Negli Atti del convegno, però, pubblicati nel febbraio 2020, la relazione di Amedeo Falci con la "sua" proposta operativa del Parco del gesso non c'è. L'assenza è stata subito notata quando in anteprima sono state anticipate in pdf, tra gli addetti ai lavori, la copertina con le pagine di Presentazione, Prefazione e l'Indice degli Atti. A quanto pare, secondo i curatori del volume, la relazione non è pervenuta in tempo. E non solo la sua.
Si sanno i termini temporali - a quo - ovvero quando e come è nato e si è svolto il Convegno, ma non le ragioni della improcrastinabilità della pubblicazione degli Atti - ad quem - tali da non potere attendere la ricezione delle relazioni che ne sono rimaste fuori, pertanto, in favore del processo che si prefigge di valorizzare il ritrovato mondo del gesso, che ci si augura vada oltre il Convegno e gli stessi Atti, ritengo di fare cosa memoranda riproponendo il post e il video di Amedeo Falci con la sua proposta di costituire un Parco del gesso in Sicilia. Un Parco che comprenda tutta l'area, interprovinciale, gessoso-solfifera.
Va ribadito in ogni caso il plauso a chi meritoriamente ha voluto e realizzato la pubblicazione degli Atti. Per amore del rinato interesse verso il mondo del gesso - si spera fecondo, ininterrotto e operativo -, osservazioni ed eventuali integrazioni come le presenti, e altre che potrebbero seguire, in cartaceo o sul web, sono tassativamente da intendersi come desiderio disinteressato di arricchire un dialogo così come sul web è nato: nel rispetto di tutti, dei motivi che legano ciascuno al mondo del gesso, nella fedeltà dei fatti.
Post del 16 gennaio 2019
ANCHE IN SICILIA "LE VIE DEL GESSO". Terza tappa di un fecondo percorso dal blog "Archivio e Pensamenti" al Convegno di Caltanissetta "La Sicilia del gesso" e oltre
" ...si sono fatte Le vie del vino, fare Le vie del gesso in certe aree è più facile. Dobbiamo essere tutti uniti... Le condizioni per fare un Parco ci sono. Se tutti ci sediamo attorno a un tavolo, umilmente, scordandoci le nostre presunzioni e arroganze di cultura che abbiamo, può essere che ci riusciamo. Questa è la mia proposta." Alberto Amedeo Falci.
Intervento al Convegno di Caltanissetta La Sicilia del gesso, sabato 12 gennaio 2019 (Sala magna del Consorzio Universitario).
Ieri, nel chiedere l'amicizia su Facebook all'ingegnere Alberto Amedeo Falci che aveva lanciato l'idea di un Parco del gesso interprovinciale al Convegno di Caltanissetta "La Sicilia del gesso", mi complimentavo per la fulmineità della proposta.
Mi ha colpito la risposta: l'idea c'era già, e da tempo, ma era mancata l'occasione per proporla.
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Intervento al Convegno di Caltanissetta La Sicilia del gesso, sabato 12 gennaio 2019 (Sala magna del Consorzio Universitario).
Da sx: Ing. Alberto Amedeo Falci, Prof.ssa Marina Castiglione, Prof. Giovanni Arnone, Presidente del Consorzio Universitario di Caltanissetta |
Intervento dell'ing. Alberto Amedeo Falci.
Video
Video
Ieri, nel chiedere l'amicizia su Facebook all'ingegnere Alberto Amedeo Falci che aveva lanciato l'idea di un Parco del gesso interprovinciale al Convegno di Caltanissetta "La Sicilia del gesso", mi complimentavo per la fulmineità della proposta.
Mi ha colpito la risposta: l'idea c'era già, e da tempo, ma era mancata l'occasione per proporla.
Fa piacere constatare che il lavoro di riscoperta e promozione del mondo del gesso che ho iniziato spontaneamente nel luglio 2018 e proseguito nei mesi successivi, tramite il blog "Archivio e Pensamenti", abbia riscontrato entusiasmo e consensi di tanti e da tante parti della Sicilia, innescando processi virtuosi ovvero favorendo in qualche modo non solo virtualmente ma anche di fatto un clima propizio alla nascita di idee e iniziative che, a quanto pare, erano, inespresse, nell'aria e quasi in incubazione o isolate. Purtroppo da troppo tempo.
Il Convegno "La Sicilia del gesso", organizzato da Marina Castiglione, che ha coinvolto il mondo accademico, e Giuseppe Giugno, con il patrocinio del Consorzio Universitario di Caltanissetta e dell'Associazione Culturale "Alchimia", a cui ho contribuito concretamente oltre ad ispirarlo con un propedeutico lavoro di sensibilizzazione, ne è stato il primo risultato. Altri a sua volta il Convegno ne ha prodotto.
Il Convegno "La Sicilia del gesso", organizzato da Marina Castiglione, che ha coinvolto il mondo accademico, e Giuseppe Giugno, con il patrocinio del Consorzio Universitario di Caltanissetta e dell'Associazione Culturale "Alchimia", a cui ho contribuito concretamente oltre ad ispirarlo con un propedeutico lavoro di sensibilizzazione, ne è stato il primo risultato. Altri a sua volta il Convegno ne ha prodotto.
