Come fotogrammi di una pellicola
di Maria Concetta Armetta
“… l’accompagnamento al cimitero con la banda municipale e la presenza della confraternita della Misericordia e delle orfanelle che avrebbero cantilenato il Requiem aeternam mentre reggevano i giummi ai quattro lati della carrozza di prima classe”.
Una poltrona di velluto amaranto, un pubblico rapito e le scene di una Sicilia quanto mai attuale che scorrono sullo schermo di un cinema… questa, la mia sensazione alla lettura delle pagine di “L’uomo che ebbe due funerali” di Piero Carbone.
Come fotogrammi di una pellicola, l’autore conduce per mano il lettore tra i personaggi del testo, tra semplici descrizioni ed efficaci dialoghi.
Sembra quasi di “esserci” tra quei vicoli, tra le parole e gli sguardi di quella gente, che è la mia gente.
Cruda realtà tra le righe del racconto, un protagonista presente, anche se defunto, causa di azioni e inaspettate conseguenze...
Desiderio, infine, di restare immersi nella storia per scoprire emozioni e sensazioni dei personaggi, realisticamente non lontani dal nostro presente.
Un plauso all’autore.
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