Condivido con piacere la notizia di un interessante Seminario sulla musica mesopotamica.
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Giovedì 12 aprile ore_16.00
Seminario permanente“Antropologia & Musica”
Pratiche musicali tra mito e storia nella Mesopotamia antica
Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino
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Giovedì 12 aprile alle ore 16.00, nell’ambito del ciclo seminariale “Antropologia & Musica” curato dal prof. Sergio Bonanzinga (Dipartimento Culture e Società), il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino ospiterà il terzo incontro dal titolo "Pratiche musicali tra mito e storia nella Mesopotamia antica" tenuto da Gioele Zisa, dottore di ricerca in assiriologia (Hauptfach) e filologia greca (Nebenfach) all’Università Ludwig-Maximilians di Monaco, che offrirà una panoramica delle pratiche musicali della Mesopotamia antica durante i suoi tre millenni di storia.
Attenzione sarà posta alla terminologia impiegata dalle popolazioni Mesopotamiche in sumerico e in accadico per indicare, per esempio, “musica” (nam.nar/nārûtu), “cantare” e “suonare” (šìr/zamāru), e alla classificazione nativa dei generi musicali, delle tecniche esecutive e degli strumenti musicali.
Mentre le fonti iconografiche ci aiutano a ricostruire in parte l’organologia mesopotamica, le tavolette cuneiformi ci informano sui contesti socio-culturali di uso degli strumenti e sulle loro valenze simbolico-religiose.
I professionisti musicali principali sono:
il nar/nāru, un cantante e suonatore di strumenti a corda e percussione che si esibisce sia a corte che nel tempio, cantando inni e preghiere rivolte al re;
il gala/kalû, un cantore di lamentazioni, il quale, impiegando strumenti a percussione, ha il compito di calmare il cuore della divinità, quando questi lascia il suo tempio.
Le occasioni sociali in cui la musica e il canto hanno un ruolo significativo sono molteplici:
banchetti e feste,
cerimonie e processioni religiose,
rituali collettivi,
celebrazioni di battute di caccia e vittorie militari,
rituali di guarigione ecc.
Le terrecotte ci informano invece sui contesti musicali popolari:
donne e uomini che suonano rispettivamente tamburelli e liuti, pastori con i loro flauti, gare di lotta accompagnate dal suono di grandi timpani, nani e scimmie musicisti ecc.
A partire dal contenuto di alcune tavolette cuneiformi è inoltre possibile, sebbene con grande difficoltà, ricostruire in parte la teoria musicale mesopotamica.
Gli strumenti musicali si caricano di particolari significati simbolici in contesti mitici, come nel caso della XII Tavola dell’Epopea di Gilgameš, in cui il re di Uruk suona e successivamente perde negli Inferi il pukku e il mekku, due strumenti la cui esatta natura è tuttora oggetto di interpretazione.
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Le iniziative organizzate nell'ambito del Seminario Permanente "Antropologia & Musica"hanno lo scopo di offrire a studenti e ricercatori orientamenti critici riguardo ai diversi metodi di rilevamento e di analisi delle pratiche coreutico-musicali, specialmente legate ai contesti in cui la trasmissione dei saperi è tuttora in prevalenza affidata all'oralità.
Lo sguardo "antropologico" sui fenomeni musicali, che si è affermato a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso grazie soprattutto ad alcuni esponenti dell'etnomusicologia angloamericana (David McAllester, Alan Merriam, Alan Lomax, John Blacking ecc.), costituisce oggi un approccio consolidato anche per lo studio delle pratche musicali di interesse storico, che conosciamo attraverso oggetti, immagini e testi scritti, e si estende proficuamente a ogni forma dell'attuale mercato musicale globale. I comportamenti musicali saranno particolare trattati in ordine alle dinamiche relazionali innescate fra strati sociali, classi d'età e posizioni sessuali, alla morfologia della performance sonoro-gestuale nei suoi articolati processi di attuazione-ripetizione-tra smissione e all'interconnessione tra funzioni espressive, identitarie, ludiche, ergologiche e rituali.
Le conoscenze relative a questa interessante tematica si devono a una eterogenea tipologia di fonti:
manufatti archeologici,
rappresentazioni iconografiche
e tavolette cuneiformi.
manufatti archeologici,
rappresentazioni iconografiche
e tavolette cuneiformi.
Attenzione sarà posta alla terminologia impiegata dalle popolazioni Mesopotamiche in sumerico e in accadico per indicare, per esempio, “musica” (nam.nar/nārûtu), “cantare” e “suonare” (šìr/zamāru), e alla classificazione nativa dei generi musicali, delle tecniche esecutive e degli strumenti musicali.
Mentre le fonti iconografiche ci aiutano a ricostruire in parte l’organologia mesopotamica, le tavolette cuneiformi ci informano sui contesti socio-culturali di uso degli strumenti e sulle loro valenze simbolico-religiose.
I professionisti musicali principali sono:
il nar/nāru, un cantante e suonatore di strumenti a corda e percussione che si esibisce sia a corte che nel tempio, cantando inni e preghiere rivolte al re;
il gala/kalû, un cantore di lamentazioni, il quale, impiegando strumenti a percussione, ha il compito di calmare il cuore della divinità, quando questi lascia il suo tempio.
Le occasioni sociali in cui la musica e il canto hanno un ruolo significativo sono molteplici:
banchetti e feste,
cerimonie e processioni religiose,
rituali collettivi,
celebrazioni di battute di caccia e vittorie militari,
rituali di guarigione ecc.
Le terrecotte ci informano invece sui contesti musicali popolari:
donne e uomini che suonano rispettivamente tamburelli e liuti, pastori con i loro flauti, gare di lotta accompagnate dal suono di grandi timpani, nani e scimmie musicisti ecc.
A partire dal contenuto di alcune tavolette cuneiformi è inoltre possibile, sebbene con grande difficoltà, ricostruire in parte la teoria musicale mesopotamica.
Gli strumenti musicali si caricano di particolari significati simbolici in contesti mitici, come nel caso della XII Tavola dell’Epopea di Gilgameš, in cui il re di Uruk suona e successivamente perde negli Inferi il pukku e il mekku, due strumenti la cui esatta natura è tuttora oggetto di interpretazione.
Il prof. Sergio Bonanzinga alla presentazione del libro di Beppe Vessicchio a Palazzo Conte Federico di Palermo nel giugno 2017 |
Le iniziative organizzate nell'ambito del Seminario Permanente "Antropologia & Musica"hanno lo scopo di offrire a studenti e ricercatori orientamenti critici riguardo ai diversi metodi di rilevamento e di analisi delle pratiche coreutico-musicali, specialmente legate ai contesti in cui la trasmissione dei saperi è tuttora in prevalenza affidata all'oralità.
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PROSSIMI INCONTRI
19 aprile - MARIO CALDERARO
Questioni di antropologia del suono
26 aprile- MARIA GIULIANA RIZZUTO
Le declinazioni della musica nel pensiero medievale arabo-islamico
10 maggio - GIUSEPPE GIORDANO
Il telaio tradizionale fra pratica ergologica,
valore simbolico e dimensione espressiva
Per maggiori dettagli: www.museodellemarionette.i t
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Per maggiori dettagli: www.museodellemarionette.i
ph ©piero carbone
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