Ora, la proposta del Comitato Promotore "La Terra promessa è sotto i nostri piedi" mira non solo a riscattare il gesso dal lungo silenzio ma anche a proiettarlo "progettualmente" nel futuro con il coinvolgimento di "quanti vorranno aderire". P. C.
Screen shot Facebook 15 gennaio 2019 |
Caltanissetta, mercoledì 16 gennaio 2019
C’è una Terra promessa sotto i nostri piedi.
E questa terra è fatta di gesso.
Da anni Caltanissetta attende di recuperare la sua identità riscoprendo i circuiti minerari legati all’estrazione e lavorazione dello zolfo. Nell’attesa di un sempre procrastinato rilancio della legge regionale per la realizzazione del Parco Geominerario della Sicilia, siamo rimasti fermi, soprattutto nella nostra città. A Villarosa, a Valguarnera, a Casteltermini, a Sommatino, a Riesi, a Montedoro, a San Cataldo iniziative private e pubbliche hanno recuperato parte degli impianti di archeologia industriale o del patrimonio etno-antropologico consentendone la fruizione a fini turistici sebbene manchi un sistema di messa in rete. Da noi persino la sistemazione di un unicum come il Cimitero dei minatori morti durante l’incidente di Gessolungo del 1881 è parziale e il sito difetta nella gestione.
A pensarci la civiltà dello zolfo è durata un paio di secoli e ha segnato il paesaggio esclusivamente nelle cave. Perché lo zolfo era merce ed era merce che veniva estirpata con il sangue e la fatica e veniva venduta per scopi prevalentemente bellici arricchendo pochi proprietari.
Invece esisteva in superficie, sopra gli strati di zolfo e sopra quelli di sale, un altro minerale che è stato meno invasivo, meno drammatico nei suoi aspetti socio-lavorativi, un minerale che non è stato narrato: il gesso.
Vero “collante” del nostro territorio è proprio il gesso, balatino, alabastrino, tripolino che sia: da Valguarnera a Partinico, da Villafrati a Sant’Angelo Muxaro, da Marineo a Caltanissetta, da Salemi a Sutera, da Favara a Pietraperzia, da Racalmuto a Montedoro esso cementa un’ampia parte della Sicilia centrale con propaggini importanti in quella occidentale e, ancora oggi, molte cave sono in produzione.
Un minerale che contrassegna siti archeologici, habitat botanici, grotte, forme carsiche epigee o superficiali, serre montuose, regie trazzere, masserie e bagli, centri urbani, cave e relitti di fornaci, pozzi e ovili, decori artistici per l’architettura laica e quella religiosa. Un minerale “pacifico”, che non ha causato guerre né direttamente né indirettamente. Molti dei siti siciliani “Natura 2000” (SIC e ZPS) rientrano all’interno della stratificazione gessoso-solfifera e sono già tutelati da apposite norme: basterebbe aggiungere a questi itinerari il ripristino di alcune strade della transumanza, la manutenzione di fornaci, il recupero di antichi mulini in gesso, dei laboratori d’arte, etc..
Un materiale ecologico e duttile come il gesso è oggi alla base di progetti europei per il recupero dei centri storici in Francia e in Spagna, esso, quindi, è un possibile alleato per uno sviluppo sostenibile e per la crescita di un indotto non soltanto turistico.
La proposta delle “Vie del gesso” è emersa all’interno del Convegno La Sicilia del gesso, svoltosi a Caltanissetta il 12 gennaio e che ha visto seduti attorno ad un tavolo geologi, naturalisti, architetti, botanici, etnomusicologi, linguisti, imprenditori, docenti, scultori, storici dell’arte. La proposta, avanzata da Amedeo Alberto Falci al termine della sua relazione e immediatamente abbracciata da tutti i presenti, è una proposizione politico-culturale analoga e qualitativamente più ricca del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, un parco di oltre duemila ettari situato nell’entroterra romagnolo tra Imola e Faenza.
Una doppia scoperta: quella di sentirsi uniti attorno ad un argomento sinora ignorato e, soprattutto, attorno ad un progetto comune al quale si comincerà a lavorare da subito con quanti vorranno aderire mettendosi in contatto con il comitato promotore. Un progetto bello e possibile.
Comitato promotore
A pensarci la civiltà dello zolfo è durata un paio di secoli e ha segnato il paesaggio esclusivamente nelle cave. Perché lo zolfo era merce ed era merce che veniva estirpata con il sangue e la fatica e veniva venduta per scopi prevalentemente bellici arricchendo pochi proprietari.
Invece esisteva in superficie, sopra gli strati di zolfo e sopra quelli di sale, un altro minerale che è stato meno invasivo, meno drammatico nei suoi aspetti socio-lavorativi, un minerale che non è stato narrato: il gesso.
