giovedì 15 agosto 2019

MASSIMO ONOFRI E LA GENEROSITÀ DI MOZART. A proposito del Miserere di Gregorio Allegri



Chi omette il buono e il bello altrui sta semplicemente nella propria misura, non capiente ad accoglierli. Una misura meschinella. SMARAGDOS, Lo scornabecco non è un animale. Parainedito.
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La citata riflessione di Smaragdos mi è stata sollecitata dalla nota di Massimo Onofri che accompagna la condivisone su Facebook del Video con il Miserere di Gregorio Allegri:


"Il padre di Mozart così scrive del "Miserere" di Gregorio Allegri in una lettera alla moglie del 1770: «A Roma si sente spesso parlare del famoso Miserere, tenuto in tanta considerazione che ai musicisti della cappella è stato proibito, sotto minaccia di scomunica, di portarne fuori anche una sola parte, copiarlo o darlo a chicchessia. Noi però l'abbiamo già, Wolfgang l'ha trascritto a memoria, e, se non fosse necessaria la nostra presenza al momento dell'esecuzione, noi l'avremmo già inviato a Salisburgo. Infatti la maniera di eseguirla conta più della composizione stessa, e quindi provvederemo noi stessi a portarla a casa». 

Di questo capolavoro nulla sapremmo, insomma, se Mozart non l’avesse trascritto dopo averlo ascoltato nel segreto della Cappella Sistina. La generosità e l’assoluto disinteresse per sé sono indubitabili qualità del genio.
Oggi me lo devo dedicare proprio tutto. Che Dio e gli dei tutti abbiano pietà di me: MISERERE MEI, DEUS"

Screen shot da facebook






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