione, senza educazione, senza conoscenza di un Dio, abbandonati al mal costume, al turpiloquio, alla delinquenza, crescono (5) valorosi ladri o galiotti (6). Prova ne è, che oggi nel nostro Carcere vi sono otto ragazzi inferiori ai 15 anni per furti di animali ed altro.





            Questo solo pensiero, mi ha sempre tormentato, ed ò fatto sì che abbandonai per ora l’idea della Chiesa S. Francesco (7), e volli dar principio ad un’opera maggiormente benefattrice ed educatrice. Quindi ho speso quello che ho potuto (8); ma vedo che ora vengono meno le forze e l’impresa è grandiosa, ragione per cui ho lanciato un appello alla pubblica carità dei Racalmutesi in America, e speriamo che rispondessero con slancio patriota, trattandosi di bene pubblico.

            Aggiunga, che nel Castello vi è qualche cosa di antichità: tanto che è stato dichiarato Monumentale: vi è una finestra bifora stile gotico Chiaramontano, un bel Sarcofago con la scultura del Ratto di Proserpina, ma logorate in certo qual modo, sia dal tempo sia dai barbari ragazzi, richiedono perciò degli acconci per accrescere lustro e decoro al Castello ed al Paese, mi sono rivolto più volte al Direttore dei Monumenti in Sicilia Comm. Francesco Valenti, viene in Racalmuto, guarda, sorride, tutto gli piace, ma sempre risponde "il governo è povero." Poveri noi! (9) Non  esiste per noi carità ed ajuto di sorta. Governo povero, Municipio scarso, perciò nessuna speranza? Non credo…

            Il Municipio, per cedermi tre vani terreni ed evitare altri padroni, volle tre mila lire (10), ora ho bisogno di aiutarmi almeno per l’acquedotto, per la cucina ed il Cesso (11), e ne ho la solita risposta non si può. Mi creda Padre nessuno ajuto nessun sollievo, non per questo dobbiamo indietreggiare (12), no! e poi no!! Ecco in breve tutto quello che è in corso e spero con l’ajuto dei buoni e Generosi Racalmutesi aprire nel 1925 a Dio piacendo, per la gloria di Dio e per il bene del popolo nostro.

            Non mancai pregare i PP. Salesiani e fu negativa per mancanza di soggetti, pregai ai RR PP delle Scuole Cristiane e  fu negativa – mi sono rivolto oggi alle Suore della Sacra Famiglia e le attendo per loro fare vedere il locale e la posizione e potere nel medesimo tempo contrattare.
            Padre (13), mi sembra aver detto tutto ed averLa informata di tutto; mi voglia benedire e preghi per me e per tutti noi.
            Le bacio la destra
            Mi creda
                                                                                                                     Devmo Servo
Sac. Giuseppe Cipolla


Cartolina realizzata per conto della tabaccheria di Giuseppe Fantauzzo


Si riportano in corsivo le parti cancellate della minuta non per esercizio filologico quanto perché le varianti in generale possono essere spia di un sentire che si va definendo attraverso la scelta delle parole e delle frasi e queste a loro volta rimandano non di rado alla psicologia, ai convincimenti, alla circospezione, alla prudenza,  al carattere dello scrivente, nel nostro caso, di Padre Cipolla.      
(1)    “ed evitare di disturbarLa dalle occupazioni quotidiane”.
(2)    che V. S. lo desidera, eccomi pronto ad informarLa di tutto”.
(3)   “carezzato”.
(4)   “basta dirLe che giovanotti noi eravamo fortunati di ossequiare ed amare i nostri maestri elementari, che oggi li insultano ed anche li beffeggiano in pubblica scuola”.
(5)   “eccellenti”.
(6)   “da riempire le carceri”.
(7)   “perché chiese ve ne sono”.
(8)   “racimolare nella vita Sacerdotale”.
(9)   “oh! Poveri noi! Per noi tutto è povero”.
(10) “la prego ora ho bisogno con le mani giunte per”.
(11) mi risponde che non può”.
(12) “Padre? Che rimedio? Anch’io debbo pensare per la fognatura del Vecchio Castello?”.
(13) “finisco di seccarLa”.

1 commento:

  1. Interessantissimo! Grazie, Piero. Questo documento è molto illuminante sulla figura del sacerdote e sui "macinamenti" della storia. Mi spiace che non ci sia più mia madre, alla quale avrei potuto chiedere altri dettagli.

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