L'ho sentita la scorsa estate all'aperto, nell'attesa dell'incontro con Teresa Mannina alla Valle dei Templi, ma in teatro, con uno spettacolo tutto suo, è un'altra cosa.
Ieri sera, al Teatro Lelio, Debora Troìa ha cantato le canzoni di Rosa Balistreri ripercorrendone la vita, le vicissitudini, le frustrazioni, i sogni, con precisione e delicatezza, con eleganza direi, attraverso le parole della narrazione e peculiarmente con la voce, la musica, il canto, il tulle e sobri supporti di scena, coadiuvata dal melanconico violoncello di Wanda Modestini, dalla storica e versatile chitarra di Tobia Vaccaro.
Debora ha cantato Rosa cantando se stessa, senza imitarla, ma arricchendola, estendendola con gli acuti da soprano, i gorgheggi, gli arpeggi, le melodie non banali ma intrise di coltissima tecnica musicale, quasi realizzando il desiderio di Rosa che conosceva appena i rudimenti dell'accompagnamento con la chitarra ma che con la musica e con la sua raschiante voce voleva esprimere e ha espresso inimitabilmente il dramma e la bellezza di una difficile esistenza, salvata, riscattata, potenziata, resa archetipica dalla musica, dal canto, dal "suo" canto.
testo e foto ©piero carbone
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Commento al Post su fb di Debora Troìa:
RispondiEliminaSono estremamente felice di questo articolo .
Piero Carbone ha centrato perfettamente quello che ho sempre sostenuto “Rosa è inimitabile ed io canto con la mia voce “
Grazie Piero per i complimenti e per le tue parole d’affetto, grazie per seguirmi... insomma grazie per esserci stato!🌹🌹🌹🌹