giovedì 16 luglio 2015

UNA PROPOSTA PER IL FESTINO DI SANTA ROSALIA


Cosa dire di Santa Rosalia in sé e del Festino con i suoi riti o di quello in particolare di quest'anno che già non si sappia o non sia stato detto, scritto, documentato da giornalisti e stuoli di reporter? In rete si trova un mare magnum. Eppure non manca lo spazio per qualche novità, che non deve essere per forza un'innovazione.

Quest'anno, infatti, in occasione del 391esimo Festino, accanto al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ha sfilato in processione Thomas Geisel, l'omologo di Düsseldorf, città con la quale è stato siglato un gemellaggio.


Nel segno dell'inclusione, ciò dà spunto ad altre partecipazioni per le edizioni future del Festino.

Allo stuolo dei gonfaloni delle varie confraternite palermitane, potrebbe accodarsi quello dei comuni siciliani e dei rispettivi sindaci con la fascia non esclusi arcipreti in cotta e stola, legati al culto di Santa Rosalia, ce ne sarebbero parecchi di diverse province, Delia, Santo Stefano Quisquina, Bivona, Gravina di Catania, Santa Croce Camerina, Rina di Savoca; di Racalmuto e Santa Margherita Belice è addirittura Patrona, ma anche gli immigrati dello Sri Lanka sembra abbiano una predilezione per il culto della Santuzza.


Nel segno dell'inclusione si potrebbero fare sfilare anche le quattro sante protettrici di Palermo che la Santuzza avrebbe scalzato, Agata, Ninfa, Oliva, Cristina, perché non di guerra di santi si tratta o dovrebbe trattarsi ma di inclusione, di cooperazione, e ciò dovrebbe valere nonostante primati storiografici o geografici legati alle vicende di Santa Rosalia che alcuni vorrebbero addirittura nativa di un comune dell'agrigentino dove il Cascini afferma il sorgere della prima chiesa a lei dedicata.

Ma al di là dei primati e delle primogeniture il Festino di Palermo con una tale partecipazione assurgerebbe ancor di più a simbolo di coesistenza come già è avvenuto con San Benedetto il Moro, neanche quest'ultimo di esclusiva pertinenza palermitana, come ben sanno i sanfratellani.



Facciamola fare vedere allora questa comunione dei santi, plasticamente, in processione, durante il Festino, in Sicilia, che in passato di convivenze di uomini e di santi e di lingue e di culture è stata laboratorio, in questo momento storico di contatti e travasi di popoli. Arretrando magari la clessidra della storia al momento in cui il teutonico Federico II, regnate in Sicilia, ha voluto escludere i musulmani (con gli ebrei ha prevalso la convenienza economica, sempre quella!).

Se si vuole, per svariati motivi, c'è sempre qualcuno da escludere, specialmente quando a deciderlo è chi sta in posizione di forza, secondo la forza delle "sue" ragioni, e ha il potere di affermarle. Ma ciò alla fine genera dissesti, impoverimento culturale.

In tal segno andiamo oltre il "Viva Paliemmu e santa Rusulìa" per inneggiare, inclusivamente, simbolicamente, e si spera proficuamente, al "Viva la Sicilia, tutti i santi e Santa Rosalia".

La locandina di quest'anno




IL FESTINO

14 Luglio




Artisti e figuranti dietro in carro trionfale 
lungo il Cassaro









Arrivo al Foro Italico del carro trionfale 
sormontato dal simulacro della Santuzza 

I fuochi visti con gli amici dal terrazzo di Palazzo Celauro che s'affaccia sul Foro Italico,
tra un bicchiere di vino bianco ghiacciato, tradizionali babbaluci e tabulè.
Per una sera, la galleria d'arte di Nicola Bravo  è all'aperto: è in mostra Palermo.











IL FESTINO

15 Luglio




Al Piano della Cattedrale


Lungo il Cassaro (Corso Vittorio Emanuele)







Ai Quattro Canti

All'angolo con via Maqueda





L'urna argentea con le reliquie della Santuzza



















Piazza Marina

















Presso Villa Garibaldi
















Arrivo dell'urna a Piazza Marina


L'omelia e la benedizione del cardinale Paolo Romeo






Prosecuzione della processione per il ritorno in cattedrale




Ph ©piero carbone

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