Povero Sciascia che ne fa le spese (o poveri noi)!
Ma che c'è da festeggiare?
Anche l’incoerenza fa festa talvolta: con cetre, cimbali e timballi.
Coerenza dei superstiti autoproclamatisi una volta
sciascianissimi e ora un po’ pentiti: enunciano, in passerella, la vitalità
dello Sciascia pensiero in diversi modi,
ostentando improbabili avalli e ascendenze, additando piste di ricerca, indicando
strade da percorrere, salvo celebrarne contemporaneamente, sempre in
passerella, il funerale: basta Sciascia, è il vecchiume!
La logica? In soffitta.
Che colpa ne hanno gli
ignari templi girgentani a cui tocca assistere siffatte, festose giravolte
illogiche che si consumano sotto le colonne doriche!
Ma non ditelo forte altrimenti codesti diversamente sciasciani sibileranno
veleno e vi condanneranno all’ostracismo mediatico, da veri intolleranti, e con tanto di foto segnaletica come in un novello far west.
Non ci credete?
Provare per credere!
La tolleranza volterriano-sciasciana?
Passata di moda.
Il ruolo della cultura, dei giornali e degli intellettuali?
Datemi una passerella e… vi citerò Archimede.
Parigi?
Val bene una messa, anche se cambiano uffici e officianti.
Smaragdos, Lo scornabecco non è un animale. Parainedito.
ph ©piero carbone 2017
A proposito di templi che ne vedono e sentono di tutte le fantasie
e del paese che vi confluisce ineluttabilmente.
e del paese che vi confluisce ineluttabilmente.
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