- Cerca qualcuno?
Quando mi sentii rivolgere questa domanda ho compreso che davo l'impressione di essere perplesso e smarrito poiché mi muovevo, avanti e indietro, su pochi metri dello stesso marciapiede, guardando sempre dalla stessa parte, scuotendo la testa.
- No, grazie, - risposi. - Stavo leggendo la lapide. Ma è mai possibile?
Additai la lapide e tutto lo stato di degrado e abbandono intorno.
- Ah, sì, la lapide del Papa! - completò l'uomo con la paglietta estiva. E mi raccontò il fatto e l'antefatto.
Il Papa, durante la sua visita nel 1993, mentre, provenendo da Agrigento Bassa, stava salendo lungo la via Imera a piedi, poiché era energico, riconobbe la chiesetta dove era stato ventinove anni prima quando ancora non era Papa; si fermò e impartì la benedizione ai presenti.
Non mi ha raccontato soltanto questa circostanza, il signor Antonio Sciumè, con il quale ci si era nel frattempo presentati.
La chiesetta in realtà fungeva da Parrocchia quando Karol Wojtyla, arcivescovo di Cracovia, vi celebrò messa per ben tre volte, anzi fu ospite addirittura nella foresteria della clinica Borsellino nei cui locali si trovava la Parrocchia di Santa Gemma Galgani, invitato dall'allora parroco, don Ingenito, che aveva incontrato l'arcivescovo polacco in visita alla Valle dei Templi.
Il racconto del signor Sciumè venne da lì a poco confermato, alcuni passi avanti, dal dottor Paolo Cilona con il quale mi sarei dovuto incontrare quella mattina, perché doveva consegnarmi il libro che aveva scritto sul Presidente Mattarella, dove si cita l'episodio della inaugurazione del disegno a china più lungo del mondo, una mostra di Nicolò D'Alessandro, da me curata, tenutasi a Racalmuto nel 1991, quando Sergio Mattarella era ministro alla Pubblica Istruzione.
La rievocazione dell'evento agrigentino e altri discorsi lasciarono in secondo piano lo stato di abbandono dei luoghi che erano stati teatro della duplice visita papale.
Prima di congedarci venne precisato che la clinica era stata chiusa, dopo la morte del titolare, e la Parrocchia era stata trasferita in un edificio nuovo delle vicinanze.
erbacce nel tempo
Alla mia dx: Paolo Cilona, Antonio Sciumè. |
P. S.
Sarebbe da suggerire alle giovani artiste polacche Beata Kukawska e Agnieszka Smiech, che in questo periodo stanno completando un omaggio al Monocolo di Racalmuto, di realizzare un disegno en plein aire dinanzi a questo sito agrigentino per testimoniare, alla stregua dei viaggiatori dei secoli scorsi, curiosi e incuriositi, la presenza di un loro connazionale famoso e importante da queste parti.
ph ©archivio piero carbone (Agrigento, Via Imera, 22 agosto 2016)
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