Ieri a Sciacca.
Ignazio Navarra di Sciacca declama la poesia
che piaceva tanto a Gianni Diecidue di Castelvetrano.
"Era la poesia che piaceva tanto a Gianni Diecidue", dice Ignazio Navarra a conclusione di una fluviale testimonianza sull'onda dei ricordi e dell'esperienza personale, nel rievocare un'epoca, l'epoca dei poeti dell'Antigruppo. In particolare riferisce della predilezione del poeta di Castelvetrano Gianni Diecidue per la poesia Dove vanno quegli uccelli grigi.
Gli è bastato come abbrivo la notizia di un mio recente viaggio a Mazara del Vallo per incontrare Flora Certa, alla ricerca di notizie e materiali sul padre Rolando, singolare figura di intellettuale che ha organizzato, tra l'altro, partecipatissimi incontri dei poeti provenienti dai paesi del Mediterraneo.
Ignazio li ha conosciuti tutti i poeti dell'Antigruppo e anche lui vi ha fatto parte in qualche modo. Ma alla fine quello che conta è quello che resta, e la poesia è come l'ossidiana, resta come testimonianza di se stessa e del mondo del quale ha fatto parte.
In questo incontro su un terrazzo di Sciacca, in contrada Perriera, seguito ideale di un precedente terrazzo in una contrada di Racalmuto, http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/08/incontri-sui-terrazzi-di-racalmuto.html
si è voluto dare spazio alla poesia di Ignazio Navarra. Nei meandri dell'Antigruppo non mancano pepite di vera poesia, ma come le pepite va cercata e sceverata.
La silloge da cui è stata tratta la poesia
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