Vero “collante” del nostro territorio è proprio il gesso, balatino, alabastrino, tripolino che sia: da Valguarnera a Partinico, da Villafrati a Sant’Angelo Muxaro, da Marineo a Caltanissetta, da Salemi a Sutera, da Favara a Pietraperzia, da Racalmuto a Montedoro esso cementa un’ampia parte della Sicilia centrale con propaggini importanti in quella occidentale e, ancora oggi, molte cave sono in produzione.
Un minerale che contrassegna siti archeologici, habitat botanici, grotte, forme carsiche epigee o superficiali, serre montuose, regie trazzere, masserie e bagli, centri urbani, cave e relitti di fornaci, pozzi e ovili, decori artistici per l’architettura laica e quella religiosa. Un minerale “pacifico”, che non ha causato guerre né direttamente né indirettamente. Molti dei siti siciliani “Natura 2000” (SIC e ZPS) rientrano all’interno della stratificazione gessoso-solfifera e sono già tutelati da apposite norme: basterebbe aggiungere a questi itinerari il ripristino di alcune strade della transumanza, la manutenzione di fornaci, il recupero di antichi mulini in gesso, dei laboratori d’arte, etc..
Un materiale ecologico e duttile come il gesso è oggi alla base di progetti europei per il recupero dei centri storici in Francia e in Spagna, esso, quindi, è un possibile alleato per uno sviluppo sostenibile e per la crescita di un indotto non soltanto turistico.
La proposta delle “Vie del gesso” è emersa all’interno del Convegno La Sicilia del gesso, svoltosi a Caltanissetta il 12 gennaio e che ha visto seduti attorno ad un tavolo geologi, naturalisti, architetti, botanici, etnomusicologi, linguisti, imprenditori, docenti, scultori, storici dell’arte. La proposta, avanzata da Amedeo Alberto Falci al termine della sua relazione e immediatamente abbracciata da tutti i presenti, è una proposizione politico-culturale analoga e qualitativamente più ricca del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, un parco di oltre duemila ettari situato nell’entroterra romagnolo tra Imola e Faenza.
Una doppia scoperta: quella di sentirsi uniti attorno ad un argomento sinora ignorato e, soprattutto, attorno ad un progetto comune al quale si comincerà a lavorare da subito con quanti vorranno aderire mettendosi in contatto con il comitato promotore. Un progetto bello e possibile.
Comitato promotore
Marina Castiglione, Università degli Studi di Palermo; Giuseppe Giugno, PHD e Presidente dell’Associazione culturale Alchimia (Caltanissetta); Giuseppe Agnello, scultore, docente dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo (Racalmuto); Antonino Anzalone, imprenditore (San Cataldo); Giovanni Arnone, Presidente Consorzio Universitario di Caltanissetta; Calogero Barba, docente e artista (San Cataldo); Laura Bonura, docente e socia del CSFLS (Partinico); Michele Brescia, Associazione mineralogica e della cultura della solfara di Sicilia (Caltanissetta); Maria Teresa Campisi, Università degli Studi Enna-Kore; Piero Carbone, scrittore (Racalmuto); Mario Cassetti, architetto e Dirigente scolastico (Caltanissetta); Enrico Curcuruto, geologo e docente del Liceo Scientifico delle Scienze applicate “S. Mottura” (Caltanissetta); Angelo Cutaia, ingegnere (Racalmuto); Fiorino Ettore, perito minerario e collezionista di minerali (Caltanissetta); Amedeo Alberto Falci, ingegnere e naturalista (Caltanissetta); Manlio Geraci, scultore (Palermo); Amedeo Giammusso, perito minerario (Caltanissetta); Lillo Giuliana, scultore (Caltanissetta); Leandro Janni, Presidente regionale di Italia nostra Sicilia; Paolo Lo Iacono, Presidente Ordine degli architetti (Caltanissetta); Francesco Longo, docente del Liceo Scientifico “S. Savarino” (Partinico); Antonella Mamì, Università degli Studi di Palermo; Vincenzo Ognibene, architetto e scultore (Palermo); Giuseppe Palumbo, ispettore onorario per i beni culturali del Museo “Antiquarium Arturo Petix” (Milena); Nino Pardi, docente dell’Istituto “Virgilio” di Mussomeli (Sutera); Arcangelo Pirrello, geologo (Caltanissetta); Fabiola Safonte, Presidente IRPAIS, Istituto di Ricerca e Promozione delle Aree Interne della Sicilia.
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foto e video ©piero carbone
"Può un social contribuire alla ricerca scientifica sollecitando gli studiosi a riunirsi e a lavorare in èquipe? È quello che è accaduto la scorsa estate, quando sul blog “Archivio e pensamenti” di Piero Carbone, attivo operatore culturale di Racalmuto, ha avuto inizio un dialogo a distanza tra architetti, etnomusicologi, linguisti, antropologi, storici. Tema del dibattito: il gesso. A proposito di questo minerale poco studiato ma molto usato, sono emersi interessi diversi e ricordi d’infanzia sopiti attorno a cui si è costituita una piccola comunità che ha cominciato a interagire."
Marina Castiglione
Marina Castiglione
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