L'avevo preannunciato sui social, che un amico lo stava partorendo; l'ha partorito. Il coup de foudre è rinato come coup de théâtre.
Il racconto L'uomo che ebbe due funerali è diventato Atto Unico, per geminazione.
Il papà della nuova creatura è Carmelo Rappisi.
E penso ad Accursio Soldano, all'editore Gianmarco Aulino e a Giuseppe Maurizio Piscopo, indirettamente padrini e compari.
Il prossimo appuntamento spero sia per la messa in scena.
Un grazie di cuore agli amici
che hanno gradito l'annuncio enigmatico
e il suo disvelamento
Il "misterioso" annuncio
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Acquerello di Pascal Catherine |
Sull'attività teatrale di Carmelo Rappisi
Schizofrenie Pirandelliane
Spettacolo teatrale con Carmelo Rappisi, Ilaria Bordenca. Regia di Carmelo Rappisi
Il protagonista della novella è Belluca, un uomo modesto senza particolari qualità, un contabile dedito all’arido lavoro di ufficio, fatto di conti e calcoli, sottomesso e indifeso e per questo zimbello sia del capoufficio e dei colleghi, sia dei familiari.
Ripreso, per una volta giustamente, dal capo ufficio, Belluca reagisce inveendo e farneticando contro di lui. Urlando racconta di un treno che ha fischiato nella notte e che lo ha portato lontano.
Il fischio del treno evidenzia un concetto che spesso sta alla base dell’opera pirandelliana: il fatto che a volte basta un evento insignificante per rivoluzionare tutta la vita di una persona. Nel caso specifico la folgorazione improvvisa del fischio del treno rende consapevole il protagonista di voler recuperare la propria dignità e la propria libertà, seppur in limitati momenti di viaggio nella fantasia. Il fischio del treno rappresenta il simbolo della riconquistata libertà.
La novella La carriola di Luigi Pirandello ha come protagonista un famoso avvocato. Non potendosi più liberare della forma in cui vive, si vendica di essa compiendo lo stesso atto, ogni giorno, nella massima segretezza. Appena ha un minuto libero infatti, l'uomo si chiude a chiave nello studio, e preso da una forte voluttà "corre alla cagnetta che dorme sul tappeto: piano, con garbo, le prende le due zampine di dietro e le fa fare la carriola: le fa muovere non più di otto o dieci passi, con le sole zampette davanti, reggendola per quelle di dietro"
“Lei deve sapere che abbiamo come tre corde d’orologio in testa: la seria, la civile e la pazza…). . Sopra tutto, dovendo vivere in società, ci serve la civile; per cui sta qua, in mezzo alla fronte. Ci mangeremmo tutti, signora mia, l'un l'altro, come tanti cani arrabbiati. Non si può. Io mi mangerei ‑ per modo d'esempio – questo signore qua (indicando uno spettatore). Non si può. E che faccio allora? Do una giratina così alla corda civile e gli vado innanzi con cera sorridente, la mano protesa: «Oh quanto m'è grato vedervi, caro il mio signore…..”
La follia di Antonietta, moglie di Pirandello
Pare quasi impossibile, ma negli anni la pazzia di Antonietta peggiora. Ne fa testimonianza una lunga lettera di Pirandello all'amico Ugo Ojetti, datata 10 aprile 1914, in cui afferma di vivere in un vero e proprio inferno. La pazzia di Antonietta si acuisce alla morte del padre, Calogero Portulano, e si riversa sulla povera figlia Lietta. Luigi è costretto ad acconsentire all'internamento della moglie, nel 1919. In clinica, Antonietta è più che mai intrattabile, non vuole ricevere nessuno: si lascia andare, si trascura, indossa sempre lo stesso logoro vestito….
Il cavaliere Fiorica e Beatrice sua moglie
Il cavalier Fiorica irrompe nella scena inveendo in video contro Pirandello:
PIRANDELLO - Cavaliere Fiorica come si permette lei entrare in scena! Lei non è nella commedia. Vada fuori!
FIORICA - Autore ingrato! Senza la mia tresca con la moglie di Ciampa questa storia non sarebbe stata partorita e nemmeno rappresentata! Mi si doveva dare la possibilità di difendermi per Dio!
PIRANDELLO: Esca!
FIORICA - Ormai sono in scena e intendo restarci!PIRANDELLO: Signori del pubblico, non mi assumo nessuna responsabilità! Questi personaggi, che si pigliano la libertà di rappresentarsi da soli.
Domami darò loro udienza e mi sentiranno... Ah, se mi sentiranno!
Carmelo Rappisi e il cinema
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screen shot |
Partecipazione al film Sul'Amuri di Giovanni Volpe