Ieri, un bel blocco di cristalli di sale faceva bella mostra di sé. Poteva non colpirmi, potevo non fotografarlo, provenendo da uno dei paesi della Fossa di Caltanissetta le cui viscere rigurgitano di "brillanti" così detti ovvero cristalli di sale, di zolfo, di ricchezza sfruttata, di sofferenze patite, di potenzialità represse, di letteratura?
Mi è venuto spontaneo pensare alle sculture di sale realizzate nelle miniere del Raffo a Petralia Soprana.
Ma si potrebbero realizzare anche altrove dove le miniere fungerebbero da musei a cielo aperto, quel cielo che agli iridescenti cristalli di sale e zolfo è negato nelle nere viscere della terra.
Sculture di sale a Petralia
Museo Riso
Quella esposta è una scultura realizzata da un'artista giapponese, nell'ultima edizione della biennale di scultura di salgemma a Petralia Soprana. L'ho conosciuta, si chiama Oki Izumi, artista di gran carisma e di grande fama internazionale.
RispondiEliminaDamiano Sabatino
Grazie, Damiano, per la notizia; il link in coda al post rimanda alla tua scultura di sale che graziosamente hai voluto chiamare Sicilinconia ispirandoti ad una mia poesia.
RispondiEliminaLe sculture di sale per conservarsi bene devono essere protette in campane di vetro ed evitare di stare in ambienti umidi. Comunque, molto bella, questa composizione.
RispondiEliminaGiuseppe Iannello (Racalmuto)