venerdì 11 luglio 2014

IL CORTEO STORICO DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO COME ESEMPIO DA SEGUIRE



Oggi, anche il corteo storico  "Santa Rita" dell'Associazione "Rosa d'inverno" di Castellammare del Golfo parteciperà ai festeggiamenti  in onore della Madonna del Monte a Racalmuto. 

Sarebbe proficuo seguire l'esempio dei castellammaresi in particolare nella creazione, gestione e valorizzazione degli oltre 120 costumi storici: non hanno bisogno di noleggiarli ogni anno perché se li sono fatti da sé; partecipano ai raduni dei cortei storici in diversi periodi dell'anno; coinvolgono direttamente o indirettamente centinaia di castellammaresi; approfondiscono le loro origini storiche; rappresentano con orgoglio la città nelle sue componenti laiche e religiose rafforzando il senso di appartenenza.



L'evento di oggi rende chiari i riferimenti di una nota pubblicata tempo fa prima su fb e poi sul blog. 





QUANTO COSTA IL BUON SENSO?
6 giugno 2014

Non facciamo nomi, ma riflettiamo sul caso che poi contribuisce all'arricchimento della casistica.
Mettiamo che nel paese X, chiamato con un nome di fantasia Racalò, si faccia una rappresentazione storica con personaggi in costumi d'epoca. Questi personaggi all'inizio erano pochi poiché ristretti ai ruoli maschili e poi si sono ampliati perché sono stati inseriti i personaggi femminili: Contessa, damigelle, popolane etc.

Inizialmente i suddetti costumi venivano noleggiati con un certo costo, ma poi qualcuno ha suggerito di confezionare in proprio i vestiti d'epoca, magari solo pochi ogni anno, cosicché dopo alcuni anni non ci sarebbe stato più bisogno di buttare via annualmente i soldi per il noleggio. Alcuni sono favorevoli, altri meno, vengono tuttavia stabiliti contatti con qualche scenografo costumista disposto ad offrire consulenza gratuita, con qualche sarta che offrirebbe con poca spesa la propria competenza. Basta procurare la stoffa con i soldi del noleggio ed è fatta! Ma quando mai? Niente di niente.

Qualcuno sogna addirittura un corteo con un centinaio di personaggi in costumi d'epoca a sfilare per le vie della città: viene preso per visionario. Ma che va dicendo?!

Eppure...




Eppure se in dieci, venti trenta, quarant'anni si fosse cucito un abito l'anno avremmo quaranta vestiti, se si fossero spesi in stoffe cinquecentomila lire ogni anno si avrebbero oggi ventimilioni di stoffe, se si fosse investito un milione l'anno si avrebbero oggi quarantamilioni (circa ventimila euro attuali) di stoffe e vestiti da sfruttare non solo per la festa annuale ma anche per altre manifestazioni durante l'anno.
Con un castello o due castelli i costumi medievali si potrebbero utilizzare molto spesso con un po' di fantasia.
Invece... niente.

Ogni anno si ricorre al noleggio dei vestiti, e con i tempi di crisi che corrono oggi è un bel problema. Eppure, con un po' di buon senso... Magari ci ritroveremmo come a Castellammare del Golfo: in pochi anni si ritrovano oltre cento vestiti d'epoca. Di loro proprietà. Questo è uno dei pochi casi in cui il buon senso porterebbe ad essere dei copioni, anzi, sarebbe addirittura una virtù.


Mimma e Vita Asaro, due delle principali animatrici


Foto proprie




giovedì 10 luglio 2014

HANNO TRADITO SCIASCIA!



Attenzione! Attenzione!


Nel paese dell'autore di "Morte dell'Inquisitore", presunti sciasciani, che si vantano di averne avuto avalli e consensi, condannano al rogo (virtuale), a morte (virtuale), all'oblio mediatico, chi dissente da loro.


Povero Sciascia! Che uso ne fanno!

mercoledì 9 luglio 2014

FLAGELLI ANTICHI E FLAGELLI MODERNI






Inno a Maria Santissima del Monte

Per aver liberato il Popolo di Racalmuto dal Flagello del Cholera

Produzione di Giuseppe Messana (1816-1843)



Anima nostra sicut passer erepta est de laqueo nenantium
Laquius contritus est, et nos liberati sumus. Psal, 123. V.6.




