domenica 6 marzo 2016

STUPIDI. Dialogo tra L. e S.



L.
D'accordissimo, questa è la base in una società dove va smarrendosi il senso del dovere e della propria onestà.
Ma per continuare, come scrittori, a partecipare come Vittorini e Pasolini a cambiare gli altri, a cambiare la società non credi sia necessario non accontentarsi di essere se stessi, ma lottare perché anche gli altri imparino a essere se stessi?

S.
Uno scrittore, un artista, se ha qualcosa da dire, se sa dirlo, fa per gli altri nell'atto di fare per sé.

L.
A non accettare per loro parte verità rivelate o fabbricate come tu dici?
Anche questa nostra libera conversazione non è un riaprire il dialogo tra noi, senza barriere?

S.
Dovremmo sempre dialogare, polemizzare magari: ma sempre con cordialità, direi, senza malanimo, senza aggressioni. Invece, tante cose vanno oggi sotto il segno dell'aggressione. E l'aggressione è figlia della stupidità. Flaubert e, da noi, più tardi, Brancati hanno visto il segno della stupidità dominare la vita. Lo hanno previsto. Ed ecco che ci siamo.



Da: Leonardo Sciascia - Davide Lajolo, Conversazione in una stanza chiusa, Sperling & Kupfer editori, Milano 1981.


In perfetta sintonia con Luigi Russo:

Mi incuriosisce inoltre un titolo:
Critica come fraternità
http://www.minimaetmoralia.it/wp/critica-come-fraternita-marco-strappato/

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