sabato 9 gennaio 2016

I CALENDARIETTI DEI BARBIERI COL DRAMMA DI BELLINI. Lo stupore di Fernandez



Poco più grandi di una scatola di fiammiferi, impregnati di essenze odorose, li regalavano ai clienti abituali i barbieri a fine anno per l'anno a venire: erano i calendarietti, molto popolari, solitamente illustrati con immagini scabrose di donne nude o seminude. Roba da adulti, però, peccaminosa, che imberbi adolescenti potevano sbirciare furtivamente. Veri trofei misteriosi per iniziati o smaliziati.



Ma con mia sorpresa, niente di tutto questo nel calendarietto del 1953 dedicato al compositore Vincenzo Bellini, il famoso autore della Norma, famoso e sfortunato perché morto giovane al culmine di coinvolgente passione amorosa. 

Il calendarietto la fa rivivere con sette tavole illustrate e arricchite da sentimentali didascalie. 
Questo la dice lunga sulla popolarità non solo dei calendarietti ma anche di Bellini, anzi, la popolarità dell'uno e dell'altro si incontravano e in sinergia dal basso sancivano un indiscusso successo, sul vero senso popolare, appunto.


Popolare era la lirica e popolari i teatri, era un rito andare a teatro non riservato solo ai benestanti e alla borghesia, era un costume. Soprattutto in provincia. Dominique Fernandez, nel suo reportage sulla Sicilia, La zattera della Gorgone, notava e si meravigliava che già alla fine dell'Ottocento molti paesi della Sicilia non avessero le fognature e l'acquedotto pubblico ma erano dotati di un teatro.
A distanza di un secolo, molti di quei teatri sono silenziosi e... chiusi. Non escluso quello di Racalmuto.



Ringrazio Enrico Di Puma, fondatore del Cicole Culturale "Beniamino Gigli" di Racalmuto, che, da inguaribile appassionato di musica lirica e del mondo in cui essa naviga, mi ha messo a disposizione il prezioso reperto acquistato a Roma su una bancarella, così l'ho potuto  fotografare per farlo conoscere a coloro che apprezzano codeste trovature o curiosità di costume d'antan.






Singole tavole










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