domenica 5 ottobre 2014

PENSIERI IN PRESTITO: OGGI, DA NUCCIO MULA


Per non entrare in conflitto con me stesso  e, insomma, con i miei personali pensieri, capita!,  - il saggio Seneca non faceva altro che mettere in guardia il suo Lucilio da se stesso,  - oggi  ho preso dalla rete un pensiero in prestito. Eccolo:




Foto ©archivioepensamenti

sabato 4 ottobre 2014

LU LUSTRU FA MURIRI / LIGHT KILLS




lu lustru fa muriri


     “Su oscuridad, su luz, son belezas iguales.”
       Luis Cernuda, Quisiera estar solo en el Sur.
                                  
                                                                                  La sua oscurità, la sua luce, sono bellezze uguali.



Scavà trent’anni un muru
cchjossà di quattru metri,
e notti e juornu sempri era a lu scuru.
Comu un cunigliu scava sutta terra
iddru scavà ppi vidiri lu suli.
Na cucchjareddra comu scavaturi.

Nivura pena e nivura cunnanna.
Muratu vivu, sulu ntre na turri.
Quannu lu muru tuttu spirtusà,
vitti lu lustru. Un lampu. Assaccumà.

L’àppi a disiddèriu di nna vita
na hiacchiteddra, granni quantu un ugnu
pi vidiri scurari e po’ agghiurnari.

Suli,
 disiddèriu di nna vita,
un pirtusiddru è granni quantu un mari.
Lu scuru è morti.
Lu lustru fa muriri.








La luce fa morire. Scavò per trent’anni un muro / (spesso) più di quattro metri, / e notte e giorno sempre era al buio. / Come un coniglio scava sotto terra / lui ha scavato per vedere il sole. / Un cucchiaio per escavatore. // Nera pena e nera condanna. / Murato vivo, solo dentro una torre. / Quando il muro ha completamente forato, / ha visto la luce. Un lampo. Rantolò. // Lo ebbe come desiderio di una vita, / uno spiraglio grande quanto un’unghia, / per vedere annottare e poi aggiornare. // Sole, / desiderio di una vita, / un forellino è grande quanto un mare. / Il buio è morte. / La luce fa morire..

Da  "The Poet Sings For All / Lu Pueta canta pi tutti", Legas, New York - Ottawa 2014. Introduzione e traduzione di Gaetano Cipolla.

Link correlato:
http://archivioepensamenti.blogspot.it/2014/09/nino-provenzano-e-lu-pueta-canta-pi.html


venerdì 3 ottobre 2014

MIGRANTI COME GABBIANI. Angelo Campanella testimonia e racconta



Oggi ricorre l’anniversario del terribile naufragio di migranti presso le coste dell’isola di Lampedusa. 
In queste occasioni ogni parola rischia di risultare fuori posto e superflua, ma è un dovere morale riflettere su quanto accade e sforzarsi di cogliere nel suo insieme la complessità del fenomeno migratorio. 
Proponiamo alcuni passi del libro “Come gabbiani sull’acqua. Lampedusa tra due mondi” di Angelo Campanella, il quale si trovava a Lampedusa il tre ottobre 2013 ed è stato testimone diretto della tragedia. 
Il libro, pubblicato nel marzo scorso,  offre parecchi spunti per avviare delle riflessioni non solo su quanto è accaduto, ma soprattutto sulle reazioni degli italiani in generale e dei lampedusani in particolare.                                                                                                               
                                                                                                                               P. C.








Brani tratti da

Come gabbiani sull'acqua
Lampedusa tra due mondi 
di
 Angelo Campanella


L’idea del libro mi è venuta leggendo il piano di gestione “Isole Pelagie 2009”, presso la sede lampedusana di Legambiente. A proposito del gabbiano reale, che nidifica a Lampedusa, vi si legge: “Dopo la riproduzione (da metà – fine luglio) tende ad abbandonare le isole e portarsi in mare aperto o in altri siti, probabilmente per motivi trofici”. Ho pensato che il comportamento dei gabbiani non sia poi tanto diverso da quello degli uomini.
Un’altra importante suggestione mi è giunta dalla testimonianza di uno studente di Lampedusa, il quale in un tema riferì che lo zio pescatore si era incuriosito udendo che il verso dei gabbiani, la mattina del tre ottobre 2013, aveva un tono particolarmente elevato. Nell’arco di poche ore, lo zio avrebbe scoperto che non aveva udito il verso dei gabbiani, ma le grida disperate dei migranti.
(Angelo Campanella, Come gabbiani sull’acqua. Lampedusa tra due mondi, ed. Estero 2014, p. 8)





Li mettevano nei sacchi. Sacchi di plastica, sacchi con la cerniera. Sacchi del colore del mare o, forse, del cielo. Luca pensò alla scritta “per alimenti” che aveva letto un milione di volte sui bicchieri di plastica o sui sacchetti trasparenti che usava per raccogliere asparagi, gli sembrò che anche su quei sacchi azzurri dovesse esserci scritto “per alimenti”. In quei sacchi, però, non c’erano alimenti. In quei sacchi del colore del mare c’erano i corpi dei migranti annegati.
(op. cit.  p. 28)




Non è solo il morire che è terribile, è il morire lontano dalla propria terra che va contro le leggi della natura.
(op. cit. p. 38)


        Secondo te tutti questi morti ci vanno in paradiso? – chiese d’un tratto Marco.
        Non saprei – rispose a voce bassissima Luca – ma forse no, perché loro non sono come noi, non sono cristiani.
        Però non hanno fatto niente – obiettò Marco.
        E noi Lampedusani che cosa abbiamo fatto?
Marco lo guardò come cercando una risposta, ma non disse niente, non c’era niente da dire.
(op. cit. p. 42)






Foto di Fabio Giovanetti

Link alla pagina facebook dedicata al libro, nella quale vengono postate spesso notizie o materiali sul tema dei migranti:


Link al sito personale di Angelo Campanella:


giovedì 2 ottobre 2014

NFUSCU




NFUSCU


"D'où vous vient, disiez-vous, cette tristesse étrange..."
                                                  Charles Baudelaire, Les fleurs du mal

Da dove risale - chiedevi - questa tristezza strana...




Nfuscu lu vitti lu cielu a jnnaru
Nfuscu lu vitti lu cielu a frivaru

Aspiettu sempri ca veni ddru misi 
Nfuscu lu viju lu ma paisi

Nfuscu lu vitti, nfuscu lu viju
O canciu occhiali o canciu... misi.


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Plumbeo

Plumbeo mi è apparso  il cielo a gennaio
plumbeo mi è apparso il cielo a febbraio

attendo sempre che venga un bel mese
plumbeo a me sembra il mio paese

plumbeo l'ho visto, plumbeo lo vedo
o cambio occhiali o cambio... mese.

©pierocarbone