Incompiuta sciasceide o apoteosi dello sciascismo come sciagurata capacità divinatoria di future e insospettate disillusioni?
Interrogativi intorno ad una vicenda che merita approfondimento.
Quando, con ritardo, disattendendo una esplicita richiesta di pubblicazione, l'ho scaricato dalla mia posta elettronica, mi sembrava che l'articolo di Iolanda Salemi fosse già "bruciato" per averlo letto qualche giorno prima su un altro blog, ma non trattandosi di spicciola cronaca, dopo averlo riletto senza urgenze cronachistiche ho accettato con piacere l'iniziale richiesta, e l'ho fatto direi doverosamente perché si tratta di riflessioni aggrappolate ad un interrogativo che interpella la coscienza e la sensibilità dell'essere cittadini racalmutesi, siciliani o semplicemente lettori.
E' una sorta di obbligo morale, se la morale non è una merce scaduta: nell'oblio pressoché generale per calcolo o per sciatteria, mantenere viva la memoria dei fatti accaduti, non accaduti o che dovrebbero accadere.
Ora, che i fatti di ieri e dell'altro ieri, riguardanti l'istituzione del Parco letterario Regalpetra, si allontanino nel tempo dalle riflessioni di oggi rafforzano la convinzione che questo tempo infruttuosamente trascorso rende più "vere" e calzanti le riflessioni stesse. E rafforzato ne esce il rammarico per l'ennesima occasione mancata.
Se ne coglie una sorta di amara conclusione: sembra una pena del contrappasso che tra tanti parchi letterari esistenti in Sicilia sia proprio quello ispirato all'opera di Leonardo Sciascia a svanire.
Un contrappasso cocente per uno scrittore che temeva di diventare un "bene culturale" ma soprattutto per avere prefigurato nel racconto su "Mussolinia" le malinconiche vicende del Parco a lui stesso intitolato: magne inaugurazioni di progetti inconclusi. P. C.
"Erano circa le nove del mattino quando si venne alla posa della prima pietra".
L. Sciascia, "Fondazione di una città", in La corda pazza.
Era un bel progetto
Scheda editoriale
La fruizione dell’opera letteraria passa attraverso le pagine di un libro ma anche attraverso i luoghi, specie se, come nel caso di Leonardo Sciascia, l’opera è sostanzialmente impregnata di descrizioni del suo paese ”REGALPETRA”. Le miniere, la campagna, le masserie, le strade, le feste, ecc. In questo volume in cui si descrive il parco letterario intitolato a Sciascia e una sua biografia completa, si crea un progetto dell’immagine che renda riconoscibile il parco stesso: una serie di segni che, partendo dalla scrittura dell’autore, descrivono un linguaggio capace di identificare il parco e l’artista, e con essi la Sicilia. Uno studio che presenta un assetto evocativo, identificativo e di visibilità, in cui il segno parola e il segno grafico si fondono per il recupero dell’ambiente e per la produzione di nuova economia.
L'articolo annunciato, nel prossimo post.
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