E' più facile trovare soci nell'architettare il male che sodali nel portare avanti le cosiddette opere di bene. Si scontano in solitudine gli slanci di utopistico altruismo. Credo che la vicenda di Padre Cipolla ne sia un dolente esempio. A prescindere da tant'altre o tutt'altre vicende dalla cui responsabilità, se accertata, non si vuole sottrarre l'uomo, il sacerdote, l'intraprendente propugnatore di tante iniziative. La lettera ch'egli scrive al gesuita Padre Francesco Nalbone è un documento ricco di notizie e di indizi. E rimanda ad una fatale consapevolezza: l'uomo propone e la Storia macina giudizi.
Padre Giuseppe Cipolla con la madre.
Foto pubblicata da Nino Vassallo sul Gruppo fb "Sali d'argento.
Racolta fotografica digitale di Racalmuto"
Illustre
e Reverendissimo Padre F. Nalbone,
Roma
Avrei
voluto scrivere prima, per informare la S. V. Revma di tutto quello che si è
fatto, e si va facendo nella trascurata nostra Racalmuto, ma sapendo che è
sempre occupata, sempre in giro, sempre in mezzo a faccende importanti, volevo
risparmiarLa (1), ma oggi, che per mezzo della Signorina sua Nipote ho saputo
(2) quanto à scritto, pronto vengo a contentarla.
Da
molti anni, anzi dacché sono prete, ò carezzato (3) l’idea di un Istituto, che
comprendesse: Asilo infantile, scuole di Religione, Musica, ricami, scuole
elementari, insomma tutto il possibile, per potere venire in aiuto alla povera
gioventù abbandonata, la quale cresce, incivile, ineducata, facchina (4).
Poi
non hanno torto. I bambini nei nostri paese appena cominciano a camminare,
dalle proprie Mamme sono gittati in mezzo la strada, per potere le madri
accudire ad altri affari di famiglia, crescendo così senza Religione, senza
educazione, senza conoscenza di un Dio, abbandonati al mal costume, al
turpiloquio, alla delinquenza, crescono (5) valorosi ladri o galiotti (6).
Prova ne è, che oggi nel nostro Carcere vi sono otto ragazzi inferiori ai 15
anni per furti di animali ed altro.
Questo
solo pensiero, mi ha sempre tormentato, ed ò fatto sì che abbandonai per ora
l’idea della Chiesa S. Francesco (7), e volli dar principio ad un’opera
maggiormente benefattrice ed educatrice. Quindi ho speso quello che ho potuto
(8); ma vedo che ora vengono meno le forze e l’impresa è grandiosa, ragione
per cui ho lanciato un appello alla pubblica carità dei Racalmutesi in America,
e speriamo che rispondessero con slancio patriota, trattandosi di bene
pubblico.
Aggiunga,
che nel Castello vi è qualche cosa di antichità: tanto che è stato dichiarato
Monumentale: vi è una finestra bifora stile gotico Chiaramontano, un bel
Sarcofago con la scultura del Ratto di Proserpina, ma logorate in certo qual
modo, sia dal tempo sia dai barbari ragazzi, richiedono perciò degli acconci
per accrescere lustro e decoro al Castello ed al Paese, mi sono rivolto più
volte al Direttore dei Monumenti in Sicilia Comm. Francesco Valenti, viene in
Racalmuto, guarda, sorride, tutto gli piace, ma sempre risponde "il governo è
povero." Poveri noi! (9) Non esiste per
noi carità ed ajuto di sorta. Governo povero, Municipio scarso, perciò nessuna
speranza? Non credo…
Il
Municipio, per cedermi tre vani terreni ed evitare altri padroni, volle tre
mila lire (10), ora ho bisogno di aiutarmi almeno per l’acquedotto, per la
cucina ed il Cesso (11), e ne ho la solita risposta non si può. Mi creda Padre
nessuno ajuto nessun sollievo, non per questo dobbiamo indietreggiare (12), no!
e poi no!! Ecco in breve tutto quello che è in corso e spero con l’ajuto dei
buoni e Generosi Racalmutesi aprire nel 1925 a Dio piacendo, per la gloria di Dio e per il bene del popolo nostro.
Non
mancai pregare i PP. Salesiani e fu negativa per mancanza di soggetti, pregai
ai RR PP delle Scuole Cristiane e fu negativa – mi sono rivolto oggi alle Suore
della Sacra Famiglia e le attendo per loro fare vedere il locale e la posizione
e potere nel medesimo tempo contrattare.
Padre
(13), mi sembra aver detto tutto ed averLa informata di tutto; mi voglia
benedire e preghi per me e per tutti noi.
Le
bacio la destra
Mi creda
Devmo
Servo
Sac. Giuseppe Cipolla
Si
riportano in corsivo le parti cancellate della minuta non per esercizio
filologico quanto perché le varianti in generale possono essere spia di un
sentire che si va definendo attraverso la scelta delle parole e delle frasi e
queste a loro volta rimandano non di rado alla psicologia, ai convincimenti,
alla circospezione, alla prudenza, al
carattere dello scrivente, nel nostro caso, di Padre Cipolla.
(1) “ed evitare di disturbarLa dalle occupazioni quotidiane”.
(2) “che V. S. lo desidera, eccomi pronto ad informarLa di tutto”.
(3) “carezzato”.
(4) “basta dirLe che giovanotti noi eravamo fortunati di ossequiare ed
amare i nostri maestri elementari, che oggi li insultano ed anche li
beffeggiano in pubblica scuola”.
(5) “eccellenti”.
(6) “da riempire le carceri”.
(7) “perché chiese ve ne sono”.
(8) “racimolare nella vita Sacerdotale”.
(9) “oh! Poveri
noi! Per noi tutto è povero”.
(10) “la prego
ora ho
bisogno con le mani giunte per”.
(11) mi
risponde che non può”.
(12) “Padre?
Che rimedio? Anch’io debbo pensare per la fognatura del Vecchio Castello?”.
(13) “finisco
di seccarLa”.
Alcune iniziative di Padre Cipolla:
Interessantissimo! Grazie, Piero. Questo documento è molto illuminante sulla figura del sacerdote e sui "macinamenti" della storia. Mi spiace che non ci sia più mia madre, alla quale avrei potuto chiedere altri dettagli.
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