Giorni prima del 12 gennaio alquanti giovani delle famiglie più cospicue, i quali, concittadini e amici del grande storico della letteratura italiana, aveano comuni con esso lui aspirazioni e ideali politici, entusiasti del nuovo pontefice, che erasi fatto iniziatore di riforme liberali, si riuniscono in casa di don Salvatore Sorce e scendono in piazza, seguiti da immenso popolo e alla testa un mezzobusto in gesso di Pio IX, portato da maestro Carmelo Piparo, fra gli evviva al papa riformatore e alla Costituzione.
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Onorevole
COMM. AVV. ANTONINO DI PISA
già deputato al Parlamento
Incipit:
Carissimo Nenè,
DEDICA
A Te, che nel 1859 mi fosti collega negli studi di estetica e di filosofia sotto la guida del chiarissimo Matteo Ardizzone e da quel tempo mi sei legato con vincoli indissolubili di sincera e costante amicizia; a Te, che, sin da giovanetto, della libertà ti facesti un ideale, un culto, una religione; a Te, che nella Camera elettiva entrasti con la fede, fortemente sentita, nelle libere istituzioni e dopo cinque legislature ne uscisti con la fronte alta e con le mani pulite; a Te consacro e dedico queste povere pagine.
Non te l’avrai certo a male, se guardi al cuore, che ti vuol tanto bene.
Non te l’avrai certo a male, se guardi al cuore, che ti vuol tanto bene.
Amami come ti ama
Caltanissetta, 1898
Caltanissetta, 1898
Il tuo amico
G. MULÈ BERTÒLO
Palermo
COMM. AVV. ANTONINO DI PISA
già deputato al Parlamento
.
Figlio di Michele Mulè e Angela Bertòlo aveva sei sorelle e quattro fratelli. I nonni furono tra i primi abitanti del comune natio di Villalba. Rimase orfano di padre a nove anni. Si sposò, civilmente nel 1898 a 61 anni, con la sua cameriera di venti anni più giovane.
Morì ad 81 anni il 12 gennaio 1917 alle 14,30.
Studia prima filosofia ed estetica a Palermo e poi giurisprudenza a Catania, dove consegue l’abilitazione notarile nel 1862 a 25 anni; quindi si trasferisce a Caltanissetta dove lavora prima come funzionario e poi, dal 1887, come segretario generale nell’Amministrazione Provinciale nissena; carica che manterrà ininterrottamente per i successivi 18 anni, fino a tutto 1905.
Fu presente in modo attivo in varie organizzazioni civili che si svilupparono nella città, tra queste la CRI.
Abitò, fino al 1912, in una casa attigua alla Chiesa di Sant’Agata al Collegio dove oggi una targa marmorea lo ricorda, dal 1912 si trasferì in campagna poco lontano il centro cittadino in Via Messina.
È stato un cittadino onorario di Caltanissetta, esperto di storia della città in epoca prefascista.
Diede un importante impulso alla crescita della Biblioteca Scarabelli di Caltanissetta, alla quale donò 4.400 opere tra opuscoli, giornali e manoscritti che si riferivano alle vicende della provincia nissena, opere che iniziò a raccogliere sin dal 1876.
Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Mulè_Bertòlo
https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Mulè_Bertòlo
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