FLORILEGIO
Sicché mi domando subito: c'è o no una relazione, magari implicita, con altro e più antico neologismo - divenuto famoso - come sicilitudine? No, lì siamo sul terreno sociologico e non letterario. [...] Nel nostro poeta racalmutese non ci troviamo davanti ad un "concetto" elaborato su stanze di razionalità speculativa, quanto invece davanti ad una "categoria" tutta poetica della sua liricità capace di agire sulla creatività e sui suoi impianti di scrittura. [...] Ecco, perciò, una nuova liricità del canto rabbiosamente dolente e parimenti misurato e sommesso, ecco il lungo trasferirsi della condizione siciliana dalle sicilitudini alle sicilinconie. [...] Non a caso io, letta e riletta la nuova silloge dialettale di Piero Carbone, Venti di Sicilinconia, mi sono persuaso che egli adesso, per dirla con Ignazio Buttitta, si stia facendo la peddi nova, la sua nuova pelle.
Da Salvatore Di Marco, La poesia di Piero Carbone tra "sicilinconie" e modernità, 2009
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Torino, 13 gennaio 2012. Gentile Carbone, finalmente, liberatomi da pressanti impegni, sono riuscito a leggere il suo Venti di sicilinconia. Mi scuso per l'immenso ritardo nel rispondere, e mi complimento anche per la sapienza metrica e la ricchezza del suo lessico. Grazie ancora per l'omaggio e auguri dal suo Gian Luigi Beccaria.
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La sua poesia è un’accusa contro l’erosione del siciliano, ma anche contro i poeti che non respirano l’aria di oggi, usando una lingua solo per ricordare il passato, quando dovrebbero esprimere i temi e le preoccupazioni del tempo in cui vivono, magari con ironia sottile, senza dure recriminazioni. Gaetano Cipolla, 2014
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...le parole più succose, sceglie una ad una quelle con le quali strutturare compiutamente sul foglio il suo mondo e, finanche, provare a vagheggiare quanto finora è stato indicibile. Marco Scalabrino, 2015
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Tutto un insieme di suoni, di note i suoi versi, apparentemente a schema libero, ma con cadenze musicali che prescindono dalla conta delle sillabe o che la inseguono in una lingua che non è quella ufficiale, l’italiano, ma un dialetto particolare, vissuto dal poeta fin dalla più tenera età e da lui sapientemente piegato alla musica. Salvatore C. Trovato, 2021
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Carbone è il poeta prestato alla musica, i cui testi subiscono qualche volta la sorte di essere musicati con risultati estetici ed emozionali diversi a seconda di chi li canta. Sciroccu di l’arma ripropone il tòpos del “vento del sud” già presente in Pino Daniele (Scirocco d’Africa, 1998), ma che nel disco diventa il vento che al tempo stesso accarezza e disturba ma che, alla fine, si fa alito leggero di un’atavica ninna nanna per il riposo del corpo e per la pace dell’anima. Roberto Sottile, 2021
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Ogni poesia fa storia a sé e Piero Carbone si inserisce a pieno titolo nella grande tradizione della poesia siciliana che adopera la “lingua” comune dell’Isola. In alcune poesie è posta nell’epigrafe o è inserita nel suo corpo, una citazione di personaggi e autori di vaglia, sia italiani che stranieri (Tomasi di Lampedusa, Baudelaire, Verga, Cervantes, Borges…), con cui l’autore imbastisce e intrattiene come un dialogo in un percorso che attraversa il suo mondo poetico. Gaetano Celauro, 2022
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...mi sembra che nella poesia di Piero Carbone vi siano due motivi che la collocano felicemente all’interno del perimento tracciato dalla neodialettalità. Uno squisitamente linguistico, testimoniato dell’assunzione nel proprio universo poetico di parole non dialettali. [...] L’altro motivo è più esplicitamente concettuale ed è la capacità da un lato di edificare una fondata cosmogonia del mondo, tesa tra storia e contemporaneità, e dall’altro di accogliere nel perimetro della propria poetica i temi cari all’ermetismo e alla poesia post-avanguardista: in primo luogo la ricomposizione dell’io poetico, soggetto attivo di cognizione e sentimento, fantasia, fuga, riflessione, interazione, sottrazione, mimetismo, lateralità. Vincenzo Pinello, 2022
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Si dice "albero" e si pensano le "radici", le stesse radici non eludibili - le sue - che Carbone fa venire fuori da una consolidata coscienza poetica tra etica ed estetica, e per di più attraverso un linguaggio "terragno" che, alla stregua d'una vox clamantis, lo induce a definire in maniera originale e suggestiva le tante riflessioni sugli uomini e sulle "cose" del mondo. Nicola Romano, 2022
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...Tu, caro Piero, fai parte di una dimensione che non appartiene soltanto a una tua volontà e alla tua voglia di scrivere in lingua siciliana; in questo percorso che potrebbe sembrare inattuale, al di là della collocazione linguistica del tuo comporre, fai parte di quella scuola siciliana che ogni tanto produce dei fiori straordinari, tali perché non nascono sui margini delle strade ma nel pieno humus della terra, della vera cultura siciliana che ha avuto a che fare con tutto quello che è reale, pensiamo a Franco Scaldati, paragonabile per il suo dialetto, mutatis mutandis, al napoletano di Eduardo De Filippo... Ogni volta che parli dello scirocco, delle piante, della tonalità dell'aria, è come se ti rapportassi a una dimensione lirica originaria e innocente, una dimensione assolutamente vera in cui non lesini la partecipazione della tua anima con tutto quel tuo peso di nostalgia, del nostos.... Salvatore Lo Bue, Presentazione on line della raccolta Pensamenti. Vientu e Stizzania, 2022
https://www.facebook.com/spazioculturalibri/videos/4821920347906179
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E se noi percepiamo, sentiamo, quello che il poeta sente e trasmette, significa che il linguaggio è consono e conforme all’intenzione poetica, senza il quale, come si sa, non sussiste liricità, fondamento di ogni opera d’arte. Nicola Lo Bianco, 2023
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La combinazione di poesia e musica crea, infatti, una unità transmediale e sinestetica sui generis e trasmette all’uditore un messaggio congeniale nei confronti di un Nuovo Sud. Dagmar Reichardt, 2024
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