domenica 29 luglio 2018

BIVONA RENDE OMAGGIO A PANEPINTO. Contributi artistici di Piera Lo Leggio, Paolo Alongi, Pippo Perconti e dell'Orchestra Fiati della Scuola Musicale "Lo Nigro" diretta da Fabio Midulla


Dopo l'intitolazione di un edificio scolastico avvenuta lo scorso 23 maggio, il comune di Bivona, guidato dal sindaco Milko Cinà, rende omaggio ancora una volta a Lorenzo Panepinto con l'intervento degli artisti Piera Lo Leggio e Paolo Alongi, dell'Orchestra Fiati della Scuola Musicale "Gaspare Lo Nigro" diretta da Fabio Midulla e di Pippo Perconti che reciterà un testo dedicato al socialista, pittore e "maestro" originario di Santo Stefano di Quisquina, coraggioso propugnatore dei Fasci siciliani dei lavoratori. 

Quella dell'insegnamento è stata una vocazione e una scelta da parte del Panepinto, non a caso la manifestazione è organizzata dall'assessorato all'Istruzione retto da Salvatore Cutrò. 
Il maestro di scuole elementari o "basse" come popolarmente indicate dedicò tutta la sua vita all'insegnamento, all'arte, ai lavoratori, ai poveri, agli ultimi e cercò sempre do portare avanti idee di bellezza e  di riscatto sociale. 

Lo strumento con cui Panepinto diffuse le sue idee di giustizia e di riscatto è stata una rivista "La Plebe" (1902-1905). Tra i tanti articoli ne voglio riproporre uno perché mi ha colpito come cittadino, educatore e racalmutese. 

Si tratta di questo: "Il plebeo - sintetizza Calogero Messina  si fa interprete della distanza presa dai socialisti nei confronti degli organizzatori, di ben altra ispirazione, di un convegno contro una legge sui causi".

Sembra incredibile ma se ci si immedesima nelle condizioni di povertà e di  ignoranza si può capire, ma non certo giustificare, quello che è avvenuto a Racalmuto: "I solfatai insorgono contro una povera legge, che in nome dei, tanto strombazzati, diritti dell'uomo, proibisce ai fanciulli di snaturarsi con un lavoro bestiale". 

Quasi a ribadire il senso delle "battaglie" del Panepinto, nella performance di Piera Lo Leggio e Paolo Alongi viene dedicato spazio anche a due canzoni dedicate alle condizioni dei lavoratori delle miniere di una volta e ai nuovi poveri, non solo storici o nostrani,  ovvero gli immigrati: Deci, cientu citaleni (musica di Domenico Mannella e testo mio) e Lu mari si l'agliutti (miei testo e musica). Canzoni arrangiate e interpretate da Piera e Paolo in modo così partecipato e originale che ormai  rientrano nel loro repertorio proposto con successo nelle loro esibizioni. P. C.






















"La Sicilia", 28 luglio 2018



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