mercoledì 23 settembre 2020

BUON COMPLEANNO, LERCARA! Gli auguri del lercarese doc Pippo Furnari, con una rassegna inedita di rievocazioni

 


A Lercara, ricordando
di
Pippo Furnari

22 settembre 1595 - 22 settembre 2020

Avevo pensato tante cose per festeggiare i tuoi 425 anni, avrei voluto ricordare i tuoi anni più belli e quelli meno esaltanti.

Avrei potuto parlare dei Lercaresi che ho incontrato sui libri, di recente in uno di Chiara Valerio ho incrociato Mauro Picone, ma tu sai che mi piace parlare più dei Lercaresi che non incontro sui libri ma dei tanti che ho incontrato aspettandoli all'uscita da surfara o a Friddicelli nell’attesa della trebbia all'ombra di un siddunu che emanava fetu di suduri di mulu o dentro la putia da Ficarrotta mentre accattava 100g di gallettini sfusi o aspettando u zu Lucianu "Salutiamu" chi munci a crapa.

Avrei incontrato quel mio parente che andò a lavorare in Germania e mi parlò di baracchi, spiegandomi che erano diverse da quelle che vedevamo durante la festa della Madonna di Costantinopoli.

Avrei incontrato il maestro La Rosa, u zu Paolino, i sui fratelli e sua sorella Maria che già 70 fa suonava il sax e poi La tromba di Cola Farfalledda e Saruzzu e Saru Barracato.
Seduto na na ngnuni mi sarei gustato “All of me” o “Le foglie morte”.

Sicuramente avrei incontrato Filippo e Toni Vella e la musica di Areta, Nat King Cole e Duke Ellington ma anche Jonny Dorelli, e sarei ancora li a tentare di spiegarti… Alice guarda i gatti...

Mi sarei andato a tagliare i capelli in un luogo strano, quel“salone” dove ho visto fare poche barbe ma era normale farsi spazio tra strumenti musicali, macchine fotografiche, riviste di religione e diatribe infinite.

Cercavo qualcosa che mi aiutasse a di ricordare le “feste di ballu” a parti di casa, ballando al suono ( si fa per dire) di un 45 giri dentro un mangiadischi, ma anche i veglioni al cinema con la musica dal vivo, gli inviti, con inchino, a ballare alle ragazze e la temutissima frase “messiè purtè vu a dame o buffè”.

Incontro ancora gli amici che “scendevano” a Palermo per comprare i primi strumenti da Luccalux, gli stessi che con i soldi guadagnati suonando si comprarono la Gibson Les Paul o uno dei primi basso Fender jazz.

Riascolterei ancora quella versione “Oyo como va” suonata in canonica o il confronto a Radio Lercara con l’amico di Comunione e Liberazione.

Rido ancora ricordando quando ritornando da Palermo emozionato proposi all'amico ca si nni sintia di ascoltare Foxy Lady del grande Jimi e mi bruciò con un: e chista comu minchia s’abballa?

Mi andò meglio con Carlos Santana e il brano “Sampa pa ti”.
Vorrei avere ancora quelle cinquanta lire per riascoltare insieme a Rosolino “Black magic woman” dal jukebox del bar “Famoso”.
Avrei …

Ma vistu ca per ora mi pari ca un ti senti tantu bona u restu tu cuntu n’atra vota.

Pero l’aguri ti vogghiu fari.

Buon Compleannu, LERCARA, ti voglio bene.





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