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domenica 13 agosto 2017

OGNUNO HA I SUOI LUOGHI. Del Genius Loci hanno parlato, a Grotte, Venerando Bellomo, Sergio Intorre, Gioacchino Lonobile, Zino Pecoraro

AGO12

Genius Loci - I luoghi dell'anima

Pubblico
 · Organizzato da Venerando Bellomo nell'ambito del Premio Racalmare - Leonardo Sciascia

Suggestiva illuminazione della chiesa  Santa Nicola ora Centro Polifunzionale. 
L'incontro si è svolto nel raccolto spazio incastonato tra la  chiesa e le case circostanti.





"Il ”Genius”, lo spirito, risiedeva nell’animo di ogni persona e in ogni altro luogo fisico, così riconoscendo a questo l’identica condizione di quella degli uomini. La sacralità dei luoghi impone il rispetto, l’amore ed ogni altro sentimento che può rivolgersi a ciò che è sacro, e che per tale sua intrinseca forza influenza l’uomo che in essi vive, fino a diventare essenza del luogo stesso."



Da sx: Venerando Bellomo, Zino Pecoraro, Sergio Intorre, Gioacchino Lonobile

Tra i vari argomenti addotti: la peculiarità del Premio Racalmare-Leonardo Sciascia in relazione a luogo e come si svolge, la sindrome di Stendhal, l'avventurosa, e molto pirandelliana, tumulazione delle ceneri di Pirandello, i viaggiatori stranieri in Sicilia nel Sette  Ottocento, il Genio di Palermo e Santa Rosalia, Canicattì e il triste fatto narrato sul Giornale di Sicilia in un articolo del 1952 dall'estroso barone Agostino La Lomia . (P. C.)


Salvatore Bellavia, Presidente del Premio Racalmare-Leonardo Sciascia


Commenti su fb

Commenti
Piero Carbone da Racalmuto E citano il genio di Palermo e Santa Rosalia

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1
12 h
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Venerando Bellomo Il genio è ovunque e comunque

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1
10 h
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Gioacchino Lonobile Geni lochi.

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1
9 h
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Piero Carbone da Racalmuto Venerà, come siamo suscettibili, e mi sono fermato al commento descrittivo! Una bella iniziativa comunque per i luoghi i tempi e i nomi. Ho citato Palermo perché ormai è lamia seconda patria, e non la sola a dire il vero. Mia nonna, una Chiarenza, era di Grotte

Rispondi3 h
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Venerando Bellomo Perché suscettibili?
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Piero Carbone da Racalmuto intesi male il comunque, suscettibile ahimè io fui. Complimenti ancora per gli interventi interessantissimi e proposti con "leggerezza", orchestrati da un fine direttore d'orchestra.
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Venerando Bellomo Il comunque significa che il genius c'è a prescindere dalla volontà dell'uomo. Se non lo trova non è che manca il genio, ma che l'uomo non lo sa cercare. È un percorso iniziatico

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1
40 min
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Piero Carbone da Racalmuto se ti fa piacere pubblico in un post foto e commenti sul mio blog

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1
39 min
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Venerando Bellomo Certo e ti ringrazio





Foto del carro trionfale del Festino 2017.
Di poppa e di prua








Ph ©piero carbone

domenica 31 luglio 2016

ELOGIO DELLA VERITÀ CANINA. Parola dell'Accademia di Canicattì. Magritte sapeva?


Questo cane è leone
1922
Motto della Secolare Accademia del Parnaso di Canicattì




UNIVERSA PARNASSIA CANICATTINENSIS
IAM NOVA ARCADIA UNIVERSITATIS PETRIPAULI


Questa non è una pipa
1928-1929
René Magritte, La trahison des images, 1928-1929
olio su tela, cm 63,5 x 93,98
Los Angeles County Museum of Art, California


Due date a  confronto:
"Questo cane è leone" è il motto dell'Accademia del Parnaso di Canicattì fondata nel 
1922.

"Questa non è una pipa", nell'originale "Ceci n'est pas une pipe", di René Magritte, è del 
1928-1929.

Magritte sapeva?
O sapeva o non sapeva, all'Accademia del Parnaso di Canicattì le fa un baffo:
la pipa non era pipa
quando già il cane era leone!

https://en.wikipedia.org/wiki/The_Treachery_of_Images

https://it.wikipedia.org/wiki/Accademia_del_Parnaso




giovedì 14 gennaio 2016

ALLA SCALA COME A CANICATTI'. Per un commento di Stinchelli



Per un paese, essere associato alla Scala, sebbene in un modo di dire in cui un termine indica una realtà molto diversa dall'altra, quasi opposta, è motivo a suo modo di orgoglio, perché intanto ne viene menzionata l'esistenza.

Del resto, rispetto all'ordine di grandezza, si può sempre migliorare. Se poi questo paese è dalle tue parti, a pochi chilometri dal tuo, quasi quasi ti senti partecipe del suo orgoglio, o per altro verso, ti senti ad esso solidale.

Non disgiunto, il tutto, da un benevolo e innocente sorriso vista l'entità dell'argomento trattato ovvero dei bis a teatro, bis richiesti a furor di popolo "alla Scala come a Canicattì" appunto.

Il commento di Enrico Stinchelli è sul Gruppo pubblico di facebook "Official Fan Group" e si riferisece ad un articolo di Enrico Girardi su www.Corriere.it riguardante la rappresentazione del Rigoletto.


Per spontanea o obbligata associazione di idee mi viene in mente un'altra rappresentazione del Rigoletto, a Racalmuto la sera del 9 novembre 1880. Chissà se quella volta il bis fu richiesto a fuor di popolo!


Anche se non è entrato universalmente nei modi di dire, per orgoglio cittadino, in prudente attesa di documentazione storica, si potrà favoleggiare di un bis "a Racalmuto come alla Scala di Milano". Stinchelli non se l'abbia a male. E neanche Canicattì! (P. C.)




Teatro Massimo di Palermo



Enrico Stinchelli
La questione dei BIS andrà finalmente risolta o continueremo con queste notizie sensazionalistiche e per lo più strampalate?

Tentiamo di fare un po' di chiarezza: alla Scala come a Canicattì , dalla nascita dell'Opera, i bis sono stati effettuati "a furor di popolo" e sono stati il simbolo di un successo trionfale.

I vecchi impresari dicevano ai giovani cantanti: "Mi raccomando, torna col bis" . Nulla di mostruoso, quindi, nella concessione di un bis.

Arrivò alla Scala negli anni 20 del Novecento il gran Toscanini e , con i modi -diciamola tutta- un pò dittatoriali e intransigenti che lo contraddistinsero, PROIBI' i bis, qualificati come manifestazione isterica volta a interrompere lo svolgimento regolare dello spettacolo. Una regola, a mio parere, IDIOTA, che mascherava in realtà qualcos'altro: il gran maestro Toscanini non sopportava il successo estremo dei CANTANTI rispetto al CONCERTATORE, ridotto-secondo lui- ad accompagnare i capricci del pubblico e la vanità esibizionistica dei cantori.

Ma il Teatro ha le sue brave regole e alla lunga si vendica. Nucci ha fatto benissimo a concedere il bis e così il maestro dal podio: questo E' TEATRO. Il successo di un grande interprete distribuisce successo a tutti...direttore,colleghi e regista compresi.



L'OPERA DI VERDI
Rigoletto alla Scala, bis a furordi popolo: non succedeva dal 1986

Al termine del secondo atto, gli interpreti, Leo Nucci e Nadine Serra, sono stati subissati dalla richiesta dal pubblico. Poi la fragorosa e lunga standing ovation

di Enrico Girardi



Link correlati: due granti tenori racalmutesi:
Luigi Infantino e Salvatore Puma

Luigi Infantino - Cilèa - L'Arlesiana - È la solita storia del pastore...

Puma Salvatore, Ah si ben mio (Verdi - Il trovatore)