   Piombò dall’alto, gravido,
Il più crudel de’ mali,
E ripiegando l’ali
Sovra la terra;

   Di Racalmuto il popolo
Assal tormendo; e forte
Apportator di morte
Più, che la guerra.

   Chi mai ridir le querule
Voci di pianto, e lutto?
Ove tu guardi, tutto,
Tutto è dolore.

   Ovunque senti i gemiti
Delle famiglie offese
E ingombrano il paese
Tema, ed orrore.

   Già del fratel la perdita
Quegli piangeva, e questi
In modi crudi, e mesti
Il padre estinto.

   Ah! di pupilli, ed orfani
Di dolorose madri
D’inconfortati padri
Il suolo è cinto.

   Le tombe, che dormivano
Mute, serrate, e chiuse
Ad ingojar dischiuse,
Aperte stanno.

   Tombe!... oh di quanti gemiti
Sarete causa e siete!
Quanti tornar vedrete
Pieni d’affanno!

   Qui la sorella misera,
In questo crudo avello
A piangere il fratello
Verrà pietosa.

   Qui verserà sue lagrime
Il padre intenerito,
Il tenero marito
L’onesta Sposa.

   Tutto era pianto! L’aere
Parea mostrarsi oscura
Sembrava la natura
Su nero velo.

   Lo stesso sol, cui destansi
Anche le selve, e i boschi
A passi lenti, e foschi
Solcava il cielo.

   Sacra del Monte Imagine
Unica nostra speme
a che su queste arene
Restar volesti?

   Non fosti tu, che i rigidi
Tori rendendo inerti
Questa, con modi aperti
Terra scegliesti?

   Se ci abbandoni... oh miseri!
Che mai sarà di noi?
Se tu ajutar non vuoi
Chi darci ajuto?

   Chi raffrena l’orribile
Morbo, che tutto inchina?
Senza di te, Regina
Tutto è perduto.

   Così l’oppresso popolo
Mesto dicea pregando,
Quando Maria chiamando
Il morbo rio;

   Co’ sacri piè premendolo
In lui le luci affisse,
E disprezzandol disse
< Fuggi, e fuggio.

   Come sovente all’Africo
La procella che mugge
In un momento fugge
Ad altro Polo;

   In cotal modo, rapida
Con ali ratte e preste
Se ne fuggio la peste
Da questo suolo.

   De! come darti laudi
Alma Maria del Monte
Viva di grazie Fonte
Nostra Regina?

   Deh! come grazie rendere
Or data c’hai la calma
Al Trono tuo quell’Alma
Che a te s’inchina?

   L’umana lingua è debole
Ad esaltarti, o bella
Del Monte Madre, o Stella
Di grazie piena!

   Delle tue grazie il numero
Degli astri è assai maggiore,
Vince del Mar l’umore,
La stessa arena.

   Qual mente audace esprimere
Stolta! verrà non vinta
Di quante grazie cinta
Vivi nel Cielo?

   Chi gli occhi puote immergere
Negli alti raggi tuoi
Senza offuscarlo poi
Arcano velo?

   Tu sei la Stella fulgida,
Che squarcia il nembo oscuro
Il farmaco sicuro
Delle ferite.

   Tu il porto sei de’ Naufraghi,
Il fine de’ lamenti,
Scorta delle gementi
Alme smarrite.

   Io veggo Te nel fulgido
Astro del Ciel maggiore
Senza del cui splendore
Il suolo è muto.

   Tu la Colomba candida,
Che la salvezza apporta,
L’Arca del Ciel la Porta
Il nostro ajuto.

   O voi, cui morbi pallidi
Noja fatal, dolore
Oppimon l’alma, il cuore
Con voci alterne;

   Con pura fè, con fervido
Cuore correte al Monte
Inesauribil fonte
Di grazie eterne.




 in "LA MADONNA DEL MONTE NEI RIFERIMENTI TESTUALI. Testi di vario genere sulla Madonna del Monte di Racalmuto e di alcuni caratteri di essi." 2003.  Appendice.
                                                                                 
                                             di