"Palermo apre le porte".
L'Istituto Comprensivo " Maredolce" adotta la Chiesa di San Ciro
SUL MONTE GRIFONE E GLI ARCHI DI SAN CIRO
di Rosanna Pellerito
A: La chiesa di S. Ciro si trova alle pendici di Monte Grifone, precisamente alla base di Pizzo Sferrovecchio.
B: Il
Monte Grifone , 832m, è il rilievo
calcareo che chiude a sud la Piana di Palermo: si erge panoramicamente a
terrazza naturale su Palermo e sulla Conca d’Oro, alle sue pendici si estendono
il Parco della Favara e
le borgate Croceverde-Giardina, Belmonte Chiavelli, Santa Maria di Gesù e
Ciaculli.
A1: Il
nome del monte è dovuto alla antica presenza di una colonia nidificante di
grifoni (Gyps fulvus: grosso avvoltoio carnivoro on un’apertura alare
massima di 280 cm), sterminata ed
estinta durante la metà del novecento, a causa dell’uso di bocconi di carne
avvelenata, utilizzati nella campagna regionale di lotta alla volpe.
B1: In questa zona fin dalla antichità vi erano abbondanti
acque sorgive che fuoriuscivano dalle vicine grotte: infatti, Monte Grifone
racchiude una delle più ricche falde idriche dei Monti di Palermo.
A2: In periodo medievale la sorgente principale era chiamata
al-Fawara al-kabira (la “sorgente grande” che ribolle) per
distinguerla da un’altra, di minore portata che si trova più ad Est, detta
Fawara al-seghira (la “sorgente piccola”) oggi denominata Favarella.
B2: A testimonianza dell’antico impianto idraulico è
possibile ammirare ancora oggi i ‘’Tre archi’’ di età araba-normanna- posti in
corrispondenza di una piccola grotta- che servivano a far confluire le acque
dalle sorgenti del Monte Grifone, verso il lago di Maredolce, attorno al
Castello della Favara, la residenza di campagna dell’emiro Giafar.
A3: Dal punto di vista vegetale, il paesaggio risente delle
intense utilizzazioni del passato e dei frequenti incendi: come conseguenza si
è avuta la distruzione della preesistente vegetazione
legnosa.
B3: Oggi
il paesaggio è costituito prevalentemente da una prateria ad Ampelodesma (grossa
graminacea cespugliosa, che si diffonde in terreni sfruttati e molto degradati, le cui foglie, lunghe e tenaci, vengono tuttora
utilizzate da artigiani per impagliare le sedie e per produrre cordami) e da
conifere estranee al territorio (generi Pinus, Cupressus, ecc.), introdotte da
interventi di riforestazione ad impianti artificiali.
A4: Dal punto di vista geologico, Monte Grifone è costituito
da rocce calcaree, che lasciano spazio in basso a calcareniti e detriti di
falda.
Nella parete rocciosa ad ovest della chiesa si trovano alcune
grotte naturali di origine carsica. Nella più grande di queste,
nota con il nome di Grotta di San Ciro, sono stati ritrovati numerosi
resti fossili.
B4: Tra i reperti trovati, alcuni crani di
grandi dimensioni e con un grosso foro centrale stimolarono l’immaginazione popolare,
collegando questi resti alla presenza leggendaria di giganti e ciclopi nelle
grotte dell’isola. Testimonianza di queste credenze le ritroviamo nelle opere
di diversi autori, tra i quali Omero (Odissea), e Boccaccio (Genealogia de Gli
Dei)
A 5:
Successivamente, fu chiaro che i resti ritrovati non erano di origine umana o
ciclopica, bensì resti di antichi elefanti e mammiferi, forse introdotti in
Sicilia al tempo del dominio cartaginese (II secolo a.C.).
B5: Solo
nel XIX secolo, ad opera degli studi compiuti dal naturalista francese Cuvier
(padre della paleontologia) e dall’abate D. Scinà fu possibile stabilire che le
ossa ritrovate erano fossili ben più antichi, appartenenti ad elefanti e
ippopotami vissuti nel periodo del Pleistocene ( tra 500.000 e 100.000 anni fa
circa).
A6:
Questo epilogo, riportato sui giornali del tempo, fece crescere anche a Palermo
l'interesse per la paleontologia e per la storia naturale.
B6: Studi successivi e più recenti hanno dimostrato come durante le
glaciazioni, quando il livello dei mari si abbassava notevolmente, alcuni
individui appartenenti alla specie Elephas Antiquus (elefante europeo, alto
fino a 4 metri) siano arrivati nelle
isole del Mediterraneo direttamente dal continente.
A7: Questi individui, isolati geograficamente e
sottoposti a un continuo incrocio fra consanguinei, subirono un processo
evolutivo, detto ‘’nanismo insulare’’, una riduzione della taglia degli
organismi, che portò all’origine e affermazione di due specie di dimensioni
ridotte: Elephas falconeri ( di circa 90 cm di altezza) e successivamente
Elephas mnaidrensis ( di ciroca 180 cm di altezza).
B7: Le ossa della grotta di S. Ciro oggi fanno parte
della collezione di fossili del Museo Geologico G. Gemmellaro di Palermo, dove
un’intera sala è proprio dedicata agli elefanti nani siciliani.
Rosanna Pellerito
*
Rosanna Pellerito
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Bibliografia
dalla quale ho tratto informazioni su Monte Grifone (almeno una ‘piccola’
parte…)
Guglielmo Pristeri, Tecnologie avanzate per il rilievo e il riuso della chiesa di San Ciro a Maredolce. Tesi di laurea Facoltà di Architettura dell'Università degli studi di Palermo,
Guglielmo Pristeri, Tecnologie avanzate per il rilievo e il riuso della chiesa di San Ciro a Maredolce. Tesi di laurea Facoltà di Architettura dell'Università degli studi di Palermo,
Pietro Todaro (2016) -Aspetti geomorfologici, idrologici e idraulici del
lago medievale di Maredolce a Palermo- Geologia dell’Ambiente • n. 3/2016
Giuseppe Ceresìa (2014)- Elefanti nani siciliani il contributo
delle grotte alle teorie sull’evoluzione Speleologia 71
M. Lo Valvo ,
M Scalisi (2004) - PRIMI RISULTATI DELLA REINTRODUZIONE
DEL GRIFONE
[GYPS FULVUS (HABLIZL, 1783)] NEI PARCHI DELLE
MADONIE E DEI NEBRODI (SICILIA) (Aves Falconiformes)-
Naturalista sicil., S. IV, XXVIII (1), 2004, pp. 605-613
G.
Mannino - Guida alla preistoria del palermitano- Istituto Siciliano Studi
Politici ed Economici
Informazioni
naturalistiche dal sito NATURA 2000
etc
etc etc…
Precisazione:
Precisazione:
In allegato un estratto della bibliografia da cui ho tratto informazioni: è ovvio che quanto ho scritto per i ragazzi è molto semplificato e ridotto rispetto alle nozioni naturalistiche-ambientali che ho recepito... Spero che gli addetti ai lavori che leggeranno (qualora decidessi di riportare 'fedelmente' quanto da me rielaborato), non storcano il naso e comprendano 'la natura' della semplificazione.
Rosanna Pellerito
Rosanna Pellerito
Traduzione inglese di Mariella Ferraro
A: San Ciro church in situated on the hillside of
Grifone mountain, precisely at the feet of Pizzo Serravecchio.
B: Grifone mountain. 832 meters high, is a chalky hill
which closes the Plain of Palermo to the south. It rises like a natural terrace
on Palermo and on the “ Conca d’oro”. On its hillsides there are the park named
Favara and some villages. Croceverde-Giardina., Belmonte
Chiavelli, Santa Maria Di Gesù and
Chiavelli.
A1: The name of mountain Grifone takes its name from an old rookery of griffins ( Gyyps fulvus, a big,
meat- eater vulture with a wing span of 280 centimeters at most.). The griffins
were exterminated in the mid 19th century, due to the use of
poisoned meat utilized in the regional campaign against foxes.
B1: In this place since ancient times there were
copious spring waters coming out from the caves. Mount Grifone, in fact, encloses one of the richest ground water of
the mountains in Palermo.
A2: In the medieval period the main spring was called
al - Fawara al-karbira ( the Big spring
which boils over ) to distinguish it from a smaller one situated to the East
Called Fawara al- seghira ( small spring)today called
Little Favara.
B2 : Three Norman arches situated near a little cave
can be still admired in proof of the ancient hydraulic system.
A3: Concerning the vegetation , the countryside is
affected by the intense utilization of past times and frequent fires: as a
consequence the pre existent vegetation was destroyed.
B3 : Today the countryside is made up of prairie of
Ampelodesma ( bushy graminaceous which
spreads in exploited lands). Its leaves are utilized to cover chairs with straw
and to make ropes.
Conifers, such as pine trees and cypress trees) were
introduced later artificially.
A4 – From a geological point of view Mount Grifone is composed of limestone rocks which, in the lower level, leave room for calcarenite and stratum debris.
On the rocky wall , to the west of the church, there are some natural caves of underground river origin. In the biggest one , named San Ciro, some fossil remains were found.
B4- Among the archaeological finds there were some very big skeletons which the popular imagination connected to legendary presence of giants and Cyclops in the caves of the isle.
Evidence of these beliefs in can be found in the works of Homer ( Odyssey ) and Boccaccio ( ( Genealogy of Gods).
Later , it was clear that the archaeological finds were not of human or Cyclopic origin but they were remains of old elephants and mammals , may be brought to Sicily during the time of the Carthaginian period.
B5 – In the XIX century the French naturalist Curier and the abbot D. Scinà stated that the bones were far older fossils belonging to elephants and hippopotamus which lived in the period of Pleistocene ( about 500.000 and 100.000 years ago)
A6 –This conclusion, reported in the newspapers of that time, raised interest in paleontology and natural history.
B6 . Successive studies demonstrated that during the glaciations , when the sea level lowered , some individuals, belonging to the species of Elephas antiquus ( European elephant , up to 4 meters tall ), arrived in the Mediterranean isles directly from the continent.
A7 These individuals , geographically isolated and subject to consanguineous relations , suffered from an evolutionary process called “ insular dwarfism”, a reduction in the size of the organisms.
B7. The bones of the cave of San Ciro are part of the fossils collection of the Geological Museum “ G. Gemmellaro” in Palermo, where a whole room is dedicated to the Sicilian dwarf elephants.
Mariella Ferraro
Mariella Ferraro
P.S.
Per approfondire l'aspetto paleontologico, alcuni ragazzi, con la guida del prof. Alessandro Cicciari, il 16 maggio 2017 si sono recati al Museo Geologico G. Gemmellaro di Palermo. Le notizie apprese integreranno quanto da loro appreso precedentemente e lo riferiranno ai visitatori nei giorni di apertura del sito nell'ambito del Progetto "Panormus. La scuola adotta la città".
Infine, un ringraziamento al Presidente dell'Associazione culturale "Castello di Maredolce" per averci fatto conoscere la tesi di laurea di Guglielmo Pristeri la cui consultazione è risultata utilissima.
Per approfondire l'aspetto paleontologico, alcuni ragazzi, con la guida del prof. Alessandro Cicciari, il 16 maggio 2017 si sono recati al Museo Geologico G. Gemmellaro di Palermo. Le notizie apprese integreranno quanto da loro appreso precedentemente e lo riferiranno ai visitatori nei giorni di apertura del sito nell'ambito del Progetto "Panormus. La scuola adotta la città".
Infine, un ringraziamento al Presidente dell'Associazione culturale "Castello di Maredolce" per averci fatto conoscere la tesi di laurea di Guglielmo Pristeri la cui consultazione è risultata utilissima.
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