martedì 29 luglio 2014

A RACALMUTO, LA POESIA E L'A.N.PO.S.DI





Il simbolo dell’Associazione raffigura un flessuoso e frondoso albero di ulivo (emblema di pace, nella quale, come diceva Ovidio, “fioriscono le arti e in particolare la Poesia”)  e si deve al talento artistico di Sascha Robb Cucchetti.
Eloquente il significato: le radici affondano nelle specificità locali e regionali, da cui traggono nutrimento, convergendo poi nel solido fusto e nell’argentea e fitta chioma, in un processo di unione e di affratellamento.




Il gonfalone A.N.PO.S.DI., ideato dall’attuale Presidente, dott. Mimmo Staltari. E’ stato presentato durante il Convegno d’Autunno tenutosi a Santarcangelo di Romagna (RN) nell’Ottobre del 2005.





In occasione del convegno (da non intendere in senso accademico) Poeti@Racalmuto  che si terrà il prossimo 3 agosto, giungerà, da Cosenza, Mimmo Staltari, presidente dell’Associazione di poeti e scrittori che si prefigge di valorizzare la letteratura espressa nei vari dialetti d’Italia. 

Marco Scalabrino, poeta trapanese e studioso del dialetto siciliano,  cortesemente ha approntato una scheda per illustrare l’attività dell’associazione e il ruolo svolto dal suo presidente.



L'A.N.PO.S.DI,
una falange per il dialetto
di 
Marco Scalabrino


L’A.N.PO.S.DI., Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali, con sede centrale in Roma e delegazioni regionali e provinciali, è stata fondata il 9 Maggio 1952.

Senza fine di lucro (il sostentamento è basato unicamente sulle quote degli associati), gli scopi statutari si prefiggono: 1) la valorizzazione dei dialetti; 2) lo studio dei dialetti e degli autori; 3) la diffusione della produzione letteraria dialettale.

Nell’intento di attuare i propri fini istituzionali, l’Associazione, che ha annoverato nel tempo soci insigni quali: Aldo Fabrizi, Nino Taranto, Peppino Denaro, E. A. Mario, Mario Dell’Arco, Tonino Guerra e altri, promuove e indice convegni e congressi nazionali che si celebrano due volte all’anno, in Primavera e in Autunno.




A Mimmo Staltari, che dell’Associazione è il presidente dal 2005, al suo entusiasmo e al suo carisma, se ne deve l’attuale rilancio, in virtù delle felici iniziative sotto la sua guida messe in atto, quali, fra le altre: l’inaugurazione del gonfalone dell’A.N.PO.S.DI., la nuova veste della rivista dell’Associazione Voci Dialettali, la svolta informatica con la realizzazione del sito internet, il rafforzamento degli organismi periferici nonché la pubblicazione del Quaderno, che intende partecipare, in opposizione al “de profundis” che da tempo alcuni sinistramente intonano, la vitalità dei dialetti, riscoprire tramite essi “la nostra identità”, comunicare che “dialetto non significa isolamento” bensì vivere, comprendere e rinnovare “il senso profondo delle proprie radici”.

Salvatore Di Pietro. siciliano,
vicepresidente dell'Associazione negli Anni Settanta

Dall’Abruzzo al Veneto, dalla Basilicata alla Valle d’Aosta, dalla Calabria al Trentino Alto Adige, passando per Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, il Quaderno, un volume di circa 200 pagine, racchiude una rassegna dei testi (con traduzione italiana in calce) di poeti che militano fra le fila del Dialetto, i cui versi “esaltano i sentimenti, le emozioni, gli anfratti dell’anima”, ed è suggestivo, stimolante, bello constatare quanto questo venga adoperato con naturalezza, con proprietà di significato, sia “abile” ad assolvere egregiamente l’esigenza sociale della comunicazione, sia tuttora palpitante, seducente, vivo.

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lunedì 28 luglio 2014

IL PROGRAMMA DEL 3 AGOSTO S'INFITTISCE



In vista del Convegno poetico, voluto con Marco Scalabrino e con lui organizzato, che si celebrerà a Racalmuto il 3 agosto prossimo, si comunica con piacere che il programma si infittisce e il numero delle adesioni aumenta. 

Lo scopo dell'iniziativa è esclusivamente culturale, del resto si sa che carmina non dant panem, eppure, visto che le poesia cammina sulle gambe degli uomini in carne e ossa e sentimenti, sarà un'occasione positiva, concreta e virtuosa per il paese che si farà apprezzare per la sua storia, per i suoi monumenti,  per la sua accoglienza e quindi per le sue strutture ricettive che sapranno far gustare le nostre specialità e rifocillare i poeti e le loro famiglie.

