C'è un'enclave ideale di siciliani, di emigranti o figli di emigranti, che misura ricchezza e affermazione non dai tesori accumulati ma dalla lingua che ha acquisito.
Attraverso la lingua, questi siciliani disseminati nel mondo, si integrano così bene nel paese che li ospita che non avrebbero di che rimpiangere quello che hanno lasciato.
Invece avviene l'impensabile: non voltano le spalle alla terra che in qualche modo li ha costretti ad andare via ma della cultura originaria si fanno ambasciatori, attivi propugnatori, traduttori. Ce ne sono in America e in Europa: Gaetano Cipolla e Saro Marretta sono due esempi eloquenti. In questo post parlo del secondo.
Saro Marretta è nato a Ribera, in provincia di Agrigento. Laurea in lingue e abilitazione all'insegnamento nelle scuole superiori all'Università di Berna, dove vive. Scrive in tedesco, ma non per allontanarsi dalla lingua dei padri, anzi, ai tedescofoni si prefigge di far conoscere l'estro e la cultura dei conterranei traducendoli in tedesco. E in uno scambio ideale paritario delle culture traduce gli autori svizzeri in italiano.
Riconoscimenti e attività:
Premio nazionale Carlo Goldoni (Venezia 1973) e Valente Faustini a Piacenza (due volte medaglia d'oro, 1977 e 1978), Primo premio "Agrigentini in thè world" (2004).
Oliven wachsen nicht im Norden, Benteli, Berna (1970), Piccoli italiani in Svizzera, Francke, Bern (3. edizione 1968), Agli (liriche in 4 lingue), Erpf, Bern (4. edizione in CD 1982), Das Spaghettibuch con disegni di Scapa, Benteli, Berna (7. edizione 1998) e nell'edizione tascabile Goldmann, Monaco di Baviera. Le sue gialle brevi dal titolo Pronto, Commissario? volume 1 e 2 - Bonacci, Roma e Klett, Stoccarda (3. edizione 2002), Elementare, commissario (ibd. 2. edizione 2002) vengono lette (vedi anche in Internet) in più di 20 Paesi, tra cui Russia, Giappone, Australia, USA, Brasile etc. Scrive anche con lo pseudonimo di "Saraccio"
Anni fa ha organizzato un tour culturale bilingue in Sicilia al quale ho avuto l'onore di essere coinvolto.
Altri autori coinvolti e tradotti; siciliani della provincia di Agrigento: Lillo Firetto (Ribera), Giuseppe Andrea Randazzo (Santa Margherita Belice), Rosa Vacante (Calamonaci); svizzeri: Kathrin Flury, Daniel Himmelberger, Els Jegen, Jürg Kilcherr, Bruno Adrian Lüscher, Rolf Mäder, Luisa Marretta - Schär, Saro Marretta, Lotti Ulmann, Erika von Gunten,
Ti so della mia terra
A Leonardo Sciascia
che ha amato i luoghi che amo.
Ti so
della mia terra,
voce che
non si spegne
e voce
di zolfara,
voce d'antichi mali
sei
stato, voce amica
del
paese, crestato
di
colline, castelli
diroccati...
e cuori
in pena
di sconfitti lontani,
sradicati emigranti
o a Mons
o a Milano.
Lacerasti
secoli d'abusi,
strappasti tele d'infamie
assodate,
esaltando tenaci concetti
di
chi soccombeva.
Ci serva almeno a monito
la Ragione additata:
che la storia è viscida
ed è come anguilla.
Va presa all'asciutto.
Du gehörst zu meinem Land
Für Leonardo Sciascia,
der die Or te liebte die ich liebe
Du gehörst
zu meinem Land,
Stimme
die nie verstummt,
Stimme
der Schwefelbergwerke,
Stimme
alter Übel,
Stimmme des Freundes
meines Landes, dessen
Hügel und zerfallender
Burgen...
Stimme der Herzen im Leid,
der
fernen Unterlegenen,
der
entwurzelten Emigranten
zwischen Mons und Mailand.
Du zerfetztest
jahrhundertalte
Missbräuche, zerrissest
Knäuel
versteinerter Bosheit,
ehrtest hartnàckige Gedanken
jener, die sich opferten.
Möge uns allzeit
die
Vernunft ermahnen
dass die Geschichte
glitschig
und glatt wie ein Aalfìsch ist.
Testi da Ciao Sicilia! Ciao Berna!, Massimo Lombardo editore, Agrigento 2004
Si riproducono i testi originali scannerizzati per sopperire alle imprecisioni ortografiche.
La poesia "Ti so della mia terra" è stata pubblicata precedentemente su Sicilia che brucia, editore Grifo, Palermo 1990.
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