In sintonia con i tempi, ma anche nello spirito non alieno agli organizzatori, l'evento è a costo zero, va da sé, anzi, saranno sostenute personalmente le spese dai vari partecipanti (come del resto è avvenuto recentemente per un altro evento) ed è stato concordato fin dal febbraio scorso con la direzione del Castello Chiaramontano, quando ancora c'erano i commissari ministeriali a reggere il paese, nel frattempo con le elezioni amministrative del maggio scorso è sopraggiunta la nuova amministrazione guidata da Emilio Messana che, nelle more della fase organizzativa della squadra assessoriale,  spontaneamente, fin da subito, ha approvato e fatte proprie con entusiasmo e convinzione questa e le altre iniziative in itinere. 

Ne è seguita, come purtroppo non sempre avviene in queste faccende a causa di piccine logiche di parte, disponibilità reciproca a lavorare insieme per il bene del paese, per la sua crescita culturale in senso lato. Con fiducia, stima e disinteresse.

In attesa pertanto del manifesto ufficiale (se sarà possibile realizzarlo, come mi anticipa l'assessore alla cultura), che comprenda il programma definitivo, i loghi e i nomi istituzionali, si è pensato di allestire in modo artigianale, e grazie alla disponibilità di Marco, una locandina provvisoria per promuovere e pubblicizzare l'evento. Va precisato che, essendo una locandina, non contiene tutti i nomi delle persone a vario titolo coinvolte, come ad esempio quello di Angelo Cutaia che ci guiderà a visitare il Castelluccio e altri monumenti racalmutesi)

Insomma, tutto è pronto o quasi per attualizzare un incontro che ottant'anni fa, grazie alla volontà di Giuseppe Pedalino Di Rosa, ha visto accorrere a Racalmuto scrittori e poeti da tutta la Sicilia o che, da emigrati,  vivevano e operavano anche fuori dalla Sicilia. Ma a quanto pare non è stato l'unico incontro. 

Scrive a tal proposito Salvatore Di Marco:
"Di uno di questi ci narra il letterato racalmutese Raffaele Grillo. Egli ci ricorda che nel maggio del 1932, per la festa del Monte, il Pedalino fece venire a Racalmuto il vecchio e famoso Luigi Natoli il quale parlò al Circolo dei Civili.
Vi si tenne poi una lettura di versi siciliani dei poeti Vincenzo de Simone, Vanni Pucci, Giovanni Formisano, dello stesso Pedalino e di Calogero Pino, un poeta racalmutese emigrato in America. A far da lettori avevano prestato la loro voce Giuseppe Denaro, allora direttore del ricordato foglio dialettale "Po' t'ù cuntu", e Ignazio Buttitta, da poco legato in comparatico con Pedalino".
cit in Pizzo Di Blasco (G. Pedalino Di Rosa), Lu cantastorii 'n'America, Fondazione Buttitta, Palermo 2006.

A ribadire il valore del Pedalino Di Rosa e l'impegno culturale profuso in favore del paese verrà proposto di intitolare a lui la biblioteca comunale. 

E intanto, un benvenuto ai poeti del 2014.
(Prossimamente i nomi).






domenica 27 luglio 2014

E TU CONOSCI PINO VENEZIANO?






< - Ma lei ha conosciuto Pino Veneziano?

Questa domanda ho rivolto al barista mentre mescolavo lo zucchero nella tazzina di caffè.

Dopo un momento di pausa, - sì – disse, e mi mostrò le braccia villose. – Vede?

Erano visibili i segni della sua emozione, i brividi da rizzare le carni al ricordo del cantautore conosciuto e apprezzato dagli altri “soltanto dopo la sua morte”.

- Ero piccolino, - continuò senza bisogno di altre domande, - me lo ricordo con la chitarra seduto sugli scalini, cantava, la gente si fermava, e l’ascoltavamo incuriositi. Per vivere lavorava nei ristoranti, nei bar, anche con suo figlio. Nessuno capiva la sua importanza. Sono contento che stasera lo spettacolo si tiene al porto, location adatta, piena di gente.



Non avevo percorso cento chilometri per andare a prendere un caffè a Selinunte, per quanto bella sia la location del porto di Marinella, ma per assistere alla decima edizione del Premio “Pino Veneziano”. Vi avrebbero cantato tra gli altri i miei amici cantautori Giana Guaiana e Pippo Barrile. E tra il pubblico, se la morte non avesse duellato anzitempo con la vita, vi sarebbe stato indubbiamente l’editore Salvatore Coppola, in sintonia con i messaggi cantati e testimoniati dal cantautore selinuntino con la sua stessa vita.


E’ stata una serata piena di emozioni, di ricordi, di note. La risacca del mare, nero d’oscurità, schiumava fin sotto il palco, e sciabordava, mentre le case e gli scogli della borgata marinara fungevano da spettacolare anfiteatro. Un luogo vivo, gremito di giovani, di gente in vacanza, illuminato a giorno, impregnato di odori salmastri, pesce arrostito e pizzerie.


Doveva svolgersi inizialmente al Parco archeologico, ma, comunicata con gran solerzia su facebook da Rosalba Signorello,  nella nuova destinazione dell’area prospiciente il porto punteggiato dalle luci multicolori di barche e barchette, Umberto Leone, uno dei responsabili del Premio, vi ha voluto cogliere una continuità con il passato, di cui il Parco con i suoi resti risalenti alla colonizzazione greca è testimone, con il presente, con l’attualità del presente, all’insegna dell’arte di Pino Veneziano.


Tanti gli artisti intervenuti, accomunati dalla volontà di rendere omaggio a un artista non adeguatamente apprezzato in vita per come meritava, cantando le sue canzoni o cantando, con le loro individualità artistiche, per ricordarlo. Per riconoscerlo. Per additarlo.

In siciliano, ovviamente.









Fratelli Enzo e Lorenzo Mancuso
"Quannu la Madunnuzza nutricava"
https://www.youtube.com/watch?v=fw8vGd-DNG4





Giana Guaiana e Pippo Barrile cantano  "Lu progressu" di Pino Veneziano
http://youtu.be/zST4jv4yW_w



sabato 26 luglio 2014

SEPOLTO VIVO. ANCHE DALL'INFORMAZIONE?



Copertina del libro di Mario Rino Biancheri,
Sepolto vivo: storia di una disumana ingiustizia

Non è il titolo di un film, anche se al femminile i film così titolati sono stati girati veramente. 

Si tratta di un caso terribilmente vero, non fisico per fortuna, per quanto apparentemente incredibile o fantasioso, ma di una fantasia contorta, cannibalesca, criminale. A farne le spese un giovane di San Cataldo, persona perbene. 

Me ne ha parlato per la prima volta Irene Milisenda, e mi ha colpito il caso di Mario Rino Biancheri che ha scritto anche un libro sulla sua disavventura, purtroppo non ancora del tutto superata.




Per l’emblematicità del caso credo valesse la pena rifletterci su per solidarizzare in qualche modo con la “vittima”, parlandone, scrivendone, magari presentando il libro a Racalmuto, come si augura Irene Milisenda, sperando che mai nessuno incappi in futuro in questi perversi meccanismi. 

Del resto, c’è tanta editoria (che conta e), tanto giornalismo (locale e nazionale), tanto cinema (che fa cassetta o che ci tenta), dedicati alla rappresentazione della delinquenza, mafiosa e paramafiosa, dalla parte dei mafiosi e di chi delinque, sarebbe una sorta di risarcimento occuparsi ogni tanto del fenomeno dalla parte delle vittime ché altrimenti, col silenzio, rischierebbero di essere sepolte vive, in pienezza di sensi: acuiti ed esasperati, una seconda volta. 

                                                                                                                  Piero Carbone


Scritta a cura del gruppo "Insieme per il bene comune" in occasione
della "Festa della Legalità" tenutasi il 19 e 20 luglio 2014 a Racalmuto


Un libro, un destino

di


Irene Milisenda

Nasce  a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, il 19 dicembre 1975, ha studiato legge e partecipato a numerosi corsi di formazione nel campo dell’informatica, del trattamento dei dati personali, sui bisogni finanziari aziendali, motivazionali e di gestione del personale.

Sin da giovanissimo ha iniziato l’attività imprenditoriale creando e gestendo due grosse attività commerciali nel campo della regalistica. Molto impegnato nel sociale, ha ricoperto numerose prestigiose cariche in importanti enti ed associazioni della provincia.

Esperto in accoglienza ed assistenza delle vittime del racket e dell’usura, dal 2002 al 2006 ha ricoperto la carica di Presidente dell’Associazione Antiracket ed Antiusura della Provincia di Caltanissetta, intraprendendo numerose iniziative tese a stimolare la collaborazione delle vittime con le Forze dell’Ordine, nonché decine di interventi di solidarietà nei loro confronti.

Aveva fatto un lavoro senza precedenti per stimolare le vittime di estorsione ed usura a denunciare e a liberarsi dalle vessazioni della mafia. Più di 70 persone, tra famiglie ed imprese, si rivolsero a lui per essere aiutate, cambiando in meglio le loro vite. Decine di persone hanno visto in quel giovane presidente “un angelo caduto dal cielo”, un aiuto mandato da Dio. Ma in quell’anno, un evento inatteso trasforma la vita di questo “angelo” in un inferno. 



Due sedicenti vittime dell’usura organizzano una truffa di diverse centinaia di migliaia di euro, sfruttando il nome del presidente Biancheri e della notorietà dell’associazione antiracket alla quale si erano rivolti. Costretto a dimettersi dalla carica, ne scoppia uno scandalo dal quale Mario Rino Biancheri è pienamente investito, tanto da essere persino sottoposto a 7 lunghi anni di processo. I due truffatori, una politica connivente con ideologie e metodi ed obbiettivi lontani dalla legalità e dalla giustizia, una serie di apparenti diaboliche coincidenze trasformano un servitore dello Stato in un uomo socialmente morto, creando attorno a lui “terra bruciata”. In questo libro la storia vera di ciò che è accaduto e i suoi retroscena; un uomo perbene sepolto vivo dalla menzogna e da una disumana ingiustizia.

Per saperne di più visualizzate il sito:
Questo è il video della presentazione del libro a San Cataldo gg.2marzo2014: https://www.youtube.com/watch?list=UUi5lgJeW_3ROt-GnooepP9Q&feature=player_embedded&v=K6c2GnJp3gY.

Sepolto Vivo book trailer:
A livello personale posso solo dire che Mario è una persona davvero in gamba, una persona che ha sofferto, che ha paura di soffrire nuovamente, ma c’e tana gente che crede in lui, che lo stima, perché ha un cuore cosi grande che non gli si può non volere bene. Spero vivamente di avere l’opportunità di far presentare il libro a Racalmuto, in modo tale da far conoscere questa terribile storia, storia che ci dovrebbe far pensare e riflettere bene sul concetto di MAFIA.


Immagini riprese dal profilo fb di Mario Rino Biancheri




venerdì 25 luglio 2014

I CARRETTIERI SI MOTORIZZANO. Antica foto

Giuseppe Grimaldi detto "Viecchiupilu" con i suoi mezzi di trasporto

Foto con aneddoto

Credo che questa foto sia un documento non dico eccezionale ma sicuramente significativo: testimonia visivamente l'iniziale convivenza del carretto e di un motofurgone che di lì a poco soppianterà l'antico mezzo di trasporto.

Siamo tra la  fine degli Anni Sessanta e i primi degli Anni Settanta. Il giovane Giuseppe Grimaldi (nella foto) era andato col motofurgone in un paese vicino a vendere mercanzie, al ritorno lo incocciano i carabinieri che richiedono patente e libretto. Il libretto sì, ma la patente... Troppo giovane per averla.

I carabinieri gli vogliono comminare una multa salatissima e il sequestro del mezzo. Solo l'accorata perorazione del padre attenuò l'entità del verbale e scongiurò il sequestro del mezzo ma dietro la solenne promessa del giovane che, arrivato in paese, avrebbe "guidato" solo e soltanto il mulo del suo carretto fino a quando non avrebbe raggiunto la maggiore età per conseguire la patente.

Ma carretti e mezzi motorizzati conviveranno ancora per poco, a tutto vantaggio dei secondi.


Sulla foto

La foto mi è stata messa a disposizione dal signor Giuseppe Grimaldi.

Quando l'ho intravista assieme alle altre imaginette, carte e "cartuzze" estratte dal portafogli, me ne incuriosii e gli chiesi di poterle vedere meglio da vicino, una foto in particolare era molto piccola, ma nell'avvicinarla agli occhi mi è sembrata grande, per il mondo a cui si riferiva, che documentava.

Col suo permesso, la mia amica Emj l'ha scannerizzata ditero l'esplicita richiesta di pubblicarla nel blog. E così ho fatto, per il piacere di parteciparla a chi queste reliquie del passato sa interrogare. E apprezzare.


Altri post sui carrettieri:


http://archivioepensamenti.blogspot.it/2012/09/luna-e-scrusciu-di-carrettu_22.html


Una testimonianza di Eduardo Chiarelli

http://archivioepensamenti.blogspot.it/2013/11/carrettieri-in-america-e-sintassi-